Una squadra scientifica che includeva il Dott. Charlie Veron, perlustrando la Grande Barriera Corallina per i cosiddetti “super coralli”, ha scoperto una nuova specie di corallo che sembra essere sopravvissuta a devastanti eventi di sbiancamento di massa.
Si ritiene che possa essere la prima nuova specie di corallo trovata in più di tre decenni.
L’obiettivo della spedizione scientifica
Una spedizione scientifica, organizzata dalla ONG Great Barrier Reef Legacy (GBRL) e sostenuta dall’Australian Geographic Society, che comprendeva 10 biologi marini ed esperti di mappatura dell’Università del Queensland, University of Technology di Sydney e l’Australian Institute of Marine Science, ha perlustrato per 20 giorni parti della Grande Barriera Corallina settentrionale devastate da una serie di eventi di sbiancamento dei coralli avvenuti nel 2016 e 2017.
Il team ha intrapreso la più grande indagine sulla mappatura sottomarina e superficiale dagli ultimi due eventi di sbiancamento, anche in aree così remote da non essere state visitate per anni.
L’obiettivo principale della spedizione era la ricerca di un qualche tipo di “super corallo”, capace di sopravvivere ad eventi di sbiancamento di massa. Ma non solo sono state identificate alcune specie di coralli in grado di resistere a eventi di sbiancamento, ma è anche stata trovata una nuova specie di corallo, in quello che è stato soprannominato un ‘legacy super site’ sulla scogliera esterna.
Ha dichiarato Dean Miller, coordinatore della spedizione e direttore della scienza e dei media di GBRL, “Mentre la nostra spedizione ha fornito una valutazione della barriera corallina, così come la mappatura degli habitat sia aerea che sott’acqua, così come l’identificazione delle specie di coralli in grado di resistere a eventi di sbiancamento, questo nuovo ‘legacy super site’ e la nuova specie di corallo sono le ciliegine sulla torta”.
J.E.N. Veron
È la prima nuova specie di corallo ramificato scoperta in oltre tre decenni ed è stata confermata dal leggendario biologo J.E.N. Veron, che durante la sua carriera ha scoperto più del 20 per cento delle specie di corallo del mondo. (Explorer Pleads to Save the Great Barrier Reef).
“Abbiamo trovato coralli che non sono mai stati registrati sulla Grande Barriera Corallina Australiana e abbiamo anche trovato almeno una nuova specie davvero eccezionale“, ha affermato il dott. Veron.
Il regista di Great Barrier Reef Legacy, John Rumney, dell’ABC News, al quale è stato concesso l’accesso esclusivo alla spedizione, ha affermato “Nella spedizione abbiamo trovato un’incredibile barriera corallina con nuove specie di coralli mai avvistate sulla grande barriera australiana, è fantastico. Fortunatamente avevamo ricercatori abili e di livello a bordo, che potevano identificare tutte le specie“.
Legacy super site ed il super corallo
Il team ha contato fino a 181 specie di coralli vivi nel sito, la cui posizione esatta viene tenuta segreta per motivi di conservazione.
“Questo era uno dei siti più, se non quello più bio diversificato in cui fossi stato negli ultimi 30 anni, ed è il sito più ricco di Acropora mai trovato sulla Grande Barriera Corallina.” ha affermato il dottor Veron, aggiungendo “È come se le fate avessero piantato i diversi coralli per creare il più bel giardino sottomarino dell’Eden che io abbia mai visto, in un punto ho contato da solo 66 diversi coralli.”
La scoperta di un sito così vario e sano è stata una anomalia durante la spedizione, che altrimenti ha trovato casi devastanti di sbiancamento di massa dei coralli.
Il team di spedizione ha ora mappato l’area utilizzando la codifica GPS e la modellazione 3D high-tech, in modo da poter monitorare lo stato di salute di questo sito appena scoperto.
Felici per la nuova specie ma…
Il dott. Veron ha avvertito che la scoperta della specie non ha motivo di essere esaltata e presa come un buon auspicio.
“Penso che la Grande Barriera Corallina potrebbe essere completamente morta entro 15 anni“, ha detto infatti il dott. Veron.
“Tutto ciò di cui ha bisogno è un susseguirsi di eventi di sbiancamento come quello che abbiamo avuto negli ultimi due anni e non avremo più una Grande Barriera Corallina, lo scenario peggiore che ci si prospetta davanti, se non agiamo urgentemente per affrontare il riscaldamento è il suo deterioramento progressivo”.
Il dottor Veron, che si è tuffato sulla barriera corallina per più di 50 anni, l’ha vista deteriorarsi dal riscaldamento degli oceani e dal deflusso agricolo. “Oh, è orribile, è come vedere la casa di famiglia bruciare lentamente, e urlare … e tu sei inerme nel vederla cadere a pezzi. È semplicemente orribile“.
Le più grandi minacce
L’esperto di barriera corallina ha detto che le emissioni di biossido di carbonio sono state la più grande minaccia, in quanto sono state collegate alle alte temperature oceaniche, che hanno portato gli eventi di sbiancamento e di conseguenza la morte dei coralli.
Anche Emma Camp, un esperta di coralli a bordo della nave da ricerca, ha affermato che sebbene la scoperta di siti corallini sani e di una nuova specie sia un buon segno, gli scienziati non possono esserne soddisfatti.
“Gli eventi di sbiancamento del 2016-2017 hanno chiaramente devastato vaste aree della barriera corallina. Abbiamo visto la morte di enormi colonie di porites, che hanno richiesto centinaia di anni per crescere“, ha affermato la Camp, aggiungendo “Alcuni siti possono essere descritti come un cimitero di coralli e potrebbero richiedere decenni per essere recuperati, sempre che sia possibile.”
Super coralli
Sono stati presi campioni del “super corallo” trovato, che vengono testati per analizzare e scoprire come le differenze genetiche influenzano la capacità dei coralli di resistere alle condizioni di sbiancamento.
Emma ha detto che il team ha trovato alcune specie di corallo che sembrano essere sopravvissute in tutti i siti visitati. Questi includono Acropora tenuis, e il team sta ora “lavorando per comprendere i tratti che facilitano la loro resilienza”.
“L’Australian Institute of Marine Science ha anche trasportato i coralli in acquari a Townsville per migliorare le tecniche di “restauro” della barriera corallina con questi super coralli”, ha detto Neal Cantin, un biologo dell’istituto.
Conclusioni
Ha affermato il dott. Veron “Solo quando gli esseri umani passeranno dal far affidamento ai combustibili fossili a fare affidamento sulle tecnologie rinnovabili, le emissioni di carbonio potranno ridursi abbastanza da rallentare o magari invertire il riscaldamento dell’oceano”, aggiungendo, “Dobbiamo solo andare avanti fino a quel momento e sperare di avere abbastanza della Grande Barriera Corallina per seminare, ri-popolare e rigenerare nuova vita”.