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Il Mikrogeophagus ramirezi la gemma dell’Orinoco

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Ciclide nano Mikrogeophagus ramirezi già conosciuto come Apistogramma ramirezi

Il Mikrogeophagus ramirezi appartiene alla famiglia dei Cichlidae, è sicuramente l’esponente più conosciuto ed apprezzato della categoria dei cosiddetti ciclidi nani.

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Il nome deriva dal greco Mikro piccolo in italiano, Geophagus mangiatore di terra.Ramirezi è un tributo a uno dei suoi primi raccoglitori Manuel Ramirez, in passato era classificato come Apistogramma ramirezi ma questa classificazione è risultata non essere corretta.

La sua fama però è stata anche la sua rovina e ne discuteremo più avanti nell’articolo.

Habitat:

Il Mikrogeophagus ramirezi è originario del bacino del fiume Orinoco, nei IIanos del Venezuela e della Colombia. Nelle zone in cui vive abbiamo periodi di piene d’acqua e stagioni di secche. L’acqua in cui vive è particolarmente acida e l’habitat si presenta con un fondo sabbioso, piante galleggianti, legni e tronchi caduti in acqua.

I valori in natura del Ph sono fra 5-6, la durezza varia da 5.0-12.0 dh,

La temperatura si mantiene sempre elevata oscillando fra i 27-30 gradi.

Sulla sabbia in alcuni periodi dell’anno si trovano molte foglie secche nelle quali viene a formarsi una ricca fauna bentonica, utile ai piccoli di Mikrogeophagus ramirezi una volta schiusi dalle uova.

Varietà e controversie:

Come scrivevo in precedenza la fama del Mikrogeophagus ramirezi è stata anche la sua rovina, questo perché l’eccessiva richiesta del mercato ha indotto alcuni allevatori a creare nuove selezioni che si allontanano dalle specie originaria.

Queste nuove selezioni hanno indebolito parecchio la varietà naturale, infatti molti amanti del Mikrogeophagus ramirezi hanno notato che gli esemplari di 20-30 anni fa fossero molto più resistenti degli attuali.

Fra le varietà selezionate dall’uomo cito: gold, pinne a velo e baloon.

Le ho citate per dovere di cronaca ma onestamente sconsiglio l’acquisto di queste forme selezionate , che niente hanno a vedere con il Ciclide nano di Ramirez.

La ricerca estetica ” se così si possa chiamare” per me un torto alla natura, ha privato queste varietà selezionate di un fattore determinante e caratterizzante per tutti gli esponenti della famiglia dei Cichlidae: le cure parentali.

Queste selezioni selvagge hanno portato problemi anche a chi cerchi di allevare il Mikrogeophagus ramirezi originale, in commercio possiamo trovare la variante naturale allevata ma è molto delicata oramai e la sconsiglio ai neofiti. L’altra soluzione sarebbe prendere dei Mikrogeophagus ramirezi wild che sono decisamente più resistenti però sono molto esigenti per quanto concerne i valori dell’acqua.

Nel caso in cui prendiate dei pesci wild abbiamo l’obbligo morale di riprodurli o quantomeno di provarci. L’ideale sarebbe prendere degli esemplari della variante naturale da allevatori amatoriali.

Ciclide nano Mikrogeophagus ramirezi già conosciuto come Apistogramma ramirezi

IL CORPO:

Il corpo è piuttosto alto e compresso sui fianchi, ha un profilo di forma ovoidale. Presenta un peduncolo caudale, la pinna dorsale è alta e lunga con i primi raggi allungati. Le pinne ventrali sono appuntite e l’anale ha una forma allungata. La livrea è veramente spettacolare sembra una gemma, nel periodo della riproduzione se possibile diventa ancora più sgargiante. La testa è gialla con macchie nere e sfumature azzurro-turchese, la parte finale del corpo presenta una colorazione argento-azzurro. Le pinne sono arancio-rossastre con puntini e strisce azzurre, insomma è veramente un regalo che la natura ci ha donato. Il maschio è più grande della femmina, il maschio 5 cm mentre la femmina 3 cm. Entrambi i sessi presentano una colorazione spettacolare, la femmina si riconosce per via di una macchia rossa che presenta sulla pancia.

Acquario:


Per quanto riguarda la vasca per dei Mikrogeophagus ramirezi inizio dicendo che per una coppia la vasca dovrebbe avere una base di 60×40, mentre per un trio salirei a 80×40.

L’allestimento della vasca si può orientare in 2 modi, biotopo o acquario fortemente piantumato con la parte in primo piano sgombra.

Se si optasse per il biotopo dovremmo allestire la vasca con uno strato di sabbia sottile, piante galleggianti, legni e delle foglie di quercia o catappa sul fondo. Anche delle pigne di ontano e delle rocce levigate non guasterebbero. L’acqua potremmo tenerla o bianca o optare per un allestimento blackwater-agua negra che dir si voglia.

L’acquario piantumato allo stesso modo andrà ben studiato; piante alte sullo sfondo, legni e rocce, piante di media altezza al centro.

Sconsiglio in ogni caso pratini e piante da primo piano.

Nella vasca per Mikrogeophagus ramirezi la parte in primo piano andrebbe lasciata libera, in maniera che i pesci possano cercare il cibo che affonda nella sabbia. Infatti il Mikrogeophagus ramirezi è solito mettere in bocca la terra per cercare il cibo per poi sputarla.

Per quanto riguarda i compagni di vasca io sarei propenso a consigliarvi di lasciare la vasca dedicata solo a loro, i ciclidi nani riescono a riempire la vasca e a non dare un senso di acquario vuoto.

Se volete dei compagni di vasca optate per dei Caracidi sudamericani perfetti sarebbero i Nannostomus beckfordi che non predano la prole degli altri pesci.

Insomma se volete cimentarvi nel tenere i Mikrogeophagus ramirezi sarà un’avventura complicata ma se portata al successo vi farà godere di questo splendido pesce: il Mikrogeophagus ramirezi la gemma dell’Orinoco.

2 COMMENTS

  1. Per quello che mi riguarda, farei una osservazione sul passaggio della coppia o trio in funzione delle misure della vasca. Questo è quello che si fa normalmente (salvo A. Panduro) con la maggior parte dei ciclidi nani. I RAM hanno invece un comportamento (inteso nella fase riproduttiva) identico a molti ciclidi di taglia maggiore, e cioè che per arrivare alla formazione di una coppia, bisogna necessariamente partite da un gruppo, da almeno 5/6 individui, ed attendere la sua naturale formazione. Forzarla (cioè scegliere noi per loro) puó portare ad avere dei problemi.

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