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Italia: istituite 2 nuove aree marine protette

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Aree marine protette in Italia Spesso abbiamo parlato dell’istituzione di nuove aree marine protette in zone lontane dal nostro territorio ma non abbiamo mai avuto il piacere come questa volta di annunciare delle nuove aree marine protette qui in Italia.

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Il 21 maggio sono state istituite dal Ministero dell’Ambiente due nuove aree marine protette, una è Capo Milazzo in Sicilia, nel comune di Milazzo (provincia di Messina) e l’altra è Capo Testa-Punta Falcone in Sardegna, nel comune di Santa Teresa di Gallura (provincia di Sassari).

Ministero dell’Ambiente

Scrive il Ministero dell’Ambiente: “L’istruttoria tecnico-amministrativa, appena conclusa ha visto il supporto tecnico dell’ISPRA e l’adesione degli enti locali, nonché processi di partecipazione del pubblico e degli stakeholder che hanno permesso una piena condivisione delle scelte: l’istruttoria, oltre a valutare le caratteristiche ambientali, ha tenuto conto delle caratteristiche socio-economiche dei territori”.

Gian Luca Galletti il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare che ha firmato i decreti istitutivi delle due aree e il regolamento che disciplina le attività al loro interno ha dichiarato : “Le aree protette marine sono un inestimabile patrimonio naturalistico e culturale su cui l’Italia ha il dovere di puntare per il suo sviluppo in chiave sostenibile. Gli importanti risultati ottenuti in questi anni dall’Italia per la difesa della diversità biologica, fra i quali si annovera ad esempio il ritorno della foca monaca e le politiche attive avviate per la protezione della posidonia oceanica, pongono il nostro paese come guida in ambito europeo nella tutela degli ambienti e degli ecosistemi marini”.

Aree marine protette in Italia

Le aree marine protette italiane

Diventano cosi ventinove le aree marine protette Italiane, per un totale di 233.891 ettari di mare protetto. La regione che annovera il maggior numero di aree marine protette italiane è la Sicilia  che ne custodisce sette (Isola di Ustica, Isole Ciclopi, Isole Egadi, Isole Pelagi, Capo Gallo – Isola delle Femmine, Plemmirio e Capo Milazzo), a seguire a pari merito con sei siti protetti ci sono la Sardegna (Capo Caccia – Isola Piana, Isola dell’Asinara,  Penisola del Sinis – Isola Mal di Ventre, Capo Carbonara,  Tavolara – Punta Coda Cavallo e Capo Testa-Punta Falcone) e la Campania, (Parco sommerso di Baia e di Gaiola, Costa degli Infreschi e della Masseta, Punta Campanella, Regno di Nettuno, Santa Maria di Castellabate), di seguito c’è la Liguria e la Puglia con tre, Lazio con due,  Abruzzo – Campania – Friuli Venezia Giulia – Toscana con una. (In questa lista sono stati considerati anche i due parchi sommersi).

Le aree marine protette

Afferma il WWF: “Le Aree Marine Protette sono uno strumento essenziale per il recupero, la protezione e l’aumento della  biodiversità, produttività e  resilienza degli oceani, e assicurano il rifornimento di  beni e servizi ecosistemici per le  generazioni attuali e future“.

Sono necessarie per conservare la biodiversità e per fornire rifugi per le specie in via di estinzione e per quelle minacciate, garantendo aree sicure in cui i pesci possono riprodursi e crescere. Garantiscono la protezione degli habitat altrimenti minacciati da pratiche di pesca distruttive e intensive.

Uno studio commissionato dal WWF e prodotto dalla VU University di Amsterdam, rileva che ogni dollaro investito per creare aree marine protette, viene almeno triplicato nelle prestazioni restituite attraverso fattori come l’occupazione, la protezione costiera e la pesca.

Spiega il ministero dell’ambiente che le aree marine protette generalmente sono suddivise al loro interno in diverse tipologie di zone denominate A, B e C.

  • Zona A (nella cartografia evidenziata con il colore rosso), di riserva integrale, interdetta a tutte le attività che possano arrecare danno o disturbo all’ambiente marino. La zona A è il vero cuore della riserva. In tale zona, individuata in ambiti ridotti, sono consentite in genere unicamente le attività di ricerca scientifica e le attività di servizio.
  • Zona B (nella cartografia evidenziata con il colore giallo), di riserva generale, dove sono consentite, spesso regolamentate e autorizzate dall’organismo di gestione, una serie di attività che, pur concedendo una fruizione ed uso sostenibile dell’ambiente influiscono con il minor impatto possibile. Anche le zone B di solito non sono molto estese.
  • Zona C (nella cartografia evidenziata con il colore azzurro), di riserva parziale, che rappresenta la fascia tampone tra le zone di maggior valore naturalistico e i settori esterni all’area marina protetta, dove sono consentite e regolamentate dall’organismo di gestione, oltre a quanto già consentito nelle altre zone, le attività di fruizione ed uso sostenibile del mare di modesto impatto ambientale. La maggior estensione dell’area marina protetta in genere ricade in zona C.

Ma non devono essere protette solo sulla carta!

Noi di DaniReef come abbiamo detto all’inizio dell’articolo siamo molto felici nel potervi comunicare una notizia positiva che riguarda il nostro territorio, ovviamente poi queste aree non devono essere protette solo sulla carta ma è necessario che questi siti siano attivamente controllati per far si che vengano rispettate le regolamentazioni, ma sopratutto siamo noi che dobbiamo rispettare questi luoghi e non solo.

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