I rapporti Triton
Rapporto fra Azoto e Azoto rispetto allo ione nitrato 1:3 – rapporto Triton (N:NO3/N)
Il rapporto TRITON (N:NO3/N) contrasta la quantità di azoto legata negli NO3 e la quantità di altre specie di azoto. Per l’acquariofilo questo rapporto può essere utilizzato per valutare le prestazioni (dimensioni o efficienza) degli schiumatoi, per rilevare la presenza o la sovrabbondanza di ammonio / aminoacidi a causa del cattivo controllo dei nutrienti o del dosaggio al buio di fonti di carbonio e azoto. Si può inoltre comprendere lo sviluppo di batteri, cianobatteri ed alghe.
Mantenere il rapporto TRITON (N:NO3/N) a 1: 3 garantisce un equilibrio competitivo tra i produttori primari e mantiene i cianobatteri “entro i limiti” come buoni metabolizzatori dell’azoto.
Rapporto fra Carbonio, Azoto e Fosforo (N:C:P) 147:12400:1
Il “rapporto nutrizionale” più conosciuto tra gli acquariofili e il meno compreso, soprattutto per quanto riguarda il mantenimento degli acquari. Molti acquariofili sono a conoscenza del rapporto Redfield (1 Mol P: 16 Mol N: 106 Mol C) e lo usano come linea guida per acquari marini.
Noi abbiamo sempre puntato il dito su questo, perché abbiamo sempre creduto che il rapporto Redfield fosse una visione distorta della realtà, prendendo in considerazione quello che succede al fitoplancton in mare aperto con quello che invece dovrebbe succedere ai coralli su una barriera corallina, per giunta in un sistema chiuso quale è un acquario marino, per quanto grande sia. Anche Triton la pensa come noi, e anzi sottolinea come il RR non faccia distinzione fra carbonio inorganico e organico e suggerisce di non applicarlo negli acquari poiché fornirebbe un set point di circa 0,24 mg di carbonio inorganico – circa 117 volte inferiore all’acqua di mare. Allo stesso modo, se applicato al carbonio organico, fornirebbe valori circa 10 volte inferiori.
Sempre secondo Triton anche i valori Redfield per azoto e fosforo devono essere rivalutati in quanto sono spesso in netto contrasto con ambienti a basso contenuto nutrizionale come le barriere coralline. Tuttavia sottolineano come negli acquari di barriera non sia necessario bilanciare l’assorbimento di questi nutrienti poiché sia l’azoto che il fosforo possono comunque essere esportati dal sistema tramite denitrificazione, schiumazione o tramite l’impiego di resine antifosfati.
Triton, utilizzando un analizzatore di elementi CHNS modificato, ha condotto analisi su campioni provenienti da acque di barriera corallina e di acquari privati, per determinare il rapporto di set point appropriato per N-C-P in acquario. La deviazione dal rapporto così trovato è sfavorevole alla crescita ed alla salute dei coralli e può alla fine portare a problemi con batteri / cianobatteri anche se le altre misurazioni chimiche (test colorimetrici piuttosto che analisi ICP) sono buone.
Rapporto fra carbonio organico ed inorganico C(i):C(o) 9:1
Questo nuovo rapporto ci sarà sicuramente sconosciuto, perché fino ad oggi non era possibile discriminare fra carbonio organico ed inorganico. Grazie ai nuovi test N-DOC è invece possibile ricostruire questo rapporto. In questo modo sarà possibile scoprire l’impatto del carbonio inorganico e capire quanto effettivamente venga metabolizzato.
I valori dovrebbero essere mantenuti in equilibrio poiché l’aggiunta di carbonio inorganico è un parametro molto importante, se non il più importante nel mantenimento degli acquari marini secondo Triton. Questo perché gestisce il trasporto degli ioni carbonato impiegati nella formazione degli scheletri dei coralli duri, lumache e tridacne, ma anche la CO2 (come H2CO3) per la fotosintesi.
Rapporto tra Fosforo, Carbonio inorganico Carbonio organico e Azoto P:C(i):C(o):N 1:11150:1250:147
Questo rapporto TRITON è ottimizzato per gli acquari di coralli. Come già successo per i rapporti visti precedentemente, ancora una volta Triton ci propone un rapporto in contrasto con i valori del mondo naturale che, tra le altre cose, variano con latitudine, profondità e persino nel periodo dell’anno.
Grazie ai test N-DOC che possono discriminare fra carbonio organico ed inorganico, si mette insieme quanto visto prima, e si ottiene quello che possiamo considerare il rapporto finale, visto che correla le due forme di carbonio, con azoto e fosforo. Secondo Triton in questo modo si riesce a risolvere tutta una serie di problemi fino ad oggi quasi irrisolvibili, come la scarsa crescita e la colorazione dei coralli.
Triton per spiegarci la differenza con la sola misurazione del carbonio porta come esempio un sistema in cui le due forme di carbonio sono basse ma con Azoto e Fosforo alti, e pone come soluzione l’integrazione di un metallo alcalino terroso e di un sale di carbonio organico come può essere l’acetato di calcio che possono risolvere lo squilibrio abbassando i nutrienti a causa della metabolizzazione dell’acetato e aumentando il carbonio inorganico partendo dall’H2CO3 formato dalla CO2. Ma questa soluzione non sarebbe adeguata, anzi causerebbe problemi, se il carbonio inorganico fosse alto.
Conclusioni
E’ indubbio come i nuovi test N-DOC abbiamo aperto nuove possibilità agli acquariofili, e bisogna dare merito a Triton di come stia spingendo la ricerca in questo ambito. Sicuramente una lettura di questo test potrebbe indicarci il modo di risolvere problemi in cui non riusciamo, con i metodi standard, a eliminare. Inoltre permette, ancora una volta, di vedere oltre il Rapporto Redfield, che, secondo me, crea più problemi di quanti ne risolva. Ben venga quindi una migliore conoscenza dei sistemi, soprattutto chiusi, e che ci possano permettere di gestire al meglio, e con più conoscenza i nostri acquari marini.
Vista la complessità del tema, mi aspetto sicuramente tante domande.
[Il documento originale Triton lo potete consultare qui]