Il 5 marzo i ricercatori hanno annunciato la scoperta della prima barriera corallina mesofotica mediterranea.
Nel nuovo studio “A Mediterranean mesophotic coral reef built by non-symbiotic scleractinians” pubblicato sulla rivista scientifica Scientific Reports da un team di ricercatori del dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, coordinati dal direttore Giuseppe Corriero, viene descritta la scoperta della prima barriera corallina mesofotica mediterranea e non della prima barriera corallina Italiana in assoluto come tutti hanno scritto.
Infatti si conoscono già piccoli reef nel mediterraneo sia in acque poco profonde, costituiti principalmente dalla madrepora a cuscino Cladocora caespitosa, che in acque più profonde, costituiti principalmente da Desmophyllum pertusum e Madrepora oculata.
La prima barriera corallina presente nella zona mesofotica
La caratteristica che distingue questa barriera è il fatto di essere la prima barriera corallina presente nella zona mesofotica scoperta nel Mediterraneo.
Scrivono i ricercatori: “Nel Mediterraneo, le barriere coralline erano ampiamente distribuite nel passato, ma attualmente hanno un’estensione e una distribuzione ridotta. Scogliere costruite dalla sclerattiniana Cladocora caespitosa (Linnaeus, 1767) sono state occasionalmente riportate in acque poco profonde, mentre in ambienti bui più profondi, Desmophyllum pertusum (= Lophelia pertusa (Linnaeus, 1758)) e Madrepora oculata Linnaeus, 1758 possono formare grandi strutture carbonatiche… Nel Mediterraneo, le concrezioni coralligene coprono un’area di almeno 2763 km2 e sono tipicamente distribuiti tra 20 e 100 m di profondità. Lungo la piattaforma continentale pugliese (ad esempio l’Adriatico meridionale e il Mar Ionio settentrionale), il coralligeno si estende per circa 450 km2, probabilmente rappresentando l’habitat più rilevante in quest’area”.
Costituita da madrepore non simbiotiche
La biocostruzione si estende per 2,5 km lungo la costa adriatica italiana, a largo di Monopoli (Bari) nella fascia mesofotica tra i -30 / -55 m.
La barriera è costituita principalmente da due sclerattinie, Phyllangia americana mouchezii (Lacaze-Duthiers, 1897) e Polycyathus muellerae (Abel, 1959).
Scrivono i ricercatori nella pubblicazione: “Le sclerattinie della barriera corallina mancavano di simbionti algali, suggerendo che l’eterotrofia ha un ruolo importante nei processi metabolici che sostengono la produzione di carbonato di calcio. La grande quantità di materia organica sospesa disponibile nell’area potrebbe essere la principale fonte nutrizionale per queste specie. Nel Mar Mediterraneo, Cladocora caespitosa è considerata l’unico biocostruttore sclerattinico che ospita zooxantelle simbiotiche come coralli tropicali che costruiscono le barriere. Questa specie fa parte della recente storia fossile del Mediterraneo, ma attualmente è distribuita in modo irregolare e limitata alle acque poco profonde. D’altra parte, il Mediterraneo è anche sede di biocostruzioni carbonatiche profonde costruite dai cosiddetti coralli di acqua fredda (CWC), e in particolare dalla specie Desmophyllum pertusum e Madrepora oculata, che non ospitano dinoflagellati simbiotici. Il presente studio indica che altre specie sclerattine prive di zooxanthellae sono in grado di costruire biocostruzioni ampie e ben strutturate che mostrano i tratti morfologici di una barriera corallina”.
Le madrepore individuate
- P. americana mouchezii
- P. muellerae
- Leptopsammia pruvoti
- Caryophyllia inornata
- Hoplangia durotrix
Biodiversità della barriera corallina
I ricercatori hanno riportato che l’analisi dei campioni biologici ha rivelato la presenza di 153 taxa. Il phylum Porifera aveva la più grande ricchezza di specie, seguito da Annelida, Polychaeta, Bryozoa, Mollusca e Cnidaria, mentre le alghe erano presenti, ma in misura minore.
Conclusioni
Affermano i ricercatori: “Benché gli ecosistemi di corallo mesofotico siano diffusi e diversificati e le loro indagini siano in rapida crescita, sono ancora poco esplorati nella maggior parte del mondo. Attualmente, negli ambienti mesofotici del Mediterraneo, le formazioni biogeniche sono descritte come prevalentemente dominate da octocoralli, briozoi o spugne. Qui descriviamo, per la prima volta nel Mediterraneo, una barriera mesofotica dominata da esacoralli, aggiungendo un altro tassello alla conoscenza del puzzle di biocostruzione marina”.
Secondo i ricercatori l’estensione della barriera corallina non sembra essere limitata all’area investigata ma probabilmente coinvolge una superficie molto più grande.
Riferimenti
Journal reference: A Mediterranean mesophotic coral reef built by non-symbiotic scleractinians. Scientific Reportsvolume 9, Article number: 3601 (2019) https://doi.org/10.1038/s41598-019-40284-4