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New Planctondose di Planctontech: Recensione

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New Planctondose by Planctontech - stazione dosatrice zooplanctonLa New Planctondose di Planctontech è una stazione dosatrice di ZooPlancton vivo in acquario, indirizzato agli organismi bentonici che se ne nutrono, ovviamente a tutti coralli ed a diverse tipologie di pesci che possono essere ospitate in acquario.

Ma testare un oggetto come la New Planctondose di Planctontech non è un affare semplice.

Questo perché, al di là degli aspetti tecnici della nostra recensione, uno dei punti nodali è l’effettiva necessità dell’alimentazione viva in acquario.

Roberto Ferri, titolare di Planctontech ed appassionatissimo della vita in acquario, sostiene da anni che l’alimentazione in acquario sia assolutamente necessaria. Questa posizione è però supportata anche e soprattutto da Ronald Shimek, da Eric Bornemann e da quasi tutti gli acquariofili di fama internazionale.

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Come abbiamo ricordato nel nostro articolo dedicato all’alimentazione dei coralli in acquario (leggi), Ronald Shimek, zoologo marino, condusse diversi esperimenti che hanno mostrato che per mantenere in un acquario di coralli mediamente popolato da 300 litri i livelli di alimentazione planctonica come presente in natura si dovrebbero fornire circa 270 grammi di mangime umido al giorno, un valore che manderebbe in crisi ogni nostro sistema. Da questo discende direttamente che i nostri coralli siano fortemente sottoalimentati dal punto di vista eterotrofo.

Dal mio personale punto di vista credo che l’alimentazione diretta con cibo vivo, ed in questo caso zooplancton, sia quanto di meglio possiamo dosare in acquario, e che la New Planctondose sia un ottimo reattore che ci permette di farlo con non troppo intervento da parte nostra. Ma svilupperemo questo ed altri argomenti nel prosieguo del testo.

Il contenuto della confezione

New Planctondose by Planctontech - stazione dosatrice zooplancton

New Planctondose by Planctontech - stazione dosatrice zooplanctonLa confezione è quanto di più completo ci si possa aspettare. L’involucro esterno, del classico colore verde aziendale, porta infatti al suo interno tantissimi accessori utili alla nostra esperienza. C’è ovviamente il reattore, la pompa dosometrica, l’areatore, tutti i tubi che andremo ad impiegare, un colino a maglia fina per trattenere lo zooplancton, uno scovolino di pulizia ed un manuale sull’impiego della New Planctondose in acquario.

Il reattore di zooplancton, ovvero la New Planctondose è costruito interamente in acrilico ed ha un diametro di 8 cm ed una altezza complessiva di 35 cm. Il bicchiere è alto circa 12 cm mentre il corpo principale circa 24 cm. Questo ci porta ad una capacità di circa 1200ml.

Inutile sottolineare come la costruzione sia praticamente perfetta esente da sbavature.

Lo Zooplancton

Lo Zooplancton consigliato da utilizzare all’interno della New Planctondose è composto da rotiferi della specie Brachionus plicatilis, praticamente l’unico rotifero commercializzato in numeri importanti, spesso utilizzato per lo svezzamento delle larve di pesci in acquacoltura.

Come funziona

Acquistando la New Planctondose in negozio oppure online si ottiene la sola macchina senza la coltura di rotiferi necessaria per farla funzionare. Spesso però la colonia starter viene venduta assieme alla macchina ma spedita a casa direttamente dal produttore, visto che la colonia starter può vivere solo per pochi giorni al di fuori del suo ambiente. Quindi è abbastanza normale acquistare la New Planctondose e vedersi recapitare a casa dopo qualche giorno la colonia per iniziare la coltura.

New Planctondose by Planctontech - stazione dosatrice zooplancton

La colonia starter altro non è che acqua alla giusta salinità per l’acquario, ovvero 35 per mille, con all’interno i rotiferi vivi appena schiusi, addizionata di fitoplancton, da cui il caratteristico colore verde, che servirà come alimentazione per gli stessi rotiferi una volta adulti.

Al reattore si andranno a collegare l’areatore, che serve per portare aria, e quindi ossigeno alla coltura, e la pompa dosometrica che in un secondo momento si occuperà di portare l’acqua dell’acquario all’interno del reattore, e quindi permetterà al reattore di tracimare in acquario. Questo almeno fino alla definizione del protocollo di somministrazione aggiornato che invece ci consiglierà di non far più pescare acqua dall’acquario ma da un secondo recipiente, e che verrà dettagliato nel prosieguo dell’articolo.

uova di Ampiphrion Ocellaris - pesce pagliaccio
Uova di Ampiphrion ocellaris – i piccoli dei pesci pagliaccio alimentati a zooplancton hanno una elevata probabilità di diventare adulti

Ogni tubo che viene collegato al reattore è dotato di una valvola di non ritorno ed il tubo che collega l’areatore è dotato di un regolatore di flusso per poter portare in soluzione circa una bolla d’aria ogni secondo. Aumentare il numero di bolle potrebbe portare alla rottura dell’esoscheletro dei rotiferi, quindi vi consiglio di attenervi alle istruzioni fornite.

A regime la pompa dosometrica spingerà qualche millilitro di acqua dell’acquario nel reattore ogni ora, a seconda delle impostazioni della pompa dosometrica, acqua che gocciolerà dall’alto nel reattore, e che quindi farà aumentare il livello interno che tracimerà in sump, od in acquario, a seconda della scelta di posizionamento della New Planctondose.

In base al consumo della nostra vasca sarà necessario integrare fitoplancton all’interno del reattore ogni uno, due o tre giorni.

New Planctondose by Planctontech - stazione dosatrice zooplanctonInstallazione

L’installazione della New Planctondose è estremamente semplice, ed il manuale fornito in dotazione ci aiuta a capire come farlo al meglio.

Il cilindro principale del reattore viene appoggiato su un vetro dell’acquario grazie alle scanalature presenti e viene poi fissato a dovere grazie alle due viti in plastica, oppure può essere installato su un vetro della sump, oppure si può creare un supporto ad hoc per sostenerlo.

A questo si collega inferiormente l’areatore in modo che eroghi circa una bolla d’aria al secondo. Nella foto a destra possiamo vedere i collegamenti tramite connettori john guest e la valvola di regolazione fine dell’aria in uscita dall’areatore. In questo modo i tubi in plastica forniti in dotazione si possono infilare e sfilare con semplicità e senza sforzo. Per evitare problemi è consigliabile che l’areatore sia montato in posizione più elevata rispetto al reattore, in modo che non vi sia mai un deflusso di acqua fra il cilindro e l’areatore, sebbene vi sia una valvola di non ritorno in serie.

A fianco del tubicino dell’aria si deve montare il tubicino del ricircolo dell’acqua. Nei primi giorni dell’uso, fino a quando il contenuto dei rotiferi nel reattore non avrà raggiunto il caratteristico colore ambrato, la pompa dosometrica può essere installata ma non messa in funzione per evitare di diluire troppo la coltura. In pratica si prende il tubicino di plastica che dall’acquario porta l’acqua alla pompa, e da qui al reattore. Deve essere collegato in modo da rilasciare le gocce d’acqua prese dall’acquario proprio in cima alla colonna del reattore. Una volta che il contenuto sarà del classico colore ambrato si potranno cominciare a dosare 5ml per ora, fino ad arrivare a circa 10ml per ora dopo diversi giorni di utilizzo, come vedremo dopo. Anche qua è assolutamente consigliato montare la pompa dosometrica più alta del reattore stesso. Inoltre è necessario fare attenzione alla prevalenza, io ho dovuto prima caricare tutta la pompa tenendola in basso, poi ho provveduto a collegarla al reattore una volta che il circuito fosse pieno di acqua.

Pseudanthias squamipinnis in acquario marino

A questo punto l’installazione è completa ed il reattore pronto a funzionare, basterà riempirlo con la soluzione fornita di rotiferi e fitoplancton ed aspettare che i rotiferi, Brachionus plicatilis, si riproducano e si alimentino tramite fitoplancton, facendo virare la colorazione della coltura dal verde all’ambra.

Per aiutarli, ed aumentare la densità della coltura, si può dosare il fitoplancton fino a 50ml al giorno, in modo da lasciare sempre cibo a disposizione dei rotiferi.

Per rendersi conto della densità della coltura, dopo aver spento le eventuali lampade in sump, si può utilizzare una torcia che punti dentro il reattore in modo che noi possiamo metterci dalla parte opposta ed osservarne il contenuto.

Chromis viridis in acquario marino
I chromis viridis assieme agli Pseudanthias squamipinnis sono fra i pesci che più beneficiano di una presenza massica di zooplancton in acquario

La regolazione

Come abbiamo già detto in apertura, il dosaggio dei rotiferi in acquario non è semplice, e non è semplice gestirne il corretto dosaggio, anche perché, in effetti, non esiste un dosaggio giusto, ma è necessario calibrare il tutto sul proprio acquario.

Per capirne i benefici e per capire come dosare i rotiferi al meglio ci siamo presi un anno di tempo, ed abbiamo sperimentato su ben tre acquari marini di alto livello. Dapprima, come scrivemmo in occasione dell’anteprima della New Planctondose (vedi) abbiamo posto tutto nel magnifico acquario marino di Andrea Negusanti (ammira il suo acquario marino cliccando qui).

Acquario Marino di Andrea Negusanti

Qualche mese dopo abbiamo provato altre regolazioni anche nell’acquario di Giuseppe, che speriamo a breve di potervi mostrare su queste pagine.

Acquario Marino di Giuseppe Vincenzi DaniReef

acquario marino di Danilo Ronchi DaniReefPer poi sperimentare ancora molto nell’acquario di Danilo & Simona.

Partiamo quindi da quello che abbiamo scoperto.

Normalmente si comincia aspettando che la coltura arrivi ad avere una colorazione ambrata, che simboleggia il fatto che i rotiferi si sono riprodotti e che hanno terminato il fitoplancton a loro disposizione. A questo punto si cominciano a dosare 50ml di fitoplancton ogni due giorni e si comincia a far funzionare la pompa dosometrica in modo da garantire, all’inizio 5ml all’ora di ricambio con l’acquario. Questo equivale circa a 120ml al giorno.

A questo punto si comincia ad aumentare il valore della dosometrica fino ad arrivare anche ad un massimo consigliato di 40ml per ora, ovvero 960ml al giorno, ovvero quasi un litro. Una quantità enorme di zooplancton per il nostro acquario.

A questo punto dobbiamo fare i primi distinguo.

Dobbiamo infatti scegliere se avere una coltura più carica di rotiferi, e quindi un dosaggio di fitoplancton giornaliero più alto, e di converso una continua ricarica, anche giornaliera, del fitoplancton nel reattore, oppure avere una ricarica più lenta, ogni due-tre giorni, ed una miscela più scarica di rotiferi. Questa regolazione non dipende solo ed esclusivamente dalla quantità di fitoplancton immessa ma anche e soprattutto dallo stato dell’acquario. Un acquario con un carico organico misurabile riuscirà a sostenere maggiormente la coltura che non un acquario che abbia nutrienti pari a zero, questo non per i nutrienti disciolti ovviamente, ma per gli eventuali organismi che questo si porta dietro come batteri e ciliati ad esempio.

Ovviamente più fitoplancton si dosa, più i rotiferi si moltiplicano, e più zooplancton si riversa in acquario.

Una cosa importante da sottolineare invece è il fatto che, soprattutto in acquari con nutrienti estremamente bassi, come ad esempio sia quello di Andrea che quello di Giuseppe, lo zooplancton riversato in acquario contribuisce in maniera più che sensibile ad abbassarli ancora maggiormente e quindi a portare l’acquario in una specie di stallo che potrebbe essere molto pericoloso.

Quindi se gli acquari in cui si vuole dosare hanno nutrienti molto bassi il consiglio è quello di non caricare troppo lo zooplancton, ma di rimanere con un dosaggio di 50 ml di fitoplancton anche ogni 2-3 giorni. Ed al contempo, magari, diminuire un po’ la schiumazione.

Acanthastrea lordwensis che si alimenta dopo la somministrazione di Zooplancton vivo

Allo stesso modo se si hanno pochi pesci in acquario che si possano cibare di rotiferi, come Pseudanthias piuttosto che Chromis, si può pensare ad un dosaggio ridotto di zooplancton per fare in modo che non vi sia un eccessivo dosaggio in acquario di organismi che poi possano abbassare eccessivamente i nutrienti. Un aumento incontrollato di zooplancton infatti può essere dannoso per il sistema acquario, visto che i rotiferi hanno un rateo di riproduzione elevatissimo e senza animali che li possano predare potrebbero essere un problema non indifferente.

pompa dosometrica in acquarioIl consiglio quindi è quello di aumentarne il dosaggio controllando attentamente i nutrienti e la risposta dell’acquario, e magari abbassare leggermente la schiumazione.

L’aggiornamento del protocollo di somministrazione

Mentre noi stavamo provando nei nostri acquari marini il protocollo di somministrazione come lo abbiamo appena presentato, la Planctontech ci ha chiesto di fare una piccola grande variazione al protocollo stesso per ottenere una miglior efficacia di tutto il sistema.

La filosofia maggiore del cambiamento è stata quella di scollegare l’alimentazione del reattore dall’acquario. Mentre inizialmente si creava un flusso continuo acquario>reattore>acquario in questa seconda modalità abbiamo creato un recipiente opportunamente riempito da cui la pompa dosometrica andava a pescare per riversare il contenuto all’interno del reattore.

In questo modo si evita la contaminazione della coltura da parte degli organismi presenti in acquario che alle volte, ed anche a me personalmente è successo, possono portare all’azzeramento della coltura nel giro di pochi giorni. Quindi si ottiene una coltura molto più stabile e, a seconda della miscelazione, anche molto più carica.

Per implementarlo si inserisce nel recipiente di ricarica una quantità di acqua con densità 1016, i rotiferi ed il fitoplancton. E da qui si fa pescare direttamente la pompa dosometrica.

I benefici

Tutti e tre gli acquari marini, chi più chi meno, implementavano già precedentemente un protocollo di alimentazione, basato soprattutto su aminoacidi, zuccheri e zooplancton secco. Il passaggio alla somministrazione di zooplancton vivo deve essere lento e non deve per forza eliminare tutte le forme di alimentazione precedente.

Questo perché i nostri coralli, prima di cominciare la somministrazione, non erano più abituati a predare ma erano abituati a subire l’alimentazione che somministravamo loro, quindi devono riabituarsi a predare il plancton vivo e che si muove, inoltre potendo somministrare solo un tipo di rotifero, almeno per ora, diversificare le fonti di alimentazione è sempre una buona cosa, secondo noi.

Caulastrea che si alimenta dopo la somministrazione di Zooplancton vivo

Una volta cominciato il dosaggio si notano subito due cose. Prima di tutto i pesci presenti, ovviamente delle specie predatrici, come Chromis, Pseudanthias, Chrisiptere, ed altri, si fionderanno subito a mangiare tutti i rotiferi liberati in acquario, assumendo spesso anche pose che si vedono solo in natura, come il branco di Chromis che si dispone davanti all’uscita della pompa di risalita e si muove all’unisono in caccia. Oltre al comportamento dei pesci durante la somministrazione si nota subito, nel giro di qualche giorno, un aumento quasi incontrollato della fauna bentonica. Anfipodi, copepodi e tutti gli altri piccoli organismi che compongono la fauna bentonica aumentano di numero in maniera considerevole, e spesso anche di dimensione, con beneficio per tutto l’ecosistema dell’acquario marino.

New Planctondose by Planctontech - stazione dosatrice zooplanctonSui coralli accorgersi della cosa è molto più subdolo. Certo i coralli spolipano in maniera maggiore, evidentemente solleticati dalla presenza dello zooplancton ma misurarne l’effettiva utilità diventa più complicato. Non ci sono indicatori che ci dicono che lo zooplancton vivo sia migliore di quello secco, nel tempo probabilmente questo tipo di alimentazione porterà ad un corallo più forte e resistente, ma misurarlo è fuori dalle nostre possibilità.

Ci accontentiamo quindi di registrare quello che abbiamo visto e di raccontarvelo nel modo più semplice e neutrale possibile.

In tutti e tre gli acquari i coralli sono rimasti in ottima salute e non si sono mai scuriti, anche aumentando il dosaggio fino ai limiti consigliati. Non ci siamo spinti oltre. Non ci sono state perdite di coralli o sbiancamenti, anche in concomitanza dell’annullamento delle altre fonti di approvvigionamento. In tutti e tre gli acquari il passaggio dal dosaggio di alimentazione secca ad alimentazione viva ha portato ad una diminuzione degli inquinanti, azoto e fosforo, come era lecito aspettarsi visto che il cibo vivo non può inquinare per definizione, visto che non si decompone in caso di mancato utilizzo.

A seconda di come si utilizza il protocollo si ottiene il non secondario beneficio di avere una somministrazione di cibo anche in caso di assenza per alcuni giorni dal luogo dove si tiene l’acquario.

Problematiche

Usare la Planctontech New Planctondose non è semplice come usare una pompa. E’ necessaria una certa manutenzione, è necessario dosare il fitoplancton con continuità, è necessario almeno una volta ogni due mesi estrarre il reattore e procedere alla sua pulizia.

La popolazione dei rotiferi potrebbe essere instabile ed a volte si potrebbe rischiare di perdere la colonia senza nessun motivo apparente.

A parte questo, è necessario porre molta attenzione alla regolazione del reattore. Bisogna necessariamente trovare il giusto dosaggio sia del fitoplancton nella New Planctondose che dello zooplancton in acquario, per evitare di smagrire troppo l’acquario, e per evitare di perdere la coltura per mancanza di alimentazione. Osservare l’acquario è la prima cosa da fare in questi casi, ed anche un occhio ai test da eseguire almeno nelle prime settimane di somministrazione ogni 3 giorni è un buon modo per tenere sotto controllo gli inevitabili cambiamenti che sicuramente avverranno in acquario.

Conclusioni

New Planctondose by Planctontech - stazione dosatrice zooplanctonDurante l’utilizzo della New Planctondose ci siamo fatti l’idea che essa possa assolvere alla funzione di un refugium costruito al fine di alimentare i nostri coralli, dosando zooplancton, in questo caso rotiferi della specie Brachionus plicatilis, occupando poco spazio e con risultati praticamente immediati.

Questa recensione però ha aperto due interrogativi distinti. Uno sul funzionamento della macchina, la New Planctondose di Planctontech primo oggetto di questa recensione ed uno sull’effettiva utilità della somministrazione di zooplancton vivo. Ed i due interrogativi devono essere affrontati assieme, in quanto la macchina non ha senso di esistere se non si considera importante dosare zooplancton.

Secondo noi utilizzare dello zooplancton vivo è assolutamente fantastico.

Non dovremo più preoccuparci se abbiamo dei pesci che non mangiano… tramite lo zooplancton tutti i pesci si andranno ad alimentare in maniera piuttosto completa e con soddisfazione, e vederli in acquario è davero una gioia. Nessun problema quindi per pesci come, ad esempio, i Pseudanthias squamipinnis che spesso non vengono acquistati per la paura che ha l’acquariofilo di non poterli alimentare adeguatamente e con continuità.

Nel caso in cui avessimo delle riproduzioni in acquario, i rotiferi sono perfetti per alimentare i piccoli nati degli Ampiphrion ocellaris o dei Pterapogon kauderni, o di qualunque altro pesce nato in cattività.

La fauna bentonica, come abbiamo detto, aumenta considerevolmente, e questo non può che portare benefici tangibili a tutto il sistema acquario.

Piccoli appena nati di Pterapogon kauderni in acquario marino
Anche i piccoli appena nati di Pterapogon kauderni beneficiano enormemente di una dieta a base di rotiferi vivi

I coralli aumentano l’estroflessione dei polipi e mostrano segnali di benessere sebbene non misurabili. In ogni caso se si passa da una alimentazione dei coralli basata su plancton secco a plancton vivo, i nutrienti in vasca non possono che calare, come tutte le nostre tre esperienze hanno dimostrato.

Anche a fronte delle problematiche elencate in precedenza, secondo noi, dosare lo zooplancton in acquario può portare solo benefici al nostro sistema e la New Planctondose di Planctontech ci permette di farlo con relativa facilità, ricordiamo però come sia importante tenere sotto controllo i nutrienti, e ritoccare l’efficienza del nostro schiumatoio, nel caso in cui vi sia una diminuzione troppo veloce degli stessi. Non dobbiamo mai dimenticarci di osservare il nostro acquario, ma questo lo dobbiamo fare indipendentemente o meno che stiamo dosando zooplancton.

Si ringrazia la Planctontech per averci fornito la New Planctondose oggetto di questa recensione e di averci pazientemente supportato durante la prova stessa.

5 COMMENTS

  1. ..che dire ,ottima relazione,ben dettagliata.se ho ben capito ora l’acqua per alimentare la coltura non è più quella della vasca infatti nell’arco di una settimana i rotiferi rimanevano pochi. dani ti dispiace darmi maggiori info ?grazie ciao

    • Ciao Giuseppe, si è proprio così.
      Il nuovo protocollo presuppone di preparare una coltura a parte che quindi non potendo essere contaminata dalla flora batterica dell’acquario ha meno controindicazioni. Lo svantaggio maggiore è però quello di dover “rabboccare” più spesso con densità a 1016 questa coltura.
      Per altro uno dei problemi che porta ad avere pochi rotiferi nella Planctondose sembra più legata alla temperatura a cui viene tenuta la coltura, in quanto per avereun sufficiente rateo di crescita i rotiferi devono essere tenuti fra 26 e 28 gradi, cosa che, senza un accorgimento specifico non è possibile. Quindi un piccolo termoriscaldatore dentro la PlanctonDose oppure si potrebbe pensare di metterla a bagno in sump per ottenere beneficio dal riscaldamento dell’acquario.

      Danilo

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