Alcuni scienziati hanno realizzato il SubCAS, strumento che permetterà di portare nei laboratori in tutta sicurezza le misteriose creature che vivono nelle profondità oceaniche.
Negli ultimi anni, la tecnologia che orbita nel mondo delle immersioni subacquee è avanzata, consentendo ai ricercatori di immergersi nella zona mesofotica crepuscolare (zona dove la luce penetra debolmente) dai 60 a 150 metri sott’acqua, e permettendogli di scoprire e osservare centinaia di specie di pesci e coralli poco studiati.
Portare campioni vivi dalle profondità oceaniche
Ovviamente la ricerca scientifica necessità anche di osservazioni in laboratorio per poter comprendere al meglio la vita, ma portare campioni vivi dalle profondità oceaniche in superficie risulta essere un grosso problema.
I pesci trasportati da queste profondità, dove la pressione può essere di circa 15 volte superiore alla pressione sulla superficie dell’oceano, possono sperimentare il barotrauma (può provocare lesione ai tessuti causata dalla differenza di pressione dell’aria contenuta in una cavità corporea e la pressione dell’ambiente circostante), che nei pesci provoca l’espansione della vescica natatoria che causa gravi lesioni anche mortali all’animale.
Ora, alcuni ricercatori hanno sviluppato un nuovo dispositivo che i sommozzatori possono utilizzare per portare in sicurezza nei laboratori queste misteriose creature e si chiama SubCAS (o camera sommergibile per gli esemplari in ascensione).
Il nuovo dispositivo è stato descritto nella pubblicazione scientifica “SubCAS: A Portable, Submersible Hyperbaric Chamber to Collect Living Mesophotic Fishes” pubblicata sul journal Frontiers in Marine Science.
SubCAS
Questa ingegnosa camera pressurizzata è stata progettata dagli scienziati-inventori della California Academy of Sciences e del Monterey Bay Aquarium.
Afferma l’autore principale dell’articolo Bart Shepherd, Senior Director dell’Academy’s Steinhart Aquarium e co-leader dell’Hope for Reefs : “La possibilità di immergersi fisicamente nelle profondità della zona crepuscolare significa che possiamo esplorare da vicino questi ambienti senza fare affidamento su grandi sottomarini o veicoli telecomandati, quindi avevamo bisogno di un modo altrettanto agile per raccogliere pesci importanti e riportarli vivi. Prima della SubCAS, la raccolta manuale e l’affioramento dei pesci vivi comportava il processo invasivo di trapanare un foro nelle loro vesciche natatorie piene di gas per impedire un’espansione eccessiva. Ora la camera ci consente di eliminare questo passaggio e di scoprire le specie preziose in modo non invasivo per cure, ricerche e dimostrazioni pubbliche attentamente monitorate “.
Afferma il co-autore Dr. Luiz Rocha, co-responsabile dell’Academy’s Curator of Fishes e di Hope for Reefs: “Una rapida ascesa può rompere la vescica natatoria di un pesce. Usando una valvola di controllo della pressione, ci assicuriamo che la pressione all’interno della camera sia simile alla profondità in cui sono stati raccolti i pesci. Nel corso di due o tre giorni, li portiamo alla pressione della superficie circostante in modo altamente controllato“.
Il coautore Matt Wandell, biologo marino del Monterey Bay Aquarium che ha progettato e costruito la camera afferma: “Nel progettare la SubCAS, sapevamo che la facilità di funzionamento era fondamentale per non distrarre i subacquei dal tenere il passo con le fermate di decompressione critiche o il monitoraggio delle loro attrezzature di supporto vitale. Ogni secondo in queste situazioni conta“.
Come funziona
Il SubCAS è costituito da due contenitori trasparenti, montati uno dentro l’altro a formare un’unica camera di 60 cm, uno è il contenitore di raccolta che viene montato all’interno del secondo contenitore ancora più grande.
Il contenitore di raccolta è perforato per consentire all’acqua di fluire attraverso di esso durante le prime fasi della risalita. Dispone direttamente all’interno un misuratore di profondità e un termometro. La plastica trasparente del contenitore consente ai subacquei di monitorare i pesci, permettendo loro di individuare prontamente segni di stress e di tenere d’occhio il misuratore di profondità e il termometro della camera.
Durante la risalita ad una profondità di circa 50 metri, i ricercatori (sub) inseriscono il contenitore di raccolta nell’alloggiamento pressurizzato della seconda camera. Questo secondo contenitore viene sigillato, rispetto alle condizioni esterne, per il resto della risalita, non prima però di aver soffiato nel coperchio una bolla d’aria.
Afferma Wandell: “La bolla d’aria è fondamentale, mentre si espande durante l’ascesa aiuta a mantenere la pressione all’interno della camera“.
Tasso di sopravvivenza del 100%
Il tasso di sopravvivenza di SubCAS è quasi del 100%, salvo imprevisti come la predazione tra i pesci contenuti nel SubCAS che si è verificata durante la decompressione avvenuta durante un test.
Afferma Shepherd: “In un periodo di crisi globale per le barriere coralline, la scoperta di pesci strani e belli da habitat di barriera inesplorati è fondamentale per capire come proteggerli. Queste specie sono ambasciatrici di ambienti importanti che sono raramente inclusi nelle aree protette marine o nei santuari. Il nostro obiettivo è quello di ricordare al pubblico le meraviglie vaste e inesplorate dell’oceano e di ispirare la sua conservazione per le generazioni future“.