Gli eventi di sbiancamento dei coralli, avvenuti nel 2016 e nel 2017, nella Grande Barriera Coralllina Australiana, ne hanno danneggiato i due terzi e hanno avuto un impatto duraturo sulla salute della più grande struttura vivente sulla terra.
I cambiamenti climatici stanno mettendo sempre più in discussione la capacità degli ecosistemi di assorbire gli shock ricorrenti e di ripristinarsi autonomamente. Situazione che sta aumentando il rischio di un collasso ecologico diffuso degli attuali ecosistemi.
Planule
Nei sistemi marini, la produzione di planule (larva degli organismi che fanno parte del phylum degli cnidari) è fondamentale per la ricostruzione delle popolazioni adulte impoverite da eventuali eventi climatici estremi. Ciò permette alla barriera corallina di garantire la sua resilienza ed evitare quindi cambiamenti nel sistema ecologico a fronte di crescenti pressioni ambientali.
Diminuzione dell’89 % di nuovi coralli
Purtroppo però un nuovo studio pubblicato su Nature Wednesday ha rilevato che gli eventi di sbiancamento avvenuti nel 2016 e nel 2017 nella Grande Barriera Corallina Australiana hanno ridotto significativamente la capacità dei nuovi coralli di crescere e prosperare. Nel 2018, c’è stato un calo dell’89 per cento nel numero di nuovi coralli sulla barriera corallina rispetto al record storico.
“I coralli morti non depongono uova“, ha detto il principale autore, Terry Hughes, direttore del centro di eccellenza ARC per gli studi sulla barriera corallina alla James Cook University (JCU). “Il numero di nuovi coralli che si stabiliscono nella Grande Barriera Corallina è diminuito dell’89% in seguito alla perdita senza precedenti di coralli adulti avvenuta nel 2016 e 2017 a causa del riscaldamento globale“.
93% in meno di planule di Acropora
Drammatica sembrerebbe la situazione delle Acropore, il co-autore Professor Andrew Baird ha dichiarato infatti che le Acropore hanno segnato il record in negativo nella formazione di planule rispetto all’anno precedente, un drammatico -93%.
“Da adulti questi coralli forniscono la maggior parte dell’habitat corallino, fondamentale per migliaia di altre specie“, ha affermato Baird.
Eventi di sbiancamento
Finora, la Grande Barriera Corallina ha registrato, a causa del riscaldamento globale, quattro eventi di sbiancamento di massa, nel 1998, 2002, e nel 2016 e nel 2017. Gli scienziati prevedono che il divario tra coppie di eventi di sbiancamento dei coralli continuerà a ridursi con l’intensificarsi del riscaldamento globale.
I ricercatori prevedono che la “produzione” di planule si riprenderà gradualmente nei prossimi cinque-dieci anni, man mano che i coralli sopravvissuti cresceranno e molti di loro raggiungeranno la maturità sessuale. Presupponendo ovviamente di non assistere ad un altro evento di sbiancamento di massa nel prossimo decennio.
Journal Reference:
Terry P. Hughes, James T. Kerry, Andrew H. Baird, Sean R. Connolly, Tory J. Chase, Andreas Dietzel, Tessa Hill, Andrew S. Hoey, Mia O. Hoogenboom, Mizue Jacobson, Ailsa Kerswell, Joshua S. Madin, Abbie Mieog, Allison S. Paley, Morgan S. Pratchett, Gergely Torda & Rachael M. Woods. Global warming impairs stock–recruitment dynamics of corals. Nature, 2019 DOI: 10.1038/s41586-019-1081-y