Nelle buie acque del Golfo del Messico, a 750 metri sotto la superficie del mare, un tentacolo emerge dall’oscurità. Quella che era un’appendice solitaria e curiosa diventa velocemente un insieme di tentacoli che si contorcono fino a quando, alla fine, un rarissimo calamaro gigante emerge dall’oscurità. E cosi come fugacemente è apparsa, questa rarissima creatura mitologica scompare nelle oscure profondità marine.
No non state leggendo un romanzo fantascientifico di Jules Gabriel Verne, ma bensì è la descrizione dello straordinario filmato che un gruppo di ricercatori è riuscito ad ottenere, a 759 metri sotto la superficie del Golfo del Messico, 160km a sud-est di New Orleans.
Per la prima volta nelle acque degli Stati Uniti
Per la prima volta, un calamaro gigante vivente è stato filmato nelle acque degli Stati Uniti.
Il video è stato catturato da un team di ricercatori intenti in una spedizione scientifica, finanziata dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).
L’obiettivo della spedizione è studiare nella zona afotica (porzione di un oceano, o di un lago, non esposta alla luce solare per via della profondità) gli impatti causati dalla mancanza di luce sulle creature che vi abitano.
Tutto grazie alla sonda Medusa
L’equipaggio, composto da 23 persone, ha utilizzato una sonda particolare.
Edith Widder, una dei leader della spedizione ha sviluppato un sistema di telecamere chiamato Medusa, che utilizza la luce rossa, non rilevabile dalle creature del mare profondo, che ha permesso agli scienziati di scoprire specie nuove e osservare quelle inafferrabili.
Questa sonda è chiamata Medusa, perché dotata di una finta medusa che imita il meccanismo di difesa bioluminescente degli invertebrati, cosi da attirare i calamari e altri animali alle telecamere.
Una vera avventura
Mercoledì scorso, mentre il Golfo era flagellato da una tempesta, Widder era in attesa che i video della sonda Medusa venissero elaborati quando il suo collega Nathan J. Robinson, direttore del Cape Eleuthera Institute, è arrivato correndo da lei.
“I suoi occhi stavano uscendo dalle orbite“, ha raccontato Widder. “Non è servito che dicesse nulla, ho subito capito che aveva visto qualcosa di straordinario nel video.”
Dal video sembrava proprio un calamaro gigante, ma la tempesta rendeva difficile raggiungere un esperto sulla riva che potesse identificare correttamente la creatura. E poiché l’agitazione della scoperta e la preoccupazione per la situazione metereologica non sembrerebbero bastare per raccontare quest’avventura, a rendere il tutto ancora più drammatico un fulmine ha colpito la nave, spargendo detriti sul ponte della nave.
I ricercatori subito hanno temuto per i computer che trasportavano il prezioso filmato.
“Siamo corsi al laboratorio per assicurarci che il video più sorprendente che abbiamo mai visto fosse ancora a posto“, ha ricordato Widder.
Un paio d’ore più tardi, a coronare tutta quest’avventura, il capitano li ha informati che si stava formando una formazione meteorologica simile a un tornado.
Tutto è finito bene
Ma come ogni buona avventura anche questa è finita bene. Michael Vecchione, uno zoologo del Laboratorio di Sistematica Nativa della NOAA, ha potuto confermare a distanza che avevano effettivamente catturato le immagini del calamaro gigante.
I ricercatori hanno stimato che fosse lungo almeno dai 3 ai 3,7 metri.
Conclusioni
Nel 2004, gli scienziati giapponesi sono stati in grado di scattare le prime foto di un calamaro gigante e di raccogliere una porzione di tentacolo da un animale vivo.
Mentre la tecnologia moderna ha permesso agli scienziati di avere una visione migliore del calamaro gigante, le drammatiche circostanze di questa nuova scoperta si adattano ai racconti discendenti da questa sfuggente creatura.