Come nasce un aquascaping
Colloquiando con Dave Chow, ci ha illustrato come e soprattutto quanto tempo dedica alla stesura dell’hardscape, ovvero l’ossatura di quello che sarà l’acquario.
Prima vi è la ricerca dell’ispirazione, magari attraverso una passeggiata in ambienti naturali, o perché no, osservando un opera d’arte..
Sopraggiunta l’ispirazione, si passa poi al disegno su tavola, cercando di esprimere le proprie idee.
Infine si traduce nella pratica, strutturando il tutto in vasca, non prima ovviamente di aver perso tempo nella ricerca dei materiali perfetti e adeguati allo scopo.
La strutturazione in vasca può durare mesi, anche semplicemente spostando un legno, una pietra, un piccolissimo dettaglio, che però vi assicuro farà la differenza.
In tutto questo c’è da considerare poi la crescita della massa vegetale.
Le piante , la loro scelta dovrà essere oculata, in quanto se non si hanno ben a mente le velocità di sviluppo, la loro altezza, il colore, andranno col tempo a coprire la struttura prefissata, cambiando senso al disegno iniziale.
Quindi.
Osservazione, studio, progettazione.
Infine esecuzione e mantenimento.
L’aquascaping , a differenza di come molti pensano, non è cosi facile da fare, ci vogliono delle solide basi di biologia acquatica, chimica, e coltivazione di essenze acquatiche, oltre alla propria fantasia ed estro artistico. Insomma una vera e propria disciplina.
Come ci disse il maestro dell’aquapaesagismo brasiliano, Andre Longarço, c’è una cosa, astratta se vogliamo, che deve essere sempre presente in un aquascape, il nagare, ovverò la fluidità, tutta la struttura deve seguire un flusso, una dinamicità che la contraddistingue.
Infine ci sono gli stili, centrale, triangolare, ad isole parallele, ecc..
Se poi ci mettiamo ad analizzare le varie vasche vincitrici dei contest, vedrete che hanno tutti una cosa in comune, la triangolarità, quella che io definisco una “V”, determinata da un punto luce, in lontananza che determina la profondità il contrasto tra luce e buio.
Ciò è creato e reso possibile da una buona se non ottima conoscenza e capacità fotografica, poiché in fondo è anche di questo che si tratta, di fotografia (evitando ovviamente gli artifizi, quali photoshoppate di genere). Di fatto quello che verrà giudicato, altro non è che una fotografia, il compimento ultimo della nostra opera.
E voi che ci leggete, avete mai partecipato ad IAPLC? Nel caso avete voglia di farci vedere i vostri layout?