Alcuni ricercatori hanno scoperto che più di 50 specie marine non autoctone hanno colonizzato le isole Galapagos. Alcune deleterie per la salute dei Coralli.
Le Galápagos, l’arcipelago del Pacifico equatoriale, considerato come il luogo per antonomasia dove andare ad osservare la natura incontaminata, sta risentendo sempre di più della sua fama.
Nel 1938, poco più di 700 persone vivevano nelle Galapagos. Oggi, più di 25.000 persone vivono nelle isole e quasi un quarto di milione di turisti le visitano ogni anno.
Ma con i turisti e soprattutto con le navi sono iniziate ad arrivare inavvertitamente nell’arcipelago specie marine alloctone (non autoctone).
Un nuovo studio realizzato grazie allo sforzo congiunto dello Smithsonian Environmental Research Center, del Williams College e della Charles Darwin Foundation, ha documenta 53 specie di animali marini introdotti in questo sito patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, una delle più grandi aree protette marine sulla Terra.
Prima che questo studio venisse fuori, gli scienziati pensavano che nell’arcipelago ne fossero presenti solo cinque di specie alloctone.
La scoperta delle specie aliene
I ricercatori sono venuti a conoscenza delle varie specie “aliene” inserendo, in vari punti nell’arcipelago, delle piastre di insediamento. Queste piastre sono state utilizzate per verificare da quali specie venissero colonizzate.
Non si sono limitati solo a verificare le specie presenti sulle piastre ma hanno raccolto anche campioni da mangrovie e altri detriti galleggianti.
Il team di ricercatori ha sorprendentemente documentato 48 ulteriori specie non native nelle Galapagos. La maggior parte di loro erano nuove scoperte. Alcune specie era già conosciute in precedenza ma erroneamente considerate come specie autoctone. Una specie, il briozoo Watersipora subtorquata, fu raccolto nel 1987 ma non fu mai identificato fino ad ora.
I ricercatori hanno dichiarato che si tratta del più grande aumento segnalato di specie aliene per qualsiasi regione marina tropicale del mondo, e ritengono che si una scoperta sorprendente, soprattutto perché solo una piccola parte delle Galapagos è stata esaminata.
Da dove arrivano
Quasi tutti probabilmente arrivano inavvertitamente dalle navi provenienti da mari tropicali di tutto il mondo.
Tra le specie trovate a preoccupare maggiormente è il briozoo Amathia verticillata – noto per danneggiare le fanerogame marine come la Posidonia oceanica – e il bivalve Leiosolenus aristatus, che i ricercatori hanno già visto forare dei coralli nelle Galapagos.
Conclusioni
Per ridurre le future invasioni, le Galapagos hanno già attuato uno dei programmi di biosicurezza più severi al mondo. Le navi internazionali che entrano nella Riserva Marina delle Galápagos possono ancorare in uno solo dei porti principali, dove i subacquei ispezionano la nave. Se i sommozzatori trovano una specie non autoctona, la nave viene pregata di lasciare il porto e di pulire lo scafo prima di tornare per una seconda ispezione.
Ma anche con queste precauzioni i rischi rimangono alti.