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Il cambio d’acqua in acquario marino – 10 esperti internazionali a confronto

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Sale Triton pure

Il cambio d’acqua è una operazione che è considerata croce e delizia dagli acquariofili. Oggi siamo qui assieme ad alcuni fra i migliori acquariofili italiani ed internazionali per sviscerare tutti gli aspetti del famigerato cambio d’acqua, con questo articolo che possiamo considerare il testo definitivo in materia, approfondendo il pensiero di ciascuno di loro.

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In rappresentanza degli acquariofili di fama internazionale abbiamo coinvolto e ci hanno dato la loro disponibilità Ronald L. Shimek, Claude Schuhmacher, Michael Paletta, Ehsan Dashti ed Anthony Rosario Calfo, mentre in rappresentanza del nostro bel paese abbiamo avuto la disponibilità di Enzo Romeo, Massimo Morpurgo, Roberto Ferri, Davide Mascazzini ed ovviamente di Danilo Ronchi, padrone di casa, il loro pensiero è stato condensato in queste quattro pagine di approfondimento, da leggere ed assorbire interamente.

Prima di parlare del cambio d’acqua andiamo a conoscere meglio chi ci è intervenuto per capire quali siano le esperienze di ciascuno di essi, e perché li riteniamo esperti.

Ronald Shimek, laureato con dottorato in biologia marina, è uno dei personaggi più importanti dell’acquariofilia moderna, purtroppo non si trovano suoi libri in italiano, ma il piccolo A PocketExpert Guide: Marine Invertebrates : 500+ Essential-to-Know Aquarium species è davvero un libro che tutti dovrebbero avere, una guida velocissima di consigli ed identificazione della maggior parte degli invertebrati adatti ad un acquario marino di barriera, ma oltre a questo è uno dei padri del DSB, come tanti americani tra l’altro. Potete anche rivedere una sua conferenza che abbiamo ripreso nel 2014. Claude Schuhmacher, proprietario del brand Fauna Marin, è consulente, ha scritto tantissimi articoli inerenti l’acquariologia ed è intervenuto in diversi convegni. Michael Paletta è un consulente ed acquariofilo di fama internazionale, scrittore di libri per acquari per la TFH, attualmente collabora con il noto blog americano ReefBuilders. Ehsan Dashti è laureato in chimica, acquariofilo da decine di anni, ha presenziato diverse conferenze, una delle quali nel 2015 la potete rivedere qui, ed è il fondatore della Triton GmbH. Anthony Rosario Calfo è un acquariofilo di fama internazionale, scrittore, impossibile non ricordare l’oramai introvabile Book of Coral Propagation, consulente, e conferenziere, fra cui una serie di conferenze memorabili tenute a Formia nel 2009.

4 esperti a confronto: da sinistra Massimo Morpurgo, Ronald Shimek, Danilo Ronchi e Roberto Ferri
4 esperti a confronto: da sinistra Massimo Morpurgo, Ronald Shimek, Danilo Ronchi e Roberto Ferri

Relativamente agli esperti italiani abbiamo Enzo Romeo, uno dei fondatori di Elos ed ex proprietario del negozio Hobby Acquari di Bologna, dove attualmente lavora come consulente. Massimo Morpurgo, curatore degli acquari presso il Museo di Scienze Naturali di Bolzano, ha pubblicato decine di articoli su riviste italiane ed estere, è relatore ai convegni e lavora anch’egli nella consulenza di diversi acquari pubblici, fra le altre cose è anche un collaboratore di DaniReef. Roberto Ferri è un appassionato, tecnicamente preparatissimo, che ha presentato un numero elevatissimo di conferenze, è titolare di PlanctonTech, e potete rivederlo ad esempio in questa interessante conferenza sui coralli duri. Davide Mascazzini, laureato in scienze e tecnologie della produzione animale, titolare di ReefSnow, anch’egli preparatissimo, ha lavorato come consulente ed ha presentato moltissime conferenze sugli acquari. Per finire Danilo Ronchi, che se leggete questo sito dovreste conoscere, è il fondatore di DaniReef, ha presenziato a diverse conferenze, ed ha scritto il libro Acquario Marino edito da Castel Negrino Editore, scrive per diverse testate estere.

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sale marino prima dell’inserimento nell’acqua di osmosi

Grazie alla disponibilità di questi dieci acquariofili, abbiamo pensato di strutturare questo articolo su quattro domande basilari da rivolgere ai nostri esperti, per vedere poi cosa ne venisse fuori e per cercare di dare una indicazione precisa su come svolgere i cambi d’acqua nel proprio acquario marino, sempre che questa sia una indicazione valida anche nell’acquariofilia moderna del 2016.

Siamo partiti dalla domanda base che noi tutti ci troviamo ad affrontare dopo che abbiamo deciso di allestire un acquario marino. Il cambio d’acqua è veramente utile?

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Ronald Shimek durante la conferenza a Goccia Nera 2014

Ronald Shimek pare non avere dubbi e indica il cambio d’acqua come una delle cose necessarie da fare nel nostro hobby, sia che venga fatto per recuperare dopo un evento nefasto o problematico, sia che venga fatto in maniera sistematica per controllare l’accumulo di residui tossici. Michael Paletta allo stesso modo ritiene che sia utile e, che avendo provato nei propri acquari sia a fare che a non fare cambi d’acqua, i risultati migliori li ha sempre ottenuti nelle vasche in cui procedeva a fare un cambio d’acqua costante. Michael però punta anche il dito al fatto che l’acqua del cambio deve avere dei parametri chimici molto vicini all’acqua dell’acquario, altrimenti molti dei benefici verrebbero persi.

Claude Schuhmacher, a destra, e Gabriele Margoni allo stand Fauna Marin
Claude Schuhmacher, a destra, e Gabriele Margoni a sinistra allo stand Fauna Marin durante PetsFestival 2015

Anche Claude Schuhmacher lo ritiene fondamentale, soprattutto per rimuovere sostanze tossiche o di rifiuto dall’acqua più che per aggiungere elementi od oligoelementi. Il pensiero più articolato proviene invece da Ehsan Dashti ideatore del metodo Triton che in effetti non prevede cambi d’acqua. La prima distinzione, ci dice Ehsan, è che il cambio d’acqua è necessario per chiunque non utilizzi il metodo Triton, perché è impossibilitato a conoscere la chimica del proprio sistema, dato che con i test normali non si riesce a conoscere oltre il 6-7% della composizione chimica dell’acqua, mentre per chi dovesse utilizzare il metodo Triton, e che quindi abbia la conoscenza (quasi) completa della propria acqua, il 99%, potrebbe evitare di farli fino a quando non si dovessero rendere necessari per parametri fuori scala, ammesso di utilizzare però solo prodotti di comprovata qualità. In ogni caso Ehsan è concorde con gli altri nel dire che il cambio d’acqua serve per rimuovere piuttosto che per aggiungere o bilanciare qualcosa, e che nel suo metodo l’unica differenza è quella di riuscire a determinare quando siano effettivamente ed efficacemente utili.

Anthony Rosario Calfo in conferenza a Formia 2009
Anthony Rosario Calfo in conferenza a Formia 2009

Conclude Anthony Rosario Calfo con un esempio mutuato dalla cura che si mette negli animali domestici, quindi considerando che si tengono puliti gli ambienti di cani e gatti, ma anche dei cavalli ad esempio, suggerisce di fare altrettanto anche per gli acquari e quindi non solo lo ritiene utilissimo, ma pensa che vi siano troppi acquariofili che non tengano il cambio d’acqua in debita considerazione.

Vediamo ora il punto di vista italiano su questa prima semplice domanda.

Prende la parola Enzo Romeo che reputa i cambi d’acqua fondamentali, e che nei suoi 26 anni di esperienza nel mondo acquariofilo ha sempre visto i maggiori risultati provenienti da chi effettuava cambi d’acqua corposi e ravvicinati. Oggi però, sottolinea Enzo, ci sono anche i nuovi metodi come Fauna Marin e Triton che probabilmente partendo da una conoscenza migliore della chimica del nostro acquario marino, ci potrebbero permettere di diradare i cambi d’acqua, rendendoli quindi un po’ meno utili.

Acquario di LPS a sfioramento di Enzo e Giovanni presso Hobby Acquari
Acquario di LPS a sfioramento di Enzo e Giovanni presso Hobby Acquari

Massimo Morpurgo sottolinea il fatto che sono utili in generale soprattutto in caso di problemi, dove non possono che fare bene. Roberto Ferri fa un passo più avanti, sostenendo che l’utilità del cambio d’acqua possa anche dipendere dal tipo di acquario, dal tipo di corallo allevato e che quindi non ci sia sempre una regola fissa da rispettare. In ogni caso è concorde nel sostenere il cambio d’acqua essenziale per la buona conduzione di qualsiasi acquario. Davide Mascazzini ritiene i cambi d’acqua e la loro regolare frequenza molto importanti, sottolinea però il fatto che sia necessario considerare sempre le corrette procedure di dissoluzione o almeno quelle consigliate dal produttore. Fa comunque notare come questo si possa scontrare con alcuni prodotti commerciali, come EasyBalance della Tetra e con alcuni metodi che si stanno affermando come Triton e Fauna Marin. Chiude questa ampia carrellata Danilo Ronchi che sostiene anch’egli l’importanza dei cambi d’acqua soprattutto per eliminare le sostanze di rifiuto, e che non ritiene che possano essere utili per integrare quanto consumato nel tempo. Vede con molta curiosità l’idea di Triton che potrebbe permettere di non dover cambiare acqua in futuro, l’unico problema potrebbe essere solo quello dei costi.

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Pocillopora verrucosa

Dopo questa carrellata, la risposta alla nostra prima domanda era probabilmente ovvia e scontata, e tutti i nostri interlocutori sono stati concordi nel dire che i cambi d’acqua siano necessari. Però, c’è un però, Ehsan Dashti ha introdotto la conoscenza della chimica dell’acquario come parametro fondamentale per capire se il cambio d’acqua possa essere utile o inutile, e su questo avviso hanno espresso la loro curiosità anche Enzo Romeo, Massimo Morpurgo e Danilo Ronchi, con Davide Mascazzini che non si è pronunciato in merito, ma che si è comunque posto la curiosità del maggior approfondimento. Possiamo notare comunque che in Europa si parli anche dei nuovi metodi Triton e Fauna Marin, mentre in America, nessuno dei nostri intervistati ne ha fatta menzione, non possiamo sapere se per mancanza di conoscenza o perché non lo ritengano sufficientemente attendibile.

Pesa del sale marino durante la preparazione di un cambio d'acqua
Pesa del sale marino durante la preparazione di un cambio d’acqua

9 COMMENTS

  1. Ohhhh che bello sentire voci così importanti a confronto!
    Danilo devi aprire assolutamente una rubrica dove si approfondiscono temi importanti e tanto discussi come questo…
    Comunque sia mi trovo d’accordo soprattutto con il pensiero di Calfo , come si fa a dire che l’acqua nuova sia peggiore di quella vecchia? Appunto.. Quindi cambiarla regolarmente dev’essere la strada da percorrere.
    Pero’ mi sarebbe piaciuto anche approfondire cosa succede alla biologia del l’acquario intesa come batteri ..
    Infine trovo interessante il metodo adottato da Ferri per ripristinare l’acqua ” goccia a goccia”.. Voglio farci un pensiero visto che riparto con la nuova vasca..
    Grazie Danilo per questa chicca!

    • Ciao Jonathan,
      Ottima la domanda relativa ai batteri, indubbiamente l’acqua nuova sotto questo punto di vista è più povera, ma nessuno delle persone intervenute ha menzionato la necessità di introdurre batteri in concomitanza dei cambi.
      Se approfondisci il cambio goccia a goccia, rendi i risultati noti che sono molto interessato.
      Saluti

  2. Finalmente sono arrivato alla fine di questo articolo.
    Trovo interessantissimo questo parallelo tra più esperti. Mi piacerebbe tanto che questo diventasse uno stile da applicare anche a futuri articoli.
    Avendo letto l’articolo in più riprese avrò bisogno di un ulteriore lettura per memorizzare assimilare la moltitudine di informazioni contenute.

    Ribadisco i complimenti e mi unisco a Jonathan nei complimenti.

  3. Ciao, articolo bello ed interessante come sempre. Sono molto incuriosito dall’attuale metodo di gestione di Calfo. Mi sfugge qualcosa però. Infatti sostiene di gestire le vasche senza l’ausilio delle integrazione, skimmer o reattori vari; quindi con il solo cambio d’acqua quasi dell’intero volume della vasca. A questo punto sorge spontanea la domanda, in che percentuale 80%? Con un simile volume d’acqua asportato, le rocce presenti in vasca finirebbero all’asciutto, con tutte le conseguenze del caso. E la flora batterica? Così facendo, non si ha un sistema in continua maturazione?

    • Ciao Crestedlucifer

      Io penso più vicino al 90%.
      Se le rocce finiscono all’asciutto non succede mica nulla eh? Si parla di qualche ora al massimo, ma sarebbero comunque umide.
      Idem per la flora batterica, che rimarrebbe quella già presente nel film a contatto con le rocce, con i vetri etc

      • Grazie per la risposta tempestiva. Il mio dubbio nasce dal fatto che spesso, nelle guide, si legge di non far prendere aria alle rocce, per non incappare in nuova maturazione. Se così non fosse chiedo venia, le mie conoscenze si rifanno aolo a ciò che leggo eheh.
        Invece quando parlavo di batteri, intendevo quelli presenti nella colonna d’acqua, anche qui, spesso si legge: acqua matura..
        Ad ogni modo é un metodo davvero interessante, sarebbe bello ed utile avere ulteriori riscontri al riguardo, anche qualche contribuito fotografico di una vasca gestita in questo modo

        • Figurati ci mancherebbe, non credo che si abbia una nuova maturazione se la roccia rimane per qualche minuta non immersa nell’acqua, dal momento che rimane completamente umida. Altrimenti in mare con l’alta e la bassa marea sarebbe un massacro. Certo che se la lasci fuori dall’acqua per diverse ore è un discorso magari diverso.
          I batteri sono sulle rocce, e sul film umido che rimane in acquario, ce ne sono in abbondanza.
          Potrei chiedere a Calfo di approfondire e vediamo se riusciamo a scrivere un articolo in merito.

          Grazie del tuo commento

  4. ciao a tutti, seguo sempre con interesse le varie opinioni di gestione del reef, sopratutto quelle di Danilo. io gestisco la mia vasca di solo LPS e Molli con un fondo di sabbia corallina grossolana alta con molta roccia. gestisco l’acquario integrando l’acqua evaporata con un osmoregolatore collegato in due recipienti, 1 recipiente con acqua calcarea l’altro con acqua di mare diluita del 50%. il risultato è stupefacente.

    • Ma se integri acqua evaporata con acqua di mare aumenti la salinità continuamente.
      Inoltre diluendo l’acqua di mare e non utilizzandola subito ne uccidi molti degli organismi contenuti, con riversamento in acquario di organismi morti e quindi inquinamento. Oppure non ho capito bene io?

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