Abbiamo preso contatto con lo Zoo di Zurigo, ed in special modo con il dott. Martin Bauert, curatore generale della struttura, per andare a visitare una installazione molto particolare che siamo orgogliosi di mostrarvi e spiegarvi approfonditamente.
Lo Zoo di Zurigo è diviso in diverse sezioni organizzate rispetto ai continenti. La parte più nuova e più interessante è però certamente quella che si raggiunge, di solito, per ultima: Il Masoala.
Lo Zoo infatti ha stretto un gemellaggio con l’isola africana del Madagascar con l’obiettivo di proteggere uno dei luoghi più interessanti al mondo dal punto di vista naturalistico. Supporta infatti diversi progetti nella foresta del Madagascar, soprattutto nel parco nazionale del Masoala, creato nel 1997 che copre un’area di 2400km².
Per farlo ha anche deciso di portarsene un pezzo fino in Svizzera. Una serra di 14.000 metri quadrati ospita una ricostruzione di questa bellissima foresta popolata da circa 60 specie animali e diverse centinaia di piante diverse. Lo spettacolo è assicurato e con un po’ di fortuna è possibile vedere addirittura dei lemuri. Ciò che però lo Zoo di Zurigo non ha dimenticato è che il parco comprende anche alcune parti della terza barriera corallina più grande al mondo, essendo un parco non solo terrestre ma anche marino.
Per ricordare ai visitatori della presenza della barriera corallina il responsabile della sezione Masoala, il dott. Martin Bauert, che ci ha accolti nella struttura e ci ha gentilmente concesso una intervista, ha ritenuto necessario creare un acquario marino di barriera cercando di ricostruire il biotopo proprio delle coste del Madagascar.
L’acquario marino del Madagascar ha quindi preso la forma di un acquario da ben 10 metri cubi d’acqua, ovvero 10.000 litri, circa 33 volte un acquario medio di 300 litri, per fare le giuste proporzioni. La vasca espositiva è visibile da due lati, uno è quello lungo presentato integralmente, mentre l’altro è una parte di uno dei due lati corti. Questo acquario ospita diverse specie di coralli duri, sia a polipo lungo che a polipo corto, oltre che coralli molli e pesci, tutti animali di provenienza dalle coste del Madagascar. Come ci spiega il responsabile dott. Bauert, lo spazio espositivo dell’acquario è aperto al pubblico dal 2003 ma la vasca non è sempre stata così come la vedete nelle nostre fotografie, il sistema è in continua e lenta evoluzione sin dalla sua creazione, come sappiamo anche noi appassionati di acquari, si parte con un’idea in testa e molto facilmente si cambia durante il percorso. Ed anche se stiamo parlando di un grande acquario pubblico le dinamiche sono spesso le stesse che investono i nostri piccoli acquari casalinghi, e così anche un acquario di 10.000 litri può essere un qualcosa in continuo divenire. I coralli SPS, ovvero i coralli a scheletro calcareo a polipo piccolo come Acropore, Montipore, Stylophore, Seriatopore etc, ad esempio sono arrivati solo negli ultimi anni, quando una gestione più moderna ne ha permesso l’introduzione vicino ai coralli molli, agli LPS, coralli a scheletro calcareo a polipo lungo, ed alle Tridacne.
La gestione di questo enorme acquario marino è fondamentalmente semplice, ci racconta il Dott. Martin Bauert, nonostante tutto sia dimensionato rispetto all’enormità della vasca. I componenti principali sono una illuminazione ibrida HQi e T5, un enorme filtro a macroalghe ed un altrettanto enorme schiumatoio. La filosofia della gestione si basa sul classico metodo Berlinese cercando di mantenere il tutto più stabile possibile mantenendo un numero non troppo elevato di pesci in vasca.
Ma vediamo per ordine ed in dettaglio come è gestito questo acquario.
La vasca
La vasca principale è stata messa in funzione nel 2003, contiene 8.500 litri d’acqua ed è lunga circa 5,5 metri, il sistema completo invece ha un volume di circa 10.000 litri netti. Il muro posteriore, ai tempi della sua costruzione, è stato pitturato di blu, ed è ora coperto interamente da un corallo molle di colore marrone simile ad una Xenia o ad una Anthelia. La vasca nei prossimi anni dovrà essere completamente rinnovata. Verrà quindi rimosso completamente il corallo ed il fondo verrà pitturato con un colore più adatto ad un acquario, verrà anche creata una zona dove sarà più difficile attecchire per i coralli, o che comunque risultino di più semplice pulizia, per evitare il ricoprimento esistente attualmente.
Il sistema di illuminazione
Come abbiamo detto l’illuminazione è ibrida, costituita da HQi e T5. In totale ci sono 3 lampade HQi da 1.000 watt e altre 10 che variano fra 250 e 400 watt. I tubi T5 sono utilizzati soprattutto per la luce blu con ben 22 tubi da 80 watt e 4 da 54 watt. Per un totale di oltre 8.000 watt di illuminazione. Come ben sappiamo noi, acquariofili incalliti, stiamo parlando di un numero che desta non poche preoccupazioni alla gestione dell’acquario, e, ci spiega il dott. Martin Bauert, che stanno vagliando delle soluzioni alternative per evitare di impiegare in futuro, a seguito della ristrutturazione, delle lampade così voraci di energia. Sicuramente l’altezza dell’acquario è elevata, ma probabilmente oggi si dovrebbero poter utilizzare lampade a led, come ad esempio le Orphek Atlantik P300 che con soli 250 watt potrebbero sostituire una lampada HQi da 1.000 watt, come la sperimentazione presso l’acquario marino del MUSE di Trento ha dimostrato, e come potete leggere nel nostro articolo dedicato.
Il movimento
Il movimento globale dell’acquario è affidato alle pompe Tunze. Quattro pompe Tunze Turbelle Masterstream e tre Tunze Turbelle Stream sono responsabili del movimento in vasca. Stiamo parlando di oltre 200.000 l/h di movimento massimo, in accordo con i dati tecnici forniti da Tunze, dato che ricalca quel numero di 20 volte il volume dell’acquario che ripetiamo spesso come il minimo movimento da avere in acquario quando si parla di coralli a scheletro calcareo e polipi piccoli. Il responsabile ci dice però che ne vorrebbe cambiare presto la disposizione, visto che ha notato troppo movimento in alcune zone della vasca ed un movimento insufficiente in altre. Ci fa inoltre notare che anche la disposizione in acquario, sebbene ottimale per la maggior parte degli animali, dovrebbe essere migliorata in futuro, per cercare di rendere le pompe più nascoste alla vista degli utenti, dato che oggi sono inserite nella parte sinistra del pannello frontale e poco nascoste alla vista.
Beh che dire.. L’impatto visivo quando ci si trova difronte ad un acquario di queste dimensioni dev’essere molto forte.. Osservandolo più attentamente pero’ si intuisce quanto sia difficile gestirlo tenendo conto dei costi..forse il cambiamento migliore sarebbe dato dalle lampade come dici tu..
Comunque sarei curioso di osservarlo dal vivo
Bravo Dani
Ciao Simone e Danilo,
complimenti per il bellissimo reportage!
Non conoscevo l’acquario dello Zoo di Zurigo. Ho trovato l’articolo particolarmente interessante per molte analogie tra l’acquario presentato e quello che gestisco al Museo di Scienze Naturali di Bolzano. Il nostro sistema è un po’ più piccolo, 9.000 litri d’acqua, di cui poco più della metà nella vasca espositiva e il resto nell’impianto di filtrazione dell’acqua e vasche curatoriali ad esso collegate. La nostra vasca è più “vecchia”, è ormai ampiamente maggiorenne compiendo a giorni 19 anni. Anche la comunità vivente presenta delle differenze: abbiamo più pesci (forse troppi) e una netta prevalenza di coralli duri a polipo piccolo. Fino a pochi anni fa avevamo anche noi molti coralli molli (Alcionacei), ma come avete scritto nell’articolo, in un grande acquario il popolamento è soggetto a un continuo lento cambiamento. Infine ho trovato molto interessante la scelta di ricostruire la comunità biologica di barriera con una connotazione geografica ben definita.
Molto bello anche il video!
Spero di avere in futuro l’occasione di vedere la vasca di persona e di conoscere il collega dott. Bauer.
A presto,
Massimo
Una descrizione molto bella e dettagliata.
Molto interessante l’introduzione del biotopo nell’acquariofilia marina. Potrebbe aprire una nuova era per questo hobbie.
Spero un giorno di riuscire a vedere dal vivo questa meraviglia.
Ciao Hkk.2003,
in effetti la caratteristica biotopo mi ha sempre affascinato e sarebbe piaciuto anche a me nel mio semplice nanoreef, per ora ho desistito ma chissà in futuro… Magari ci riproverò.
Per quanto riguarda il vederlo dal vivo se passi da Zurigo ti farò volentieri da guida.