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Pesca con la dinamite, purtroppo succede ancora

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Pesca con dinamite
Pesca con dinamite, immagine di http://reefs.com

La pesca con l’esplosivo è stata inventata durante la prima guerra mondiale, quando dei soldati affamati hanno iniziato a lanciare granate in acqua per procurarsi un pasto fresco.

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Purtroppo questa tecnica, come possiamo ben immaginare, è terribilmente distruttiva e pericolosa. Questa non uccide solo più pesci di quelli che verranno poi pescati (anche perché molti pesci morti affondano), ma rovina anche tutto il fondale, soprattutto se parliamo di barriere coralline.

Questa triste pratica avviene soprattutto in Africa e nel Sud-est asiatico. La Tanzania è un paese dove la pesca con dinamite è molto diffusa. Uno dei problemi è l’intenso uso di esplosivi nel settore delle costruzioni e nelle miniere, che rende questo esplosivo facilmente accessibile ai pescatori. Nonostante in Tanzania si stia cercando di fermare questa pratica, secondo National Geographic sarà difficile che ciò avvenga.

Mi permetto di approfondire l’argomento di questa notizia riguardo diverse tematiche di sostenibilità, economia e diritti degli animali.

Per prima cosa immagino che il trauma che soffre un pesce pescato all’amo sia, in effetti, peggiore della morte istantanea tramite una bomba. Ma quanti pesci restano feriti e muoiono lentamente? Quanti pesci troppo piccoli per essere mangiati rimangono uccisi inutilmente? Quanti invece affondano morendo invano?

Già solo per questo la tecnica dovrebbe essere eliminata, come infatti si sta provando a fare.

Se però volete difendere dei poveri pescatori affamati e non dare alcun diritto ai pesci, bisogna considerare la sostenibilità omocentrica dai suoi tre punti di vista fondamentali: società, economia e ambiente.

Dal punto di vista della società la pesca con la dinamite in Tanzania è pericolosa, molti pescatori restano uccisi e una pesca a basso costo penalizza chi vuole attenersi alla legge e non pesca con gli esplosivi. Quindi anche chi non vorrebbe farlo potrebbe essere costretto, per non morire di fame. Questo porta ad un aumento di chi pesca con gli esplosivi, esposto a rischi fisici e a sanzioni (sempre che il governo riesca e voglia effettivamente a punire chi usi questa tecnica).

Pterapogon kauderni appena nati
Pterapogon kauderni appena nati

Dal punto di vista dell’ambiente la situazione è ancora peggiore: i pesci piccoli non hanno il tempo di crescere e quindi non sarà possibile mangiarli in seguito, così come i pesci che affondano e muoiono invano. Proprio per questo i pesci in Tanzania stanno diminuendo. Un’altra tecnica di pesca, che dia gli stessi risultati in fatto di cibo, potrebbe rovinare molto meno l’ecosistema. In ultimo il reef si deteriora e sparisce, e questa è una risorsa di valore per la Tanzania (ad esempio dal punto di vista turistico).

Dal punto di vista dell’economia la pesca con la dinamite è un vantaggio assolutamente a breve termine. Prima di tutto è una cattiva pubblicità per il turismo e il reef distrutto porterà ancora a meno turisti. In secondo luogo fra pochi anni il pesce sarà pochissimo e il pescato molto minore di quello che potrebbe essere, peggiorando quindi l’economia a lungo termine da tutti i punti di vista.

Per concludere io non colpevolizzo dei poveri pescatori che rischiano la vita ogni giorno. Bisognerebbe trovare un modo per eliminare la pesca con la dinamite e nel contempo valorizzare una risorsa che non è sfruttata abbastanza e si sta perdendo: La bellezza del reef. Così l’economia potrebbe migliorare nei prossimi anni; invece la situazione, ad oggi, peggiora sempre più.

Fonti: https://www.reefs.comhttp://www.usatoday.com

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