Home PESCI Alcuni pesci diventano invisibili manipolando la luce polarizzata

Alcuni pesci diventano invisibili manipolando la luce polarizzata

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 Pesce selene, vista polarizzata
Simulazione della vista polarizzata di un pesce selene con pelle riflettente come uno specchio (a sinistra) e con la sua pelle speciale (a destra), foto di Advanced Aquarist.

Alcune strutture microscopiche nella pelle di alcuni pesci possono riflettere la luce polarizzata e permettere così ai pesci di scomparire alla vista dei loro predatori. È questa la scoperta dei ricercatori dell’università del Texas, ad Austin. Questo potrebbe inoltre aiutare a sviluppare dei sistemi bellici di camuffamento da usare in mare.

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In mare aperto, sotto la superficie, la luce tende ad essere polarizzata. Polarizzato vuol dire che le onde luminose hanno tutte lo stesso orientamento. Per il nostro occhio è impossibile percepire se la luce sia o meno polarizzata, ma per i pesci, che vivono in un ambiente dove questo fenomeno è diffuso, è possibile riconoscere la polarizzazione. Come noi riconosciamo un corpo più o meno luminoso e distinguiamo il contrasto fra colori, i predatori (ed i satelliti militari) possono anche riconoscere una differente polarizzazione e questo è addirittura il metodo più efficace nel riconoscimento di oggetti in acqua.

Il pesce selene (Selene vomer) è solo uno dei pesci capaci di manipolare la luce polarizzata a suo favore. In questo studio, effettuato in mare aperto, esso è stato usato dai ricercatori che hanno misurato, grazie ad un sensore di luce polarizzata, i pesci per come li vedono i loro predatori. Mentre il pesce veniva fatto ruotare lentamente il sensore misurava ad ogni angolo la luce emessa, confrontandola con quella emessa da uno specchio. Dei confronti sono stati fatti anche con altri pesci che non sanno manipolare la luce polarizzata.

I risultati sono stati che il pesce selene è quasi invisibile se guardato da davanti o da dietro, e questo gli permette di cacciare meglio e di essere cacciato con più difficoltà, questa abilità è data da alcune piccolissime strutture presenti nella pelle del pesce, che polarizzano la luce in modo diverso rispetto all’angolo, i ricercatori tenteranno ora di scoprire come può il pesce modificare questo angolo di riflessione e polarizzazione.

Pesce selene
Pesce selene (Selene vomer) foto di Wikimedia

È forse un po’ triste sapere che lo scopo ed i finanziamenti di questa ricerca vengono dalla marina americana che si ispira alla natura per trovare un metodo efficace per nascondersi ai satelliti nell’oceano per scopi bellici. Noi acquariofili tendiamo ad apprezzare i pesci e ad essere curiosi per quanto riguarda gli oceani per quello che sono e senza doppi fini. D’altro canto il fatto che queste ricerche vengano comunque pubblicate è un bene, l’interesse di qualcuno porta comunque ad un aumento della conoscenza per tutti.

Per molti anni si è creduto infatti che i pesci si mimetizzassero grazie alla semplice capacità di riflettere la luce come degli specchi, cosa che in un ambiente di colore uniforme come il mare aperto permette loro di essere visti con difficoltà dall’occhio umano, ma dato che la luce polarizzata è tutt’altro che uniforme questo non basterebbe per sfuggire ai predatori. Per questo il confronto è stato fatto con uno specchio che ha mostrato come questo sistema fi camuffamento invece può renderli meno visibili anche attraverso la luce polarizzata.

Il paper è stato pubblicato sulla rivista Science e gli autori sono: Cummings and Brady, Alexander Gilerson, Alberto Tonizzo, Amir Ibrahim, Carlos Carrizo e Yalong Gu del City College di New York; George Kattawar e Meng Gao dell’università A&M University in texas; James Sullivan e Michael Twardowski dell’Atlantic University in Florida; Heidi Dierssen e Brandon Russell dell’università del Connecticut Avery Point e Kort Travis, Robert Ian Etheredge, Kathryn Mislinski e Shulei Zhao dell’università del Texas ad Austin.

La ricerca è stata supportata dall’U.S. Navy (Marina militare degli Stati Uniti), dalla National Science Foundation (fondazione nazionale delle scienze) e dall’università del Texas ad Austin.

[via Advanced Aquarist]

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