Le zeolite è un minerale che non tutti usano in acquario marino, alcuni la usano ed alcuni la detestano, cosa c’è di vero? Approfondiamo assieme.
Ne parlavamo con alcuni acquariofili proprio qualche ora fa (ieri per voi che leggete) e come spesso accade su questione acquariofile non eravamo tutti concordi sulla sua utilità. Ma andiamo con ordine e vediamo anche qualche nuova riflessione su questo vecchio minerale.
Per farlo partiamo da cosa sia la zeolite, ed attingo a pieni mani dal mio libro “La zeolite è un minerale costituito da una struttura regolare e altamente porosa la cui caratteristica principale è la presenza di un altissimo numero di volumi vuoti internamente ai cristalli che la compongono“, quindi lasciando perdere per un momento le sue caratteristiche chimiche, è una struttura perfetta per far annidare i batteri. Un ottimo substrato per un filtro biologico. Ma ovviamente non è solo questo, anzi la parte interessante deve ancora arrivare.
La zeolite e la chimica
La zeolite usata in acquariofilia ha la capacità di scambiare ioni sodio Na+ con ioni ammonio NH4+, impedendo quindi che una parte di ioni di ammonio, che non è tossico, si trasformi in ammoniaca NH3 che invece è molto pericolosa. In questo modo è possibile, tra l’altro, agire sulla parte iniziale del ciclo dell’azoto e quindi ridurre i nitriti e i nitrati che derivano dalla trasformazione (semplificata):
NH4+ > NH3 > NO2 > NO3 > NO
Dobbiamo però considerare che la quantità di ammonio che viene intercettato è molto bassa, perché la maggior parte arriva prima sulle rocce e quindi catturato dai batteri e ridotto fino alla scissione di azoto e ossigeno gassosi. Ovviamente la zeolite ha ancora meno potere nella riduzione dei nitrati esistenti, un modo carino per dire che li ignora completamente.
La zeolite e la biologia
A meno di avere in acquario un elevato numero di pesci, e quindi una elevata concentrazione di ione ammonio, la zeolite lavorerà poco chimicamente, ma si occuperà soprattutto di eliminare quelle tracce che ancora sono presenti. Tracce elevate se si hanno molti pesci appunto, oppure tracce infinitesimali. Questo si vede bene nei metodi a riproduzione batterica perché si toglie ai coralli una delle fonti che loro preferiscono per assumere azoto, l’ammonio appunto. Quindi ai coralli manca una parte di nutrimento e tipicamente arrivano a schiarirsi. La zeolite non è ovviamente l’unica responsabile di questo, ma porta un qualcosa in più al sistema. Se siamo arrivati fino ad un certo livello, con la zeolite possiamo andare un po’ oltre.
Chimica o biologia?
Ma andiamo oltre. Per funzionare chimicamente la zeolite deve essere scossa continuamente perché altrimenti sedimenti e batteri si annidano sulla sua superficie e si rischia che la zeolite cominci a lavorare come filtro biologico e non più come filtro chimico. Questo potrebbe comportare addirittura un aumento di nitrati in acquario, perché l’ammonio non viene più intercettato dalla parte chimica del materiale, ma viene intercettato dai batteri che esistono sulla sua superficie, e che lo demoliscono fino a ridurlo in nitrato. L’aumento in acquario è infinitesimo, pari alla riduzione della concentrazione dei nitrati nel caso in cui la zeolite venga ben scossa. Un contributo comunque lieve sia in un verso che nell’altro. Se la scuotete male i due contributi potrebbero annullarsi e non ottenere mai una riduzione di nitrati percepibile, che è quello che io credo. Ma in ogni caso avrete sempre una riduzione (tanta o poca) del cibo biodisponibile per i coralli sotto forma di ammonio.
I batteri come cibo per coralli
Noi sappiamo che alcuni batteri vengono predati dai coralli. Ricordiamo che le dimensioni dei batteri sono solitamente dell’ordine di pochi micrometri, ma possono variare da circa 0,2 µm fino a 30 µm. Quando andiamo a scuotere la zeolite, analogamente al fatto che lo facessimo su qualsiasi substrato molto poroso, alcuni batteri si staccano dalla superficie e cominciano a fluttuare in acquario, diventando facile preda dei coralli che visivamente aumentano l’estroflessione dei polipi. Questo avviene anche quando puliamo i vetri dell’acquario, con la differenza che la quantità di batteri presenti nella zeolite è infinitamente maggiore. Ricordatevi però di scuoterla molto bene altrimenti i batteri sulla superficie possono diventare antagonisti della filtrazione chimica della zeolite stessa, producendo nitrato oltre che ridurre ammonio.
Conclusioni?
Quindi possiamo dire che:
- La zeolite intercetta l’ammonio e lo lega chimicamente;
- I batteri presenti nella sua porosità intercettano l’ammonio, ma anche l’ammoniaca ed i nitriti e li trasformano in nitrato, più passa il tempo maggiore diventa questa parte, a meno di scuotere la zeolite;
- Scuotendola si libera il film batterico che funge da alimentazione per i coralli e si pulisce la superficie del materiale dai batteri, quindi ricomincia a funzionare meglio come filtrazione chimica;
- L’utilizzo della trasformazione chimica della zeolite toglie cibo fortemente biodisponibile ai coralli, quell’estrazione dell’azoto che è energeticamente favorevole per il corallo stesso;
- Necessario l’uso di un filtro per zeolite, altrimenti il suo utilizzo potrebbe essere addirittura deleterio, con un aumento di nitrati.
- In natura il ciclo completo dell’azoto è gestito dai batteri sulle rocce, e quello che rimane è adeguato per gli organismi marini, usando la zeolite invece andiamo a rompere quell’equilibrio portandoci ad un ambiente sbilanciato verso la troppa pulizia dell’acqua.
Cosa ne pensate voi? La utilizzate? Sapete perché la utilizzate?