Credo che in molti abbiano seguito la mia tragica epopea contro i dinoflagellati. Alla fine sono riuscito ad essere vincitore, ma a quale prezzo. Oggi però c’è un’arma in più: il cosiddetto metodo naturale.
Ricapitoliamo le cose. Cominciamo con la definizione di dinoflagellati, presa da Wikipedia: “Le dinoflagellate (dal greco δῖνος dînos, “vortice”, e il latino flagellum, “flagello”, “frusta”), conosciute anche come pirrofite, peridinee o dinoficee, sono alghe microscopiche per lo più unicellulari e flagellate, che rappresentano uno dei più importanti gruppi del fitoplancton sia marino che d’acqua dolce con oltre 2000 specie viventi. Le dinoflagellate, assieme ai Ciliati e agli Apicomplexa, appartengono al supergruppo degli Alveolata ovvero quegli organismi unicellulari che possiedono un sistema di alveoli corticali al di sotto del plasmalemma.”
Già si capisce come le varietà siano infinite. Anche le alghe zooxanthellae, infatti e per esempio, sono un particolare tipo di dinoflagellati. Quelle più tossiche, e che vedete in fotografia sopra, sono quelle che arrivano a rilasciare anche delle sostanze nocive. Queste sostanze porteranno velocemente alla morte tutta la popolazione di lumache che avete in acquario.
I metodi tradizionali per sconfiggere i dinoflagellati
Il modo di combatterli sono vari, ed ognuno può funzionare bene o meglio a seconda della tipologia di dinoflagellati che avete la sfortuna di avere. E no, non esistono delle tabelle che dicono che se avete questo dovete usare quello.
A volte spariscono da soli. A volte bastano tre giorni di buio completo. Altre volte è necessario utilizzare dei prodotti come il già recensito DinoX (qui la recensione), prima conosciuto come UltraAlgeaX. Ancora si possono portare i nutrienti al valore più basso possibile, fino ad essere non misurabili. Oppure si può dosare acqua ossigenata al 3% in ragione di 1 ml ogni 40 litri. Oppure ancora fare tutto il precedente assieme.
A volte non basta.
A me non è bastato. Ho anche fatto un cambio d’acqua completo cambiando le rocce. Ma non è servito. Io ho svuotato tutto, ho portato via pesci e coralli. Ci ho messo dentro acqua ossigenata a 130 volumi ed ho bruciato letteralmente tutto. Poi sono ripartito completamente da zero.
Ma a voi auguro di non fare un disastro del genere. Di non dover ripartire. E qui giunge l’idea del metodo naturale.
Il metodo naturale per sconfiggere i dinoflagellati
L’idea è semplice. I dinoflagellati sono alghe. E per vivere hanno bisogno di tutte quelle sostanze che permettano loro il proliferarsi. Come si fa negli acquari d’acqua dolce quindi, si può provare a combatterli con le stesse identiche armi. Questo è quello che deve aver pensato anche Keith Berkelhamer di ReefBurn, che ha avuto una infestazione simile alla mia.
Dopo averne passate tante ha avuto l’idea di investire su un potente filtro ad alghe, inserirci dentro la ben conosciuta alga Chaetomorpha, e spingerne la crescita in tutti i modi possibili. La competizione fra alghe superiori ed alghe inferiori ha portato alla vittoria le alghe superiori. Più la Chaetomorpha cresceva, più i dinoflagellati recedevano.
Non possiamo sapere se il metodo funzionerà sempre e comunque, o se i dinoflagellati fossero già indeboliti dalle battaglie precedenti, ma grazie a questa metodologia i dinoflagellati sono spariti senza ancora ricomparire.
Se avete quindi una infestazione di dinoflagellati perché non provare a contrastarli naturalmente? Magari aumentando la produzione di alghe nel refugium, nel caso lo abbiate, oppure acquistano un filtro ad alghe? Che, mal che vada, sarà sempre comunque utilissimo nella gestione del proprio acquario marino.
In ogni caso, buona fortuna, comunque ne avrete bisogno.
Per ogni consiglio o domanda noi siamo a vostra disposizione, nei commenti qui di seguito o nel nostro forum.
L’articolo originale di Keith Berkelhamer lo trovate su ReefBurn.
Spero di non dover mai affrontare questa disgrazia, ma il filtro ad alghe era già nei miei pensieri per la prossima vasca. Ora ho un motivo in più per installarlo: la speranza che mi possa prevenire questa piaga.