Che i pesci di branco dovessero essere tenuti in branco è una cosa che abbiamo sempre saputo.
Quello che sappiamo in più oggi deriva da una ricerca condotta dalla James Cook University che ce ne spiega le motivazioni. L’ARC, centro di eccellenza per lo studio della barriera corallina, ha condotto una ricerca in cui è stato misurato il livello metabolico dei pesci per cercare di capire per quale motivo essi preferiscano rimanere in branco.
La ricerca è partita dall’intuizione che i pesci di branco ottenessero uno stato di maggiore calma quando tenuti in gruppo. “Ma fino ad oggi non era stato possibile misurare la cosa“, racconta il capo ricercatore Lauren Nadler. Per portare a termire la ricerca è stato isolato un branco di Chromis viridis al largo delle isole Lizard nella Grande Barriera Corallina Australiana.
Alcuni di questi pesci sono stati mantenuti isolati, mentre altri sono stati mantenuti in branco.
La prima cosa che si è osservata è che i pesci tenuti da soli hanno cominciato a perdere peso dopo appena una settimana. Questo fatto è stato associato ad una condizione di minore salute generale. A questo punto il livello metabolico è stato misurato sia nei pesci tenuti solitari che in quelli in branco. Questo per avere un indicatore dello stress.
I pesci tenuti in branco erano più calmi e meno stressati, mentre i pesci solitari avevano una diminuzione del livello metabolico fino al 26%.
Se i pesci rimanessero da soli in mare avrebbero bisogno di molta più energia che in branco, perché dovrebbero anche preoccuparsi dei predatori nel procurarsi il cibo. Lo stare in branco è quindi importante perché garantisce più energia da spendere in altre situazioni e non solo nel cercare di evitare i predatori. Questo porta i pesci a riprodursi più facilmente e quindi a passare i propri geni alle generazioni future.
In mare può succedere che larghi branchi vengano divisi da un ciclone, e che quindi i pesci siano costretti a vivere in piccolissimi gruppi. E questo ne fa aumentare quindi lo stress e li può portare a dimagrire.
Ed in acquario?
In acquario dobbiamo quindi cercare di tenere pesci di branco in branco. Spesso si vedono esemplari isolati, o in gruppi di tre, ma questa non è la condizione ottimale. I Chromis andrebbero tenuti in almeno 10 esemplari, e così anche gli Anthias piuttosto che i Dascyllus e qualunque altro pesce di branco. Solo così è possibile vederli in salute e con comportamenti consoni alla loro natura.
Sarebbe bello che tutti voi che leggete scriveste nei commenti se avete pesci di branco solitari, e perché. Sapendo, ora anche con le prove di una ricerca scientifica, che non è sicuramente la cosa migliore per loro.
Per approfondire vi lasciamo il link alla interessante ricerca: Shoaling reduces metabolic rate in a gregarious coral reef fish species. Pubblicata sul Journal of Experimental Biology. Si ringrazia, come sempre, Advanced Aquarist per la segnalazione.
giusto ma pure i Paracanthurus hepatus ed il Zebrasoma flavescent sono di branco ma come si potrebbe tenerli in grande numero in un acquario di 300 litri?
quindi si tratta solo di dimensioni dell’acquario per cui a volte piuttosto che nulla un singolo di entrambi è meglio non ti pare
Ciao Paolo. Bhè sono di branco fino ad un certo punto. Una cosa sono i pesci che vivono in simbiosi e si muovono in branco nella colonna d’acqua, come appunto quelli citati, mentre un’altra cosa sono i chirurghi che invece hanno dei territori da dividere molto più ampi. I Leucosternon ad esempio non stanno più vicini di un paio di metri.
Io preferisco nulla che un singolo mal assortito…
Io avevo due cromis e dopo qualche mese uno divenne territoriale costringendo l’altro a stare sempre nascosto
Il problema è che due sono appunto troppo pochi, ce ne vorrebbero almeno una decina per ricreare un branco… La prossima volta prova ad aggiungerne di più.
Ciao Danilo, nel mio acquario ho più volte introdotto gruppi di dieci Chromis ma dopo qualche mese resta sempre un solo superstite, al massimo una coppia di cui uno nettamente più grande. Poiché nello stesso periodo non noto variazioni nella popolazione degli altri pesci credo che ci sia una sorta di selezione naturale.
Ciao Maurizio, che dimensioni ha l’acquario? Non credo dipenda da questo. Ma più che altro dalla salute dei pesci acquistati. Io dopo un anno da 20 ero passato a 17…
Mi sta capitando di osservare una cosa molto strana. In una vasca 120x60x60 ho inserito contemporaneamente un Premnas biaculeatus e un Paracanthurus hepatus, che inzialmente erano inseparabili, nuotando sempre insieme e molto vicini. Il piccolo chirurgo l’ho preso in negozio, come spesso accade, da una vasca piena zeppa di questi piccoli pesci, che vivono per un po’ in grossi banchi. Dopo l’inserimento di un anemone, il pagliaccio si è stabilito nell’ospite e ha cambiato atteggiamento, smettendo di nuotare in acqua libera per la maggior parte del tempo e scacciando l’amico d’un tempo. Nel frattempo è sopravvenuta una infestione da Oodinium che ha interessato sia il Paracanthurus che uno Ctenochaetus strigosus un po’ più grande, che questa settimana è morto. Mentre gli altri pesci sono guariti dal parassita (il pagliaccio e un Gobiodon okinawae) o non si sono ammalati affatto (un Acreichthys tomentosus), il piccolo Paracanthurus si trascina il problema e passa il tempo in compagnia dei Lysmata, che gli piluccano la pelle. L’impressione romantica è appunto che si senta solo e abbandonato e che soffra questa condizione. Quale popolazione ideale per una vasca di queste dimensioni?
Ci sono molti pesci che puoi inserire… ma l’hepatus alla lunga sara stretto