Uno studio di Ulrike Siebeck, dell’università del Queensland in Australia, ha mostrato come i pesci possano riconoscere velocemente e con alta precisione i volti dei loro conspecifici e non.
Alcuni pesci, originari delle barriere coralline, Pomacentrus amboinensis sono stati educati (con un premio in forma di cibo) a rispondere ad uno stimolo. Questo era rappresentato dalla faccia di un loro conspecifico (pesce della stessa specie) oppure da quella di un pesce di specie diversa.
L’esito dell’esperimento può non sorprendere molti acquariofili che sostengono addirittura di venir riconosciuti dai loro amici con le pinne: I pesci infatti riconoscono anche minime variazioni nei visi mostrati. Inoltre sono capaci di riconoscere se un volto appena presentato appartenga o no ad un compagno della loro specie.
Questo può aiutare i Pomacentrus amboinensis non solo a riconoscere facilmente eventuali predatori ma anche a non accanirsi contro un pesce di specie diversa nel proteggere il territorio.
Sempre Ulrike Siebeck aveva pubblicato altri studi sulla visione dei Pomacentrus amboinensis dimostrando come questi usino la luce ultravioletta per la vista (e quindi per riconoscere i volti), questa luce è completamente invisibile al nostro occhio ma necessaria in acquario per la vista degli animali. In foto la differenza fra la vista umana (a) e quella ultravioletta (b). Si può notare come qui il volto del pesce abbia molte macchioline e sia meglio caratterizzato rispetto a quello che il nostro occhio ci lascia intuire.
Se i pesci possano riconoscere anche volti umani non è ancora noto, aspettiamo quindi nuovi studi che possano approfondire questo interessantissimo argomento.
I documenti originali, in inglese, potete trovarli qui: www.advancedaquarist.com/blog/your-fish-can-recognize-faces, www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0003347204001666 (fonte della foto di confronto).