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RangerBot il drone che proteggerà la grande barriera corallina dalla stella marina che uccide i coralli

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Fonte: Queensland University of Technology (QUT)

RangerBot è il drone sottomarino in grado di cacciare ed uccidere la stella marina corona di spine che sta devastando la Grande Barriera Corallina.

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I ricercatori della Queensland University of Technology (QUT) hanno lavorato per circa due anni con Google e la Great Barrier Reef Foundation nella progettazione e realizzazione di un drone, il RangerBot, con l’obiettivo di utilizzarlo per monitorare una serie di problemi che interessano le barriere coralline, tra cui lo sbiancamento dei coralli, la qualità dell’acqua, le specie parassite e l’inquinamento.

Ha dichiarato Matthew Dunbabin, il professore QUT che ha presentato il drone sottomarino: “RangerBot è il primo sistema robotico subacqueo al mondo progettato specificamente per gli ambienti delle barriere coralline, che utilizza solo la visione robot per la navigazione in tempo reale, l’evitamento degli ostacoli e le complesse missioni scientifiche

Matt Dunbabin con i RangerBots, che possono trascorrere otto ore sott’acqua. Fonte: Queensland University of Technology (QUT)

La stella marina corona di spine

La stella marina Acanthaster planci, nome comune corona di spine, è riconosciuta come una delle tre principali minacce alla Grande Barriera Corallina, insieme allo sbiancamento dei coralli e al danno causato dai cicloni.

Essendo corallivore si nutrono dei polipi dei coralli, ed in media possono consumare 13 metri quadrati di barriera all’anno. In condizioni naturali questo non recherebbe danno alla barriera corallina, ma quando le condizioni ambientali sono alterate possono raggiungere condizioni “infestanti”.

Secondo l’Università del Queensland è responsabile del declino di circa il 40% dei coralli nella Grande barriera australiana.

Il RangerBot

Nel tentativo di estirpare il parassita, i ricercatori del Queensland hanno sviluppato un drone di primissima qualità capace di somministrare un’iniezione letale alle stelle marine.

Il RangerBot è il successore del primissimo prototipo COTSbot realizzato nel 2015.

Matthew Dunbabin ha dichiarato: “Questo drone oceanico multifunzione è in grado di monitorare una vasta gamma di problemi che interessano le barriere coralline, tra cui lo sbiancamento dei coralli, la qualità dell’acqua, le specie  parassite e  l’inquinamento“.

Il drone è dotato di un sistema di visione che gli consente di “vedere” sott’acqua mentre viene utilizzato con un tablet e il software gli consentirà di rilevare la stella marina corona di spine e di iniettarle un’iniezione fatale (affermano che l’iniezione è innocua per altre creature della barriera corallina).

Il drone è capace di avvistare la stella marina corona di spine con una precisione del 99,4 per cento e iniettarle una dose letale di aceto o sali biliari.

Ha affermato ancora il professor Dunbabin: “Abbiamo addestrato RangerBot a rilevare le stelle marine corona di spine  nello stesso modo in cui le persone imparano a distinguere tra le varie forme di vita marina“.

Ma il robot da 15 chilogrammi può anche monitorare altri pericoli che minacciano la barriera corallina, come lo sbiancamento dei coralli e l’inquinamento: “Riteniamo che questo rappresenti un significativo salto tecnologico sia nella robotica marina che nella protezione della barriera corallina, l’unica soluzione autonoma e multifunzionale per rilevare e affrontare efficacemente le minacce alle barriere coralline“.

Conclusioni

Ha spiegato Anna Marsden, direttrice della Great Barrier Reef Foundation: “Più di un miliardo di persone dipendono dalle barriere coralline per il loro cibo e il loro sostentamento e rischiano di perdere molto se quegli importanti ecosistemi non sono ben protetti. Questo progetto e la partnership con QUT e Google riguardano il mettere questi economici droni di mare, flessibili e facilmente dispiegabili, nelle mani delle persone in prima linea nella cura e nella gestione delle nostre barriere coralline, come  mani e occhi extra che aiuteranno a gestire quegli ambienti critici“.

Non di DaniReef ci teniamo a rimarcare il fatto che in condizioni naturali questi animali non recherebbero nessun problema al normale svolgersi della vita biologica nelle barriere coralline, ma un insieme di cause concatenanti causate con buona probabilità dall’attività antropica, ha fatto si che l’esplosione demografica della corona di spine causi gravi problemi.

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