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Coronavirus e acquari: quali conseguenze per il nostro hobby?

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Coronavirus e acquari: quali conseguenze per il nostro hobby?
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Il Coronavirus, oltre alle ovvie ripercussioni gravissime sulla salute umana, sta modificando anche il nostro hobby. Scopriamo come.

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Tutti noi siamo a conoscenza dell’avvento del Coronavirus in Cina. Tecnicamente parliamo di virus responsabili di patologie sia nei mammiferi che negli uccelli. Nell’uomo possono provocare infezioni respiratorie, che in genere sono di modesta entità come il classico raffreddore, ma in rari casi possono essere potenzialmente letali come polmoniti e bronchiti. Un altro esempio di Coronavirus noto è infatti la Sars.

Ma cosa c’entra il Coronavirus con l’acquariologia?

Purtroppo c’entra e non poco. Ci arriviamo piano piano. Vi basti sapere che a Barcellona è stato annullato il Mobile World Congress, la fiera mondiale più importante sulle tecnologie cellulari ed il mondo che gli gira intorno. Questo per l’abbandono delle aziende cinesi, impossibilitate a muoversi, e per la fobia collettiva che si sta espandendo un po’ in tutto il mondo. Fobia su cui, onestamente, non posso esprimermi, nel senso che non conosco tutte le implicazioni che ci sono e se e quanto siano fondate le paure di contagio. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) dice che sia un contagio gravissimo, ma le stime odierne (di ieri sera per voi che leggete) parlavano di infezioni in calo giorno su giorno.

La particolare combinazione di Capodanno Cinese e Coronavirus

Nel momento della sua scoperta, in Cina fervevano i preparativi per il Capodanno Cinese. Ed il capodanno impatta notevolmente sulla produzione del paese del dragone. Dovete sapere infatti che la maggior parte della forza lavoro in Cina proviene dalle campagne e dopo viaggi che possono essere lunghi anche migliaia di chilometri, arriva nelle città industriali. In occasione del Capodanno tutte le fabbriche chiudono ed i cinesi tornano per una o due settimane nel proprio villaggio. Questo equivale ad uno stop totale della produzione.

A questo stop è quindi seguito quello imposto dal governo cinese, la quarantena forzata ed il blocco dei voli da parte delle maggiori compagnie aeree. Il blocco successivamente si è esteso anche alle navi cargo. Ed ancora non solo in Cina ma in gran parte del sud est asiatico. Tutto fermo.

Ho parlato personalmente con diverse aziende italiane e con alcune aziende cinesi, che mi hanno fatto tutte lo stesso quadro. Attualmente le spedizioni non ci sono. Entro fine mese si dovrebbe ripartire con la parziale riapertura delle fabbriche e con la partenza del materiale tramite navi cargo. Navi che, mettendoci circa 30-40 giorni per arrivare, espletano una quarantena praticamente perfetta in ogni caso. Per altro il contagio di Coronavirus, per quello che si sa in questo momento, è all’incirca di 15 giorni.

Conseguenze dirette?

E’ possibile che nel breve periodo alcuni prodotti siano irreperibili, prima ai distributori poi nei negozi. Per questo è possibile che in prodotti di derivazione cinese non vi siano sicuramente sconti, per evitare la svuotamento di magazzini che non potrebbero essere riempiti a breve. Ritardi per i blocchi dei voli possono però esserci anche nella spedizione di coralli da Indonesia (che da poco ha parzialmente eliminato il BAN come potete leggere in questo nostro articolo) ed Australia. E quelli che sono già disponibili nelle serre subiscano un aumento di prezzo a causa di questi ritardi.

Non ci resta che sperare che il Coronavirus cessi di essere pericoloso, soprattutto per la salute umana, ed in secondordine per il nostro hobby.

Cosa ne pensate in merito?

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