Il movimento è assolutamente fondamentale in un acquario marino in buona salute. Questo lo sappiamo tutti. Ma la ricerca va avanti e si scoprono sempre un maggior numero di informazioni.
In questo caso Tim Wijgerde, mio collega sulle pagine di Reefs.com, insieme a
Qualche anno fa, alcuni scienziati scoprirono che la rimozione dell’ossigeno prodotto in eccesso sotto una forte illuminazione aveva portato il corallo duro Favia veroni, posto sotto forte movimento, al miglioramento del rateo della propria fotosintesi.
Ovvero forte movimento e rimozione dell’ossigeno portava ad un miglioramento della fotosintesi in quel determinato corallo duro. Cosa che, per estensione, dovrebbe e potrebbe essere valido per qualsiasi altro corallo.
Questo era il punto in cui lo studio è iniziato.
Il movimento stimola la fotosintesi facendo assumere CO2 al corallo
Presso l’Università di Wageningen si è notato che aumentando il movimento su una Galaxea fascicularis anche la fotosintesi ne traeva beneficio. Ma questo succedeva solo se il pH dell’acqua marina veniva abbassato mediante l’aggiunta di anidride carbonica (CO2).
Questo processo in effetti ha senso, dice Tim Wijgerde, in quanto l’anidride carbonica viene utilizzata dalle zooxanthellae del corallo per produrre zuccheri ed altri composti nutritivi. Quindi il forte movimento porta lontano dal corallo l’ossigeno prodotto fornendo l’anidride carbonica che diviene la base su cui costruire i composti nutritivi.
L’aumento di anidride carbonica però acidifica l’acqua dell’acquario ed ha drammatici effetti sulla crescita del corallo. Pur essendo necessaria comunque allo sviluppo della vita. Per cui noi dovremmo tendere a bilanciare questi due effetti, movimento ed anidride carbonica. Ma la mancanza di CO2 potrebbe essere il fattore limitante nella crescita del corallo. Pur essendo allo stesso tempo, per motivi diversi, anche il freno allo sviluppo.
Un effetto collaterale dello studio è stata la scoperta che la Galaxea fascicularis è uno dei coralli più efficienti nello sfruttamento della luce. Riesce infatti a crescere anche con pochissima luce a disposizione. Sono stati misurati infatti valori di PAR pari a 39 μmol quanta m-2 s-1. Un valore estremamente basso.