In questi anni di crisi, affrontare la spesa di un acquario di barriera non è semplice, per questo motivo si stanno diffondendo sempre di più i NanoReef.
Di recente qui su DaniReef, Simone ha pubblicato una guida su come affrontare l’idea di un NanoReef (guida definitiva ai nanoreef), però ora vorrei andare ad analizzare le problematiche che si riscontrano nel reperire la tecnica adatta ad allestire un piccolo NanoReef e più precisamente un acquario da 30 litri.
Stando a Wikipedia, vanno chiamati PicoReef le vasche entro i 20 litri, io però vorrei includere anche quelle da 30 litri per poter effettuare una netta distinzione. Con NanoReef preferisco considerare acquari con almeno 40 litri che possono ospitare pesci, mentre con PicoReef le vasche di capacità inferiore.
Sul mercato si trovano vasche di svariate marche aventi capacità di 30 litri con misure che si aggirano intorno a 30x30x35; questo articolo di riferisce proprio a queste vaschette.
In rete si vedono acquarietti molto suggestivi e sgargianti, ma il lavoro che c’è dietro non è certo semplice.
Quando si allestisce una vasca Reef, bisogna dimensionare la tecnica da utilizzare e, quando si tratta di un PicoReef, la situazione è tutt’altro che rosea.
A differenza delle vasche con litraggi più ampi, in questo tipo di acquari è difficile se non impossibile installare una Sump, quindi tutta la tecnica deve essere inserita in acquario. Iniziamo ad analizzare un punto per volta, dando precedenza a quelli più “problematici”.
Schiumatoio
Sebbene in vasche sotto i 40 litri sia legalmente vietato inserire pesci sappiamo benissimo che quasi nessuno rispetta questa legge, e potete approfondire questo aspetto qui.
Se evitiamo di inserire pesci, lo schiumatoio non è indispensabile, ma è innegabile che sia un grande ausilio alla stabilità dell’acquario.
In una tinozza 30x30x35, però, inserire uno skimmer interno, vuol dire portare via tantissimo spazio utile, ma sul mercato non si trovano skimmer a zainetto. L’unico gadget che si avvicina a questa necessità è il filtro esterno della Wave, modello Niagara Skimmer 280.
La mia esperienza con questo filtro/skimmer, si limita ad un oggetto usato che mi hanno prestato, ma dopo averci litigato un mese, senza mai aver prodotto del rifiuto schiumato, l’ho reso al proprietario con mille ringraziamenti.
Per quanto riguarda invece gli schiumatoi interni, la panoramica è più vasta. Di seguito ne nomino in modo casuale alcuni: si parte dal classico Tunze 9001 per passare poi all’Hydor Slim Skim Nano, Tropical Marine V2Skim 80 o il Reef octopus Nano Protein Skimmer NS80 e moltissimi altri modelli. Si trovano poi degli schiumatoi molto simili tra di loro come ad esempio il WAVE Skimmer Nano Scum 100 o l’Haquoss Nanoskim o ancora il Resun SK300 Skimmer e il Kent Marine Nano Protein Skimmer e chissà quali altri.
Tutti questi prodotti hanno i loro pregi e difetti specifici, ma tutti sono accomunati da un grande peccato capitale: occupano spazio in acquario.
Sta all’acquariofilo decidere se sprecare spazio in vasca oppure se optare per il metodo naturale che prevede cospicui e ravvicinati cambi senza l’adozione dello schiumatoio.
Movimento
Per quanto riguarda il movimento, invece, i PicoReef non sono adeguatamente seguiti dalle aziende del settore.
La regola classica per dimensionare il movimento di un acquario di barriera dedicato agli SPS è che debba essere 20 volte il litraggio della vasca; per una vasca da 30 litri dovremmo quindi usare una pompa da 600 litri ora, ma se consideriamo i litri netti la situazione precipita. Il nanetto che ho allestito di recente contiene esattamente 17 litri ed il movimento dovrebbe quindi essere di circa 340 litri ora.
Che cosa ci propone il mercato ? Praticamente nulla. Le pompe più piccole che troviamo sono la Sicce Voyager Nano da 1000 litri ora (quì la nostra recensione) o la Hydor Nano Koralia da 900 litri ora o ancora la Haquoss turbomax 1000, ma in tutti i casi queste pompe muovono almeno 30 volte il litraggio lordo ed oltre 50 volte il litraggio netto del nostro PicoReef. E’ anche possibile utilizzare una piccola pompa di risalita per movimentare l’acqua nella vasca, ma il flusso così generato non è ottimale.
Generalmente ci si deve adattare con una delle pompe sopra menzionate smorzandone il flusso con una roccia, puntandole contro una parete o con improvvisazioni simili.
Uno dei metodi che adotto per smorzare il flusso, risolve anche un altro problema che si cela in una vasca senza sump: dove posiziono il carbone?
Una piccola e antiestetica calza, posizionata davanti alla pompa di movimento, spezza il flusso e risolve il collocamento del materiale adsorbente penalizzando però l’estetica della vasca.