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Reattore di Calcio UltraReef UCS120 – recensione

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Montaggio

Il montaggio del reattore di calcio è estremamente semplice ed è praticamente impossibile sbagliarsi grazie anche al semplicissimo schema di funzionamento.

Come abbiamo visto ingresso ed uscita dell’acqua sono intercambiabili, e la CO2 è obbligata. Non c’è possibilità di sbagliarsi, anche volendo.

Il reattore è stagno e grazie all’alimentazione fornita da una pompa supplementare è possibile installarlo sia all’interno che all’esterno della sump. Io consiglio nel caso però di non appoggiarlo in terra ma all’interno di un piccolo recipiente in plastica per scongiurare una eventuale micro perdita d’acqua o una qualche tracimazione dai vari raccordi rapidi di tipo john guest.

Le caratteristiche della pompa sono le seguenti, fra parentesi i valori misurati nella nostra prova:

Sicce Syncra 1.5
Portata 1.350 l/h (1.152)
Prevalenza 1,8 m (1,7)
Consumo 23 w (18,4)
Lunghezza 103 mm
Larghezza 46 mm
Altezza 78 mm
Costo Energia Elettrica annuale 54 euro (43 euro)

Il materiale di riempimento preferito per questo tipo di reattore con diffusore dal basso è senza dubbio la corallina di medie dimensioni o la corallina jumbo, anche l’ARM, soprattutto quella a grana grossa, potrebbe non essere un grosso problema visto il sistema di diffusione. Sconsiglierei invece l’utilizzo di materiali molto minuti come il carbonato di calcio. Infatti in presenza di materiali molto compatti il diffusore potrebbe non riuscirebbe a garantire la stabilità del pH lungo tutta la colonna del reattore, con una perdita di efficienza non indifferente. Inoltre il materiale molto fino potrebbe entrare all’interno del diffusore peggiorando la resa del reattore stesso. Problema che non si presenta invece in presenza di materiale più grossolano.

Dopo aver collegato la pompa sotto di esso e posizionato il reattore in sump si possono collegare i vari tubicini, il contabolle, la valvola di non ritorno e la bombola di CO2.

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Il primo rubinetto di uscita fornito da UltraReef non era ottimale, e mi è stato prontamente cambiato, da allora devo dire che non si è mai ostruito… ancora. Infatti sotto potete quello originale, davvero ostico…

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Mentre qua sotto vedete quello che UltraReef ha poi inserito di serie in ogni reattore, il rubinetto è identico a quello che anche LGMAquari inserisce nei propri reattori, ed il funzionamento è, almeno per adesso, impeccabile.

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Durante l’uso non si segnalano problemi di sorta, in oltre 6 mesi di utilizzo intensivo non si è mai fermato ed ha sempre funzionato come un orologio, anche in presenza di blackout elettrici, veri o simulati, laddove ha ripreso la sua funzionalità al ripristinarsi della corrente elettrica senza problemi.

Sistema di rabbocco del materiale

Il caricamento del materiale avviene, come in tutti i reattori di calcio, dall’alto. Per poter procedere è necessario svitare le 8 viti in acciaio AISI316 (in futuro in titanio) ed estrarre la calotta superiore, con tutti i cavi collegati. Basta essersi premuniti precedentemente di togliere l’alimentazione alla CO2, all’acqua di ricircolo ed alla pompa, per poter lavorare direttamente in sump, senza dover estrarre nulla.

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A molti il sistema a viti non piace, io invece lo preferisco, a parte il sistema Elos, che probabilmente è inarrivabile per praticità come potete leggere nella recensione del reattore Elos REA 120 Plus, perché mi consente di rabboccare il materiale senza dover per forza estrarre il reattore, e senza dover svitare la calotta stessa.

Il reattore si riesce in ogni caso a smontare completamente e diventa perfettamente ispezionabile con le mani, in questo modo è possibile pulirlo completamente a fondo senza particolare impegno, operazione che è consigliato fare almeno una volta all’anno.

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La taratura manuale

La regolazione del reattore è estremamente semplice e deve essere fatta regolando manualmente il numero di bolle di CO2 in ingresso tramite il riduttore di pressione presente sulla bombola di CO2, bilanciandole con le gocce in uscita dal reattore tramite il rubinetto fornito in dotazione.

Io consiglio di cominciare in genere con una bolla di CO2 in ingresso ogni 2 secondi e con una goccia d’acqua al secondo in uscita dal reattore. La gestione della CO2 regolerà il pH interno mentre la gestione delle gocce ne regolerà il bilanciamento totale. In pratica la CO2 in ingresso, e quindi il pH interno, mi dice quanto materiale posso sciogliere, mentre le gocce in uscita mi dicono quanto materiale sciolto andrò ad immettere in vasca. Al fine di una corretta taratura del reattore si procederà al controllo dei valori di Ca, kH e Mg prima dell’inserimento del reattore stesso, poi si procederà al montaggio ed alla sua taratura, e dopo aver atteso almeno una giornata si procederà a fare una seconda tornata di misurazioni, una in vasca ed una in uscita dal reattore, per vedere se il contenuto di Ca e di Kh sia sufficiente.

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A questo punto si confronteranno i valori in uscita dal reattore a confronto con quelli in vasca. Per avere una ottima efficienza il reattore dovrebbe avere un Kh maggiore di 30 in uscita, quindi se alla seconda misurazione il Kh è inferiore si procederà ad aumentare le bolle di CO2 in ingresso, senza regolare le gocce in uscita. Si attenderà ancora una giornata e si eseguiranno nuovamente le misurazioni. Una volta che il Kh sarà maggiore di 30 (ma anche 35 o 40 va bene), si andrà a confrontare il valore di Ca in vasca prima del montaggio del reattore e dopo il montaggio dello stesso. Se il valore è calato si dovrà incrementare l’uscita, se il valore è identico va bene così, se il valore è aumentato troppo si potrà abbassare lievemente il numero di gocce in uscita. A questo punto si presenta un piccolo problema, in quanto variando il flusso in uscita varia anche il pH interno del reattore, in quanto con la stessa quantità di CO2 dovremo trattare una quantità maggiore o minore di acqua. Bisogna quindi variare leggermente le bolle di CO2 in accordo con l’aumento o la diminuzione del flusso. E’ necessario considerare che con il tempo i nostri coralli cresceranno ed avranno bisogno di sempre più calcio e quindi bisognerà ogni tanto ritarare il reattore, inoltre man mano che il nostro materiale di riempimento diminuirà all’interno della colonna di contatto diminuirà anche la sua efficienza, quindi consiglio di tenere il reattore pieno almeno per 3/4 e di rabboccarlo spesso.

La taratura con sonda pH ed elettrovalvola

Per semplificarci il lavoro e per avere un risultato “potenzialmente” migliore è possibile utilizzare una elettrovalvola comandata da una sonda pH, da inserire all’interno della colonna di contatto. In questo modo la sonda leggerà il valore all’interno del reattore e noi potremo regolare la nostra elettrovalvola in modo che permetta l’erogazione della CO2 quando la lettura superi un certo valore. Nel mio caso ho impostato il mio Biotopus per erogare CO2 al di sopra di un pH di 6.25. Con il mio materiale corallino e questa impostazione ho una uscita di circa 600 ppm di calcio con un Kh di circa 42. Il consumo di CO2 non è eccessivo, riuscendo con 1 kg di CO2 ad alimentare il reattore per circa 30-45 giorni.

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L’utilizzo con la sonda ha il suo maggior vantaggio nella continuità di erogazione del reattore di calcio, che quindi uscirà a valori pressoché costanti anche al diminuire del materiale, e soprattutto nell’evitare un sovra dosaggio di CO2 dovuto magari alla diminuzione del materiale stesso o a variazioni di portata da parte della pompa di alimentazione. L’unico problema è quello di procedere alla taratura costante della sonda pH che tende a “stararsi” dopo poco tempo, diciamo attorno ai 40/45 giorni, valore che poi deve essere regolato sulla base della propria esperienza.

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Per chi volesse poi ottenere il massimo da una perfetta regolazione del reattore di calcio, si potrebbe anche fare la seguente valutazione, indicata soprattutto per tutti quegli acquariofili che hanno problemi di alghe inferiori in vasca, che come sappiamo sono stimolate dal trovare un pH basso in acquario. L’abbassamento del pH dell’acquario dovuto all’uscita di acqua con pH basso è un fenomeno che diventa critico infatti soprattutto di notte, quindi grazie all’adozione dell’elettrovalvola e di un timer, o di un computer programmabile, si potrebbe far funzionare il reattore di calcio soltanto di giorno, bloccandone l’uscita nelle ore notturne tramite lo spegnimento della pompa esterna di alimentazione, ma lasciando in funzione la pompa di ricircolo ed il comando della CO2 da parte dell’elettrovalvola. In questo modo infatti si eviterebbe di contribuire all’abbassamento del pH notturno. L’acqua nel reattore continuerebbe ad essere mantenuta in ricircolo e la CO2 non verrebbe dosata perché controllata dall’elettrovalvola, senza quindi che vi siano problemi dovuti alla stagnazione dell’acqua nè ad un eccessivo carico di CO2 nel reattore.

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