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La protezione in acquario. I guanti, uno strumento indispensabile

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Il successo nella gestione di un acquario, dolce o marino che esso sia, passa anche dall’utilizzo di oggetti, più o meno comuni, che ci aiutano nelle operazioni quotidiane.

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Spesso ci troviamo a parlare di tecnica, schiumatoi, reattori, plafoniere e quant’altro ci possa venire in mente. Sono tutti oggetti fondamentali per avere successo nella conduzione di una vasca.

A volte però ci sono utensili, oggetti spesso non direttamente associati all’acquariologia, ma che rivestono una importanza fondamentale nelle attività che facciamo quotidianamente.

Oggi vogliamo parlarvi dei guanti.

Un oggetto apparentemente semplice, perché comune, ma che sicuramente ricade in quella categoria di apparati di cui sicuramente nessuno di noi può fare a meno.

Chi è avvezzo all’ambito lavorativo e conosce anche in minima parte il D.lgs 81/08 saprà che il guanto in sé è considerato come un dispositivo di protezione individuale (dpi) e sa anche quanta importanza questo rivesta nel garantire un adeguato livello di sicurezza al lavoratore nell’ambito delle sue mansioni quotidiane, in una moltitudine di casi.

Un utensile indispensabile ma spesso sottovalutato

Sebbene il comune utente domestico non sia di norma soggetto alle leggi che regolano il mondo del lavoro, noi in questa sede vogliamo trattare questo oggetto per quello che realmente è, ovvero un apparato in grado di fornirci una protezione di adeguata entità alle nostre preziosi appendici. Le nostre mani sono quelle che infatti sono più a rischio nello svolgere le mansioni di tutti i giorni, anche e soprattutto nel nostro hobby.

Talvolta non ci pensiamo ma ogni piccola operazione che facciamo nel nostro acquario le espone a una serie di agenti pericolosi. Non soltanto esse sono le prime a venire in contatto con l’acqua della vasca, e il contatto stesso con l’acqua salata è già di per sé dannoso (il sale infatti può provocare disidratazione, piccole screpolature e dermatiti), ma sono quelle che a volte inconsapevolmente maneggiano minerali, composti chimici, resine, polimeri e quant’altro. Basti pensare alle resine anti-fosfati notoriamente a base di ossido ferrico o di alluminio, i vari carboni, i reagenti dei test normalmente in utilizzo… insomma una moltitudine di sostanze che alla lunga potrebbero compromettere la nostra salute.

Se poi pensassimo che il nostro acquario sia un habitat assolutamente vivo, in cui si insediano e proliferano un numero estremamente elevato di batteri, piccoli organismi invisibili alla vista umana e qualche volta anche virus, fino alle famose tossine o palitossine da cui tante volte vi abbiamo messo in guardia (per approfondire cliccate qui), possiamo facilmente comprendere come l’utilizzo di un buon guanto a protezione della nostra pelle rivesta una importanza fondamentale nella prevenzione di malattie a livello epidermico che sicuramente andrebbero a rovinare la soddisfazione che tutti noi abbiamo nel coltivare questo splendido hobby.

I palythoa costituiscono uno dei pericoli latenti nel nostro hobby: possono rilasciare palitossine molto pericolose per l'organismo umano.
I palythoa costituiscono uno dei pericoli latenti nel nostro hobby: possono rilasciare palitossine molto pericolose per l’organismo umano

In definitiva questo articolo non vuole essere una disamina medica sulla questione malattie, non ne abbiamo le competenze, ma vuole essere un piccolo monito per instillare nell’utente un briciolo di buonsenso e far sì che possa evitare spiacevoli inconvenienti da pagare, è proprio il caso di dirlo, sulla propria pelle.

Eccoci quindi di fronte al dubbio.

Esistono una moltitudine di prodotti in commercio, e la maggior parte di questi sono immessi nella distribuzione generica, nel senso che non sono trattati con le specifiche richieste dai dispositivi di protezione a norma di legge, per lo più messi in vendita nella grande distribuzione in supermercati senza passare da negozi specializzati.

Quali scegliere per lo scopo che ci prefiggiamo? I guanti in commercio sono davvero tutti uguali e possiamo farci tranquillo affidamento per l’utilizzo in acquario? E ancora, come possiamo essere sicuri che oltre alla protezione fornita questi tipi di guanto non contengano sostanze che possano creare squilibri e scompensi al delicato bilanciamento del nostro ecosistema vivente?

La normativa di riferimento

Cominciamo col dire che secondo la classificazione in utilizzo nell’ambito antinfortunistico, i guanti si pongono nella macro-area della “protezione degli arti superiori” e a seconda del tipo di salvaguardia che devono fornire sono classificati nella norma di conformità UNI EN420.

Citando testualmente “La norma definisce i requisiti generali e i corrispondenti procedimenti di prova per la progettazione e la fabbricazione dei guanti, la resistenza dei materiali dei guanti alla penetrazione dell’acqua, l’innocuità (valore di pH entro range 3,5 – 9,5, contenuto di Cromo VI < 3 ppm, contenuto proteine estraibili), la confortevolezza e l’efficienza (taglie, destrezza, permeabilità̀ e assorbimento del vapore acqueo), la marcatura e le informazioni fornite dal fabbricante applicabili a tutti i guanti di protezione.”.

Viene inoltre fornito un indice di prestazione che va a stabilire il comportamento del guanto ad uno specifico tipo di sollecitazione, e che va normalmente dallo 0 al 4 (5 per la sola resistenza al taglio). Lo 0 è utilizzato quando il guanto non sia stato testato o non abbia raggiunto i requisiti minimi in quella prova.

Passando dal generale allo specifico ecco quindi che i guanti sono classificati in base a delle norme di dettaglio che ne certificano l’appartenenza o meno ad una determinata categoria.

Marchiatura CE e pittogrammi. Ci danno indicazione della rispondenza del guanto ai requisiti richiesti dalle varie normative. Un ausilio indispensabile nella scelta del prodotto in base alle nostre esigenze di sicurezza

Avremo quindi le seguenti tipologie di guanti:

  • Guanti di protezione contro prodotti chimici e microorganismi (norma EN374)
  • Guanti di protezione contro rischi meccanici (norma EN388)
  • Guanti di protezione contro rischi termici (norma EN407)
  • Guanti di protezione per saldatura (norma EN12477)
  • Guanti di protezione contro il freddo (norma EN511)

Esiste poi una ulteriore norma, la EN1149, che definisce le caratteristiche di dissipazione elettrostatica dei vari indumenti protettivi, e tutta una moltitudine di norme minori per le ulteriori specifiche tecniche.

La capacità di protezione di un apparato rispetto ad un determinato rischio è indicata a norma di legge su ogni prodotto in commercio. Il metodo utilizzato è quello dei “pittogrammi”, degli esplicativi disegni standardizzati che sono validi in ambito internazionale e che possiamo trovare o sulla confezione (è il caso normale dei guanti usa e getta) oppure direttamente stampigliati sul prodotto.

Ne esistono di diversi tipi e ci danno indicazione della protezione fornita dal guanto.

Qui sopra potete vedere una tabella con i principali pittogrammi in associazione alla normativa di riferimento che ne regola l’utilizzo.

Da notare che la marchiatura CE è sempre presente insieme alla normativa UNI-EN applicabile.

Inoltre sotto al pittogramma può essere presente una serie di numeri o lettere.

A titolo esemplificativo e con riferimento all’immagine sopra riportata possiamo dire che si tratta di un guanto di protezione contro i rischi meccanici. Le normative di riferimento sono riportate sotto la marchiatura CE. Le lettere a, b, c, d, identificano il tipo di test che è stato effettuato sul dispositivo (non sono sempre presenti tutti, ma solo quelli per i quali è stato effettuato il relativo test). I numeri ci indicano il grado di protezione per ogni singolo test effettuato nell’ambito della normativa di riferimento (numeri più alti corrispondono a protezione maggiore).

Nel caso di guanti con protezione verso gli agenti chimici, quindi nell’ambito della certificazione UNI-EN374, le lettere vengono utilizzate per identificare la protezione ad uno o più agenti chimici come potete vedere qui sotto nella tabella di corrispondenza codice-agente chimico.

Tabella di corrispondenza Codice-Agente chimico. Sono riportati anche i numeri di CAS (Chemical Abstract Service) che forniscono una identificazione univoca alle sostanze chimiche in ambito internazionale.
Tabella di corrispondenza Codice-Agente chimico. Sono riportati anche i numeri di CAS (Chemical Abstract Service) che forniscono una identificazione univoca alle sostanze chimiche in ambito internazionale.

L’articolo continua a pagina due con i criteri di scelta, ed alcuni guanti che abbiamo selezionato per voi a pagina due.

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