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Lo Zooplancton per nutrire SPS, LPS e pesci – rotiferi e copepodi

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I copepodi

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I copepodi si suddividono in base al loro stile di vita: possiamo semplicemente considerare due stili di vita differenti, il primo legato ad un substrato e il secondo libero di muoversi nella colonna d’acqua libera.

In acquario trovano maggiore diffusione, anche in prodotti commerciali, quelli che hanno uno stile di vita legato al substrato riconducibili ai Generi Tisbe spp., Tigriopus spp..  Questi Generi di copepodi possono raggiungere e superare il millimetro, fino a raggiungere svariati centimetri in alcuni patogeni. A differenza dei rotiferi, i copepodi presentano sessi separati riconoscibili facilmente con una lente d’ingrandimento poiché la femmina presenta nella regione posteriore due sacche ovigere con le uova in sviluppo. Altra differenza notevole tra rotiferi e copepodi è che quest’ultimi hanno un ciclo vitale di circa 28-30 giorni, mentre i rotiferi in 24 ore hanno almeno tre generazioni!
 
ciclo vitale del copepode
 
Questo ciclo vitale implica lo sviluppo dell’organismo attraverso varie fasi larvali successive che necessitano al contempo alimenti differenti. Subito dopo la schiusa conviene somministrare il fitoplancton mentre per una coltura adulta in accrescimento si preferiscono alimenti industriali molto piccoli, cisti di artemia decorticata (privata del guscio chitinico ed embrione morto) fino ai lieviti e colture batteriche.

Il copepode benché non gigantesco nelle dimensioni si muove attivamente con una propulsione a scatti e successive pause, il che li rende adatti alla cattura sia da parte dei pesci, che dei coralli SPS stoloniferi o zoantari. Anche se possono governare la direzione in un ambiente a bassa intensità di corrente, qualora si ritrovassero nel flusso di corrente forte (quello per esempio generato da una pompa di movimento) non sono in grado di opporsi, quindi a tutti gli effetti fanno parte del plancton (approfondite in questo articolo).

Il livello nutrizionale dei copepodi, rispetto agli alimenti somministrati, è veramente soddisfacente raggiungendo elevatissimi valori proteici (> 60%) che li rendono un ottimo sostituto di prodotti alimentari industriali solidi o liquidi o appositamente studiati per i coralli.

Ho potuto verificare che la predazione di copepodi da parte di tutte le specie a cui li ho somministrati, siano stati essi pesci di cattura o di allevamento, spavaldi o timidi, non hanno saputo resistere. Somministro questo alimento almeno due volte la settimana a tutti i pesci, con maggiore attenzione alle specie che ne richiedono in abbondanza come pesci freccia (Nemateleotris spp.), castagnole più o meno esigenti (Anthias e affini) o dragonetti (i già citati callionimidi: Synchiropus spp.).

La coltura può essere avviata utilizzando l’acqua di un cambio del nostro acquario, recuperandone così sia la temperatura che la carica batterica. A questa, oltre all’aggiunta di uno starter della specie di copepodi prescelta, si aggiunge, come già accennato, del fitoplancton (anche in blend di più specie) ed eventualmente lieviti o altri alimenti industriali molto fini (per esempio i mangimi scaduti).

L’intera coltura deve essere mantenuta con un buon movimento che è essenziale come già visto per i rotiferi, mentre l’illuminazione può essere omessa. Ultimamente sto consigliando di porre il contenitore all’interno della vasca tecnica di filtraggio (la cosiddetta sump) che evita di dover riscaldarla e nel contempo nasconde il tutto.

Il ciclo di sviluppo, come detto, è abbastanza lungo e questo implica almeno un paio di mesi prima di poter attingere con una certa regolarità una quantità sufficiente per un acquario di medie dimensioni e mediamente popolato.
Le specie di copepodi arpacticoidi (quelle che vivono vicino al substrato) reperibili non sono molte e sinceramente non saprei riportare caratteristiche delle singole specie o valutare quale sia la migliore o la più complicata da allevare. Le specie più diffuse sono quasi certamente Tigriopus spp. e Tisbe spp. sia per la loro facilità di allevamento che per la facilità di reperimento.

Le specie di copepodi calanoidi (quelle che vivono nella colonna d’acqua) sono reperibili quasi esclusivamente a livello professionale, ma soprattutto per essere allevate richiedono quantità d’acqua molto elevate dai 100 litri in su per singola coltura. La maggiore differenza riscontrabile quasi ad occhio nudo tra gli arpacticoidi ed i calanoidi è la lunghezza delle prime antenne, che nei calanoidi misura svariati micrometri, mentre sono quasi invisibili negli arpacticoidi.

Lo stazionamento in colonna d’acqua ed un movimento molto lento e solo in verticale, li rende facilissime prede da parte di tutti i pesci, ma sono soprattutto adatti ad Hippocampus (cavalluccio marino) e ad altri animali dello stesso ordine.

[Testo di Davide Mascazzini]

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