Il mercato ci propone novità interessanti quasi ogni giorno e molte di queste sono destinate a rendere migliore l’acquario, riducendo i nostri sforzi. Solo alcune, però, sono veramente rivoluzionarie. È il caso, a nostro avviso, di un prodotto totalmente innovativo proposto recentemente da JBL: il misuratore dei valori dell’acqua ProScan.
Gli appassionati dell’acquario marino hanno spesso necessità di misurare in modo fine anche la concentrazione di soluti poco abbondanti e a questo scopo si rivolgono talvolta a ditte specializzate che fanno uso di strumentazioni di laboratorio, molto sofisticate. Gli appassionati di acqua dolce non hanno (per fortuna!) esigenze tanto onerose e si limitano, in genere, ad effettuare delle misure di base dei valori dell’acqua -pH, durezza, inquinanti azotati, fosfati- mediante misuratori liquidi. Purtroppo tali misurazioni comportano un elevato dispendio di tempo. Per questo motivo alcuni si affidano ai dati prodotti da cartine multi-test, meno precisi ma, tutto sommato, più stabili nel tempo. Infatti, uno dei problemi proposti dall’uso dei misuratori liquidi è la loro stabilità temporale. Essi scadono dopo un certo numero di mesi dalla data di fabbricazione ed i negozianti stessi, in alcuni casi, hanno difficoltà a determinare fino a quando il prodotto sia sufficientemente accurato da poter essere venduto. Le misurazioni effettuate mediante stick multi-test, al contrario, sono più stabili perché si basano su pigmenti tenuti a secco. La loro minore precisione è dovuta alla difficoltà di leggere lievi differenze di colorazione, essendo questi caratterizzati da singoli pigmenti che, immersi nell’acqua, cambiano di tonalità.
Recentemente è apparso sul mercato un prodotto in grado di risolvere tutti questi problemi, offrendo misurazioni economiche, precise, rapide e semplici da effettuare! Si chiama ProScan, è prodotto da JBL e ci pare, sinceramente, come una delle novità più significative degli ultimi anni, destinata a rivoluzionare il campo delle misurazioni dell’acqua. Come funziona?
Il cuore del prodotto è rappresentato da stick multi-test in grado di misurare (per ora solo in acqua dolce) il pH, la durezza totale e quella temporanea, la quantità di nitriti e nitrati disciolti nonché la concentrazione di cloro (da usare evidentemente per le acque nuove) e di anidride carbonica disciolta. In pratica, tutti i valori indispensabili per conoscere lo stato di un acquario d’acqua dolce, ad esclusione di potenziale redox (che essendo un parametro elettrochimico richiede misurazioni di tipo diverso) e fosfati. Evidentemente, una misurazione accurata di tutti questi valori richiederebbe l’acquisto di ben sette test diversi e tempi totali di misura non inferiori a 20-25 minuti. Utilizzando ProScan si riesce ad analizzarli tutti con una spesa attorno ai 50 centesimi (!) in totale, nell’arco di un minuto! Vi pare poco?
Aggiungiamo allora che il software in dotazione analizza anche le varie coppie di valori ottenute, le confronta e vi fornisce indicazioni specialistiche sulle manovre da adottare per correggere eventuali valori fuori scala, oltre che sui prodotti (ovviamente scegliendo nella gamma JBL) da utilizzare all’uopo.
Il tutto è reso possibile da un’idea rivoluzionaria: utilizzare la fotocamera dei moderni telefonini come un colorimetro. Cosa perfettamente possibile, ovviamente, anche se nessuno ci aveva pensato prima. Le fotocamere degli smartphone sono, infatti, sempre più sofisticate è certamente in grado di discriminare tonalità diverse dello stesso colore… meglio del nostro occhio.
La confezione base di ProScan contiene la solita provetta di metallo che permette di conservare secche le bacchettine del multi-test, oltre ad una particolare scala cromatica. Non è la “solita” scala cromatica destinata a favorire le vostre misurazioni “occhiometriche”‘ ma una particolare scala, fornita su plastica, che serve al vostro telefonino per tarare lo zero, ovvero, per far sì che un quadratino bianco, illuminato sotto la luce di una lampada “calda” non venga considerato rosa. Una sorta di “bilanciamento del bianco”, dunque, che si applica a colori diversi. È un processo simile a quello che viene applicato nei laboratori di analisi per tarare lo zero degli strumenti, prima di effettuare la misurazione. Voi non dovrete fare altro, dopo avere immerso la striscetta multi-test nell’acqua dell’acquario, che poggiarla al centro della scala colorimetrica di riferimento e premere “start” sul quadrante dell’app specifica, scaricata dal telefonino (di cui vi diremo tra breve). A questo punto parte un timer tarato ad un minuto. Tenete il telefonino fermo sopra la scala colorimetrica e la striscetta perché tra pochi secondi (il termine del periodo verrà indicato anche da un segnale acustico) si accenderà la fotocamera e scatterà una foto. Quest’ultima viene immediatamente analizzata, i colori della striscetta di misurazione saranno confrontati con i minimi ed i massimi riportati nella scala colorimetrica ed un algoritmo calcolerà l’esatto valore per ogni parametro chimico-fisico. Dopo pochissimi secondi, infatti, vedrete comparire una schermata simile a quella delle figure che presentiamo in queste pagine, in cui si legge direttamente il valore pH, quello delle durezze (GH, KH) in gradi tedeschi e quello dei soluti principali, in mg/l. Ogni valore viene valutato e, nel caso, vi vengono offerti consigli per correggerlo. I dati ottenuti, inoltre, possono essere inviati subito al vostro indirizzo di posta elettronica (o ad altri strumenti, sotto forma di sms, ecc.) per essere conservati e comparati in futuro. Non c’è dubbio: le misurazioni dell’acqua non sono mai state tanto semplici e divertenti.
Molto carino e divertente.
Ingegnosa la calibrazione della fotocamera con la scala cromatica anziché con un classico grigio medio.
Mi piacerebbe sapere se avete provato ad effettuare più letture (nell’arco dei 2 minuti in cui i valori si mantengono stabili) con sorgenti luminose differenti, magari anche sotto luci attiniche che sfalsano completamente i colori.
^_^
No. Le misurazioni sono state effettuate sempre sotto luce bianca. Cambiare luce mentre passa il tempo aggiungerebbe una seconda variabile rendendo impossibile risolvere il problema. D’altra parte le istruzioni consigliano di usare una luce bianca diurna e il motivo c’è. Anche in laboratorio, uno spettrofotometro lavora con lampada che produce uno spettro molto ampio e completo. Se mancano frequenze è ovvio che alcune misurazioni saranno falsate. Quindi consiglierei di usare una luce diurna o comunque una luce con spettro completo per ottenere i migliori risultati in termini di precisione e costanza dei risultati,
Valerio Zupo
ma quindi è un prodotto destinato solo all’acquario dolce?
Ciao Jacopo, diciamo che dipende che acquario di acqua salata tu abbia… se hai bisogno di conoscere i nutrienti nella scala molto bassa, non è indicato, ma magari arriveranno altri prodotti simili dedicati anche per l’acqua salata.
Il problema non è che non funzioni, ma che le scale sono troppo dilatate verso l’alto.
Chiedo perdono per rispondere solo oggi. Sì, in effetti questo prodotto viene suggerito da JBL solo per acqua dolce e infatti l’articolo è stato scritto nella serie per l’acquario dolce. Non escludo però che in futuro la stessa JBL, proprietaria di questa tecnologia, possa mettere in commercio simili prodotti per acqua marina.
é di una comodità disarmante, però ho confrontato il test con i test a gocce (appena comprati) e ne condivido i risultati:
Lettura con Jbl Pro Scan: ph 6,8, Kh 4,5, Gh 4
Lettura con gocce: Ph (sera) Tra 6,5 e 7 (6,8 ci sta), Kh 8 (aquili), Gh 9,5 (sera)
Ciao Andrea, in effetti c’è un po’ di differenza, ma non sappiamo chi dei due possa avere ragione… andrebbero fatte delle misurazioni su valori certificati, oppure fare delle misurazioni e poi mandare la stessa acqua ad analizzare con i sistemi Triton o Fauna Marin per essere sicuri del risultato.
All’epoca del test io effettuai dei confronti con misurazioni da laboratorio (mediante spettrofotomeo) ed i valori erano abbastanza corrispondenti. Siamo sicuri che i due misuratori usati (Aquili e Sera) fossero nuovi e non scaduti? Infatti, considerando che il pH di fatto corrisponde, a meno che non siano in funzione impianto di distribuzione co2, un pH leggermente acido come quello misurato si sposerebbe meglio (in condizioni naturali) con un GH 4 che con un GH 10. Ovviamente si tratta solo di supposizioni ed un confronto puntuale sarebbe necessario, come già suggerito, per dare una risposta conclusiva.