Home ACQUARIO DOLCE La correzione della conduttività – i valori chimico fisici ottava parte

La correzione della conduttività – i valori chimico fisici ottava parte

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foto Zupo (1)

Nella puntata precedete abbiamo preso in considerazione il significato della conduttività e spiegato che questo parametro, prodotto da qualsiasi composto ionico in soluzione, può spiegare con precisione una serie di processi che avvengono in acquario, permettendoci di correre ai ripari prima che l’equilibrio biologico risulti incompatibile con la corretta crescita di piante e pesci.

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Ammoniaca, nitriti, nitrati, anidride carbonica, metalli pesanti, durezza temporanea e permanente, pH, fosfati, silicati ed innumerevoli altri valori dell’acqua influiscono sulla conduttività.

Ovviamente ogni composto che contribuisce alla conduttività va eliminato mediante sistemi adeguati alla sua natura. Partiamo dai sali responsabili della durezza: li elimineremo utilizzando un sistema ad osmosi inversa. È certamente il sistema più rapido ed economico per trattenere questi sali ma va utilizzato prima di aggiungere l’acqua in acquario. Nel caso in cui la conduttività aumenti insieme alla durezza temporanea, in un acquario già allestito, dovremo ritenere che siano presenti materiali calcarei in grado di sciogliersi lentamente in acqua. Dopo averli eliminati, potremo comunque agire sui sali della durezza, utilizzando delle resine a scambio ionico, possibilmente delle resine a letto misto, in grado di eliminare sia gli anioni sia i cationi. Questo riporterà la situazione all’equilibrio.

Se, al contrario, l’aumento della conduttività è coerente con una produzione eccessiva di alghe, allora dovremo indagare sui composti inquinanti, quali nitrati, nitriti, ammoniaca, fosfati. Trovandoli alti potremo sostituire parte dell’acqua, oppure utilizzare delle resine selettive –anti-nitrati o anti-fosfati- per ripristinare condizioni ambientali ideali.

foto Zupo (3)

In alcuni casi potremo notare che sia la durezza totale, sia gli inquinanti sono in concentrazioni accettabili e dovremo quindi esplorare altre ipotesi. Potremo misurare la concentrazione di anidride carbonica in soluzione, oppure ipotizzare la presenza di sali di metalli pesanti. In quest’ultimo caso, purtroppo, non avremo molte possibilità di eliminarli selettivamente e dovremo piuttosto sostituire una parte considerevole d’acqua, per evitare che la loro presenza produca fenomeni di intossicazione a carico dei pesci.

Conduttività e pH sono in vari modi correlati. Alcuni composti, come i fosfati, fanno aumentare la conduttività e scendere il pH. Quindi, misurando una conduttività che sale ed un pH che scende nell’acquario d’acqua dolce potremo senza dubbio andare a misurare la concentrazione di questi composti inquinanti. Al contrario altri inquinanti, come i nitriti, fanno salire il pH ed aumentare la conduttività. L’anidride carbonica, che si scioglie in acqua sotto forma di acido carbonico, fa salire la conduttività ed il pH. In questo caso potrebbe trattarsi di un fenomeno voluto dall’acquariofilo, anzi, prodotto volontariamente mediante l’uso di un apposito diffusore. Se, al contrario, il pH scende e la conduttività sale mentre i pesci soffrono, in acquari contenenti una vegetazione insufficiente, dovremo supporre che uno squilibrio ecologico sta producendo un eccesso di acido carbonico, da combattere con pompe di circolazione e pietre porose. Anche in questo caso, dunque, la misura dei due parametri mediante semplici sonde ci permetterà di identificare trend importanti per la gestione dell’acquario.

foto Zupo (2)

Converrà anzi prendere la buona abitudine di annotare su carta i risultati delle periodiche (frequenti) misurazioni di pH e conduttività, in modo da avere tempo di esaminare la situazione con calma, analizzare i trend temporali e identificare prima ipoteticamente, poi mediante successive analisi a conferma, i parametri che stanno producendo squilibri.

In definitiva, la conduttività da sola non è in grado di spiegare cosa sta accadendo in acquario, ma questo parametro riassuntivo, al pari del pH, permette di tenere sotto controllo la qualità dell’acqua ed i processi chimici e biologici che stanno avvenendo in acquario. Trattandosi di un parametro che può essere misurato anche ogni giorno con regolarità (basta immergere una sonda in acqua per pochi secondi e leggere il valore sul display) potremo utilizzarlo spesso per valutare l’andamento di un acquario d’acqua dolce. Possiamo anzi affermare che misurando il pH e la conduttività e leggendo valori costanti ed ideali, potremo evitare il ricorso ad altre misurazioni per qualche tempo. Al contrario, misurando un pH che sale o scende eccessivamente, oppure una conduttività che aumenta progressivamente, avremo bisogno di effettuare ulteriori indagini, come sopra spiegato, per comprendere la causa del fenomeno e correggere opportunamente i valori dell’acqua.

Discus

Un acquario d’acqua dolce contenente acqua con pH prossimo alla neutralità e conduttività molto bassa si presenta limpido, equilibrato, luminoso. Le piante crescono bene (se tutte le altre condizioni indispensabili sono rispettate, come nel caso dell’anidride carbonica, dei fertilizzanti liquidi, della luce e del fondo) e le loro foglie sono verdi, lisce, trofiche. In un acquario d’acqua dolce con conduttività troppo elevata noteremo che le piante stentano a crescere, l’acqua è spesso torbida a causa dei batteri che utilizzano i composti disciolti per il loro trofismo, le foglie delle piante si ricoprono lentamente di alghe a pennello e ciuffi di alghe filamentose possono apparire in alcune zone del fondo, sottraendo luce al prato. I pesci spesso soffrono a causa del pH inadeguato (i composti responsabili della conduttività agiscono spesso sul pH, come suddetto) ed appaiono poco vispi perché intossicati da sostanze inquinanti. Dunque anche l’aspetto dell’acquario potrà indurci ad effettuare misurazioni dei due più importanti parametri dell’acqua –pH e conduttività- per indirizzare le nostre future indagini e mettere in atto opportune manovre correttive.

Un vantaggio dei misuratori di conduttività, rispetto a quelli elettronici di pH, è la stabilità dei risultati ottenuti. Una volta tarata la sonda lavora bene per mesi, anche in assenza di ulteriori verifiche. Al contrario, le sonde pH necessitano di frequenti tarature per poter fornire risultati affidabili. Motivo in più per acquistare una piccola sonda per la misura della conduttività, tenendo conto che si tratta di un accessorio economico ed utilissimo per la quotidiana gestione dell’acquario d’acqua dolce.

foto Zupo

Le altre parti del corso uscite finora:

Bibliografia:

valerio zupo chimica in acquario piacca durezza e altre storiePiacca, durezza & altre storie – Valerio Zupo

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