Alcuni ricercatori sono riusciti a riprendere il calamaro maialino (Helicocranchia pfefferi), a 1.385 metri di profondità nell’Oceano Pacifico centrale vicino all’atollo di Palmyra, mentre galleggiava insieme con i suoi caratteristici tentacoli che ondeggiano sopra la sua testa.
I ricercatori sono riusciti a riprendere questa creatura mentre erano a bordo del veicolo d’esplorazione (E/V) Nautilus.
“Che cosa siete?” si sente da una delle voci nel video “È un calamaro? Penso che sia un calamaro. È come un calamaro gonfio con minuscoli tentacoli e un cappellino che ondeggia. E sembra che abbia un mantello gonfio e massiccio. Non ho mai visto niente del genere prima.“
Helicocranchia pfefferi
I calamari maialino, nome scientifico Helicocranchia pfefferi sono (come si evince dal nome comune) dei cefalopodi, e presentano corpi radicalmente diversi dai cefalopodi che si possono osservare vicino la superficie.
Invece di avere gli arti e la testa tutti collegati a un corpo centrale, il loro corpo (o “mantello”) e gli arti sporgono dal capo. Non hanno ovviamente l’esoscheletro.
L’insolito rapporto di grandezza tra mantello e arti del calamaro maialino è, in parte, una conseguenza di come si muove attraverso l’acqua.
Secondo gli scienziati di Nautilus, quel mantello è pieno di ammoniaca, che i calamari usano per controllare la sua galleggiabilità.
Conclusioni
La spedizione Nautilus è uno sforzo per esplorare le profonde acque oceaniche del Marine National Monument, vicino a Kingman Reef, Atollo Palmyra e Jarvis Island, che sono tra i territori più remoti controllati dagli Stati Uniti.