“Avete mai voluto una vasca di 500,000 galloni completa di squali con un immenso tunnel in acrilico nel vostro salotto?”
“O magari qualcosa di più piccolo come un acquario marino gigante a bordo del vostro yacht?
Mentre questi immensi e costosissimi acquari sembrano pura fantasia, nei fatti in Medio oriente essi sono dei concreti e fiorenti sistemi acquatici!”
Francis Yupangco, biologo marino con oltre 20 anni di esperienza nella gestione professionale di acquari è l’autore di un curioso articolo apparso sul sito Reefs.com.
Forse qualcuno di voi avrà intravisto Francis in televisione, visto che è co-protagonista della serie “Fish Tank Kings”, in onda sul canale di intrattenimento naturalistico Nat Geo Wild.
La serie, in programmazione in Italia sulla piattaforma Sky con il nome de “Il Re degli Acquari”, rispecchia oltremodo i gusti di oltre oceano, ed oltre che sui grandi acquari privati di proprietà di ricchi industriali o celebrità americane e non, si sofferma spesso su strutture messe a disposizione del pubblico in locali, ristoranti nonché parchi tematici e così via, scadendo purtroppo non di rado nel cattivo gusto, almeno per quanto riguarda la discutibile decisione di utilizzare comunemente coralli o piante finte.
Questa scelta, che lascia sicuramente perplessi noi europei, abituati a vedere nei nostri acquari solo coralli vivi, si rivela purtroppo obbligata quando si debba allestire con costi contenuti una struttura di dimensioni considerevoli e bisogna rispettare precisi tempi di consegna del “prodotto”. Immaginiamo di dover aprire un parco tematico, con cospicui investimenti di sponsor, enti locali e privati che premono affinchè tutto sia pronto nei tempi stabiliti; non credo sarebbero molto contenti se ad allestimento completato chidessimo di aspettare qualche mese per far crescere le talee prima di aprire al pubblico…
Sicuramente l’utilizzo di “surrogati” siliconici colorati ci verrebbe in aiuto facendoci anche risparmiare qualcosa, se non altro perché non dovremmo preoccuparci del tasso di mortalità anche a fronte di una gestione non proprio perfetta dell’intero ecosistema.
Ad ogni buon conto l’effetto scenico è assicurato e più di una volta il programma ci ha dato testimonianza di piccole “perle” di acquari, che eccellono soprattutto dal punto di vista della composizione visiva, con un utilizzo sapiente di tecniche di acquascaping per rendere un prodotto davvero gradevole alla vista.
“Ho avuto il piacere di progettare e condurre molti super-acquari privati simili durante il mio incarico di “direttore delle operazioni e Curatore” svolto dal 2004 al 2009 presso la Issham Aquatics, una delle più grandi compagnie per la costruzione e gestione di acquari pubblici e commerciali.”
“Questi immensi acquari privati sono progettati, costruiti e gestiti in modo migliore che qualsiasi acquario pubblico. Vengono usati i migliori materiali di costruzione e la gestione è affidata ad esperti biologi marini occidentali.
Uno dei più grandi acquari residenziali del pianeta è di oltre 500,000 galloni di volume, ed è ubicato in un palazzo reale nel mezzo del deserto saudita, a migliaia di miglia da ogni fonte di acqua salata. L’acquario ospita dozzine di squali e razze, alcuni dei quali nati in cattività presso la struttura che funge da quartier generale e Reserch & Development della Issham, sul Mar Rosso a Jeddah, Arabia Saudita.
L’immenso acquario ha richiesto oltre 2 anni per il completamento ed è supportato a tempo pieno da uno staff di 7 acquaristi e tecnici logistici, oltre ad un curatore di provata esperienza dall’Inghilterra.”
Francis continua a raccontarci le sue esperienze di lavoro:
“Uno dei miei favoriti viaggi di shopping incluse il noleggio di un aereo cargo ex militare del tipo Antonov-12 per trasportare alcuni Squali tigre adulti ad un acquario privato in mezzo al deserto.”
“Come si rifornisce un acquario di 500,000 galloni?
Prima del divieto di esportazione sui pesci ornamentali marini, in vigore in Arabia Saudita dal 2007/8, la Issham Aquatics era la più grande ditta di raccolta ed esportazione di pesci del Mar Rosso nel mondo. Dopo che il divieto divenne esecutivo, la compagnia si concentrò nella fornitura di animali per i loro progetti di costruzione di grandi acquari pubblici e privati sul territorio. Sorprendentemente, molti dei clienti con cui avevo trattato, avevano un grande interesse nell’oceano e nella vita marina ed erano veri appassionati di acquari. Trattare con questi clienti è stato davvero piacevole e spesso sono stato incaricato di trovare animali estremamente rari come il Rhina ancylostoma (Razza chitarra bocca arcuata).”
“All’epoca c’erano solo pochi esemplari conosciuti della specie Razza chitarra bocca arcuata in cattività, e io ne avevo tre di loro. Solo felice di dire che tutti e tre stanno ancora crescendo e stanno bene anche oggi.”
Certo che parlare di questi acquari fantascientifici con i tempi che corrono, soprattutto nel delicato contesto italiano, dove l’acquaristica sembra aver risentito più che mai della crisi generale, non fa altro che acutizzare l’amarezza per la condizione attuale del settore in Italia.
Basterebbe pensare alle defezioni di aziende da sempre dentro questo mercato alla recente fiera Zoomark di Bologna (ne abbiamo parlato qualche tempo fa in questo articolo), per capire che la crisi che attanaglia tutto il comparto dell’acquariologia in Italia, è marcata e purtroppo difficile da risolvere.
E a questo non giova neanche la diatriba che negli ultimi anni ha visto protagoniste le varie fazioni di acquariologi italiani, che spesso soggetti alle logiche di mercato e vicini all’una più che all’altra azienda produttrice, hanno tralasciato (ma questa è una mia personale opinione) quello che dovrebbe essere lo spirito di ricerca, discussione e condivisione delle esperienze che sta alla base di questo hobby.
Fatta salva la sacrosanta necessità delle aziende di proporre e vendere prodotti (alcuni dei quali purtroppo di discutibile utilità) sono convinto che una crescita comune ed un innalzamento generale del livello di conoscenza e competenza sia il presupposto fondamentale per una rifondazione del settore che non si tramuti soltanto in una mera corsa all’acquisto della boccetta colorata di ultima generazione.