Oggi siamo qui a parlarvi di un prodotto commercializzato dalla Equo S.r.l., la nota azienda di Prato specializzata in prodotti per acquariologia e laghetti, volto a risolvere il problema dei fosfati e dei silicati nell’acquario marino di barriera e negli acquari di acqua dolce.
Il prodotto, denominato Remover Po4 & SiO2, è presente nel catalogo dell’azienda sotto la categoria “materiali filtranti, resine e polimeri”, linea di cui fanno parte tra l’altro il carbone attivo (qui la nostra recensione), le zeoliti e le resine anti-nitrati.
Come noto, la ordinaria manutenzione di un acquario marino di barriera si basa sulla drastica rimozione di quei composti, organici e non, che possano interferire con i parametri vitali degli organismi ospitati.
Tra i più importanti possiamo considerare sicuramente nitrati, fosfati e silicati.
Tralasciando i nitrati, per i quali un’adeguata filtrazione batterica può agevolmente mantenere i valori prossimi allo zero, per i fosfati e silicati la questione può essere leggermente più complicata, costringendoci in alcuni casi ad utilizzare delle resine per agevolarne la rimozione. Spesso i silicati sono presenti già nell’acqua in ingresso ai nostri impianti di osmosi, e normalmente anche la membrana ad osmosi più performante fa fatica ad eliminarli completamente. Dobbiamo così ricorrere a delle resine specifiche poste in un filtro post-osmosi per eliminarle prima di immettere l’acqua in acquario.
Purtroppo, qualora ciò non fosse possibile, i silicati finiranno inevitabilmente per accumularsi in vasca rendendosi causa della proliferazione di alghe indesiderate. Inoltre anche l’acquariofilo più esperto dovrà ammettere di essersi trovato qualche volta a fronteggiare il problema dei fosfati, sia in fase di allestimento / maturazione che durante la normale gestione.
L’aumento di fosfati in vasca non è così raro e può essere causato da molteplici fattori. A carattere generale possiamo citare la decomposizione di organismi animali o vegetali morti, spesso acutizzata dalla tendenza alla sovralimentazione di pesci ed invertebrati, che ci porta a somministrare eccessive quantità di cibo, o l’introduzione di impurità attraverso l’acqua o alcuni composti chimici eventualmente utilizzati.
Gli effetti di quantità eccessive di fosfati in vasca sono sotto gli occhi di tutti…
Proliferazione algale incontrollata, ciano batteri, scurimento del tessuto dei coralli, interruzione della calcificazione e della crescita, fino alla morte degli animali nei casi più estremi.
In tutti questi casi, ma in generale ogni qualvolta dobbiamo trovarci a rimuovere fosfati e silicati in eccesso, il Remover Po4 e SiO3 ci viene in aiuto.
La tipologia di resina impiegata
La scelta del materiale adsorbente è ricaduta sull’ossido di alluminio – Al2O3, composto che per sue caratteristiche garantisce una serie di vantaggi rispetto all’idrossido di ferro – Fe(OH)3, impiegato nella maggior parte delle resine in commercio.
In primo luogo l’ossido di alluminio, pur avendo un potere adsorbente molto alto, confrontabile con quello dell’Idrossido di ferro, rispetto a quest’ultimo risulta essere molto veloce nell’azione. Il composto è molto stabile, è praticamente insolubile in acqua e pertanto non rilascia alluminio solubile o altri composti dannosi, oltre ad essere bioinerte (al punto da venir impiegato nella produzione della ceramica avanzata anche nel campo dei prodotti alimentari).
Inoltre è praticamente assente la classica sospensione di color marrone che normalmente le resine a base di idrossido di ferro rilasciano in vasca all’inserimento. Per esperienza personale, sebbene sia conscio del fatto che questa sospensione non abbia effetti pericolosi sugli animali, mi resta sempre un senso di preoccupazione nel vedere l’acquario marrone, sia pur per pochi minuti ogni volta che debba utilizzare delle resine di tale tipo, pertanto ho apprezzato particolarmente questo aspetto dell’ossido di alluminio.
Noi di DaniReef abbiamo avuto in prova una confezione di Remover Po4 e SiO3, e abbiamo quindi deciso di testarla per rendervi come sempre partecipi della reale efficacia di un prodotto sicuramente interessante.
La confezione
Il packaging del prodotto si presenta ottimamente, con una scatola di cartone ben assemblata negli ormai classici colori della Equo, quell’arancio-blu che caratterizzano l’Azienda di Prato e che la distinguono anche in ambito internazionale.
La confezione in prova era quella da 500 g, ma le resine vengono commercializzate anche nei formati da 100 g, 250 g, 1 kg e 5 Kg offrendo quindi un ampia scelta almeno in tal senso.
Naturalmente la convenienza almeno in termini di costi sta nelle confezioni più capienti.
All’interno del cartone troviamo una calza adatta a contenere il materiale adsorbente, un foglio istruzioni in varie lingue (tra cui l’italiano), ricco di dettagli e di informazioni utili, e naturalmente le resine, ben sigillate dentro una busta in alluminio laminato che permette un buon isolamento termico e luminoso e quindi una ottimale conservazione nel tempo.
Una volta aperto l’involucro le resine appaiono come dei sali di forma abbastanza tondeggiante, non troppo asimmetrici e di colore bianco.
Menzione a parte va fatta per quanto riguarda la granulometria: infatti la grandezza del media è qui appositamente studiata per garantire un utilizzo ottimale in sump ed è diversa ad esempio da quella utilizzata nel Remover Po4 e SiO3 Reaktor, anch’esso a catalogo, ma che, con una granulometria di 0,5 – 1mm, è stato appositamente formulato per l’impiego in filtri a letto fluido.
Ciao
All interno di un filtro a letto fluido quanto deve essere il passaggio di acqua?
Se in sump sta in zone di forte movimento lo deve essere anche nel filtro per essere efficace?
Nel filtro a letto fluido si deve vedere fluidificare leggermente il materiale in sommità. Il filtro può essere ovunque in sump, perché avendo un ricambio continuo dato dalla pompa non c’è il problema di trattare sempre la stessa acqua.
Ciao ho messo queste resine con un filtro lento fluido e mi sono morti 3 pesci pagliaccio i valori sono buoni il kh e a 5 gradi puo può essere stato quello il problema
Ciao Giovanni, non credo, io e Simone, ma non siamo gli unici, lo abbiamo usato senza alcun problema ai pesci, è più probabile che siano morti, purtroppo, per altre cause. Se hai voglia puoi venire sul nostro forum forum.danireef.com e ne parliamo. Il kH a 5 non è un problema per i pesci, a meno che sia passato da 15 a 5 in poco tempo. Ovviamente per il loro benessere sarebbe meglio che il Kh fosse più alto, fra 8 e 10.
Danilo
Grazie avevo il telefono in riparazione