Una interessantissima ricerca condotta dall’Istituto di Scienza e Tecnologia di Okinawa ha permesso di coltivare linee cellulari di Acropora tenuis, aprendo nuovi orizzonti per la conservazione dei coralli.
Conosciamo tutto quello che sta succedendo nelle Barriere Coralline di tutto il mondo. Il surriscaldamento globale sta creando infatti problemi a molti dei coralli presenti. Il meccanismo è semplice. Il calore surriscalda il corallo andando a rompere l’equilibrio fra corallo e zooxanthellae che quindi lasciano (o vengono espulse) dal corallo. Il corallo quindi sbianca e poi nella maggior parte dei casi non recupera e muore. La possibilità di poter conservare quindi cellule di corallo indefinitamente sarebbe una possibilità incredibile per la conservazione delle barriere coralline, permettendoci di (cercare di) ricostruire la Barriera indefinitamente.
Lo studio giapponese, finanziato dalla Okinawa Institute of Science and Technology Foundation (Istituto di Scienza e Tecnologia di Okinawa) e realizzato in sinergia con l’Università di Kochi, mette un nuovo tassello nella lotta fra il surriscaldamento globale e la vita dei coralli stessi. Questo studio ha permesso di stabilizzare con successo la linea cellulare di una Acropora tenuis. In questo modo sono stati praticamente in grado di coltivare cellule di corallo in laboratorio. Fantastico!!!
Tutto questo ha permesso anche il congelamento delle linee cellulari, utilizzando azoto liquido, che quindi possono essere anche spedite fra un laboratorio e l’altro, portando la conservazione direttamente ad un altro livello. Si perché le cellule sono state congelate e poi riattivate, mantenendo vive tutte le proprie funzioni cellulari.
I coralli sono uno degli animali più semplici, con solo due strati di cellule (chiamati strati germinali) che si formano nel primo sviluppo embrionale: uno strato interno, l’endoderma e uno strato esterno, l’ectoderma. Ogni strato di cellule germinali si sviluppa infine in diversi tipi di cellule, comprese cellule digestive, cellule simili a muscoli, cellule simili a nervi e cellule pungenti (cnidociti), ma il modo in cui ogni tipo di cellula si forma durante lo sviluppo richiede ancora un’indagine.
È importante sottolineare che sono le cellule dell’endoderma che incorporano le alghe simbiotiche, che fotosintetizzano e forniscono nutrienti per sostenere il corallo.
“In questo momento, la necessità più urgente nella biologia dei coralli è capire l’interazione tra l’animale corallino e il suo simbionte fotosintetico a livello cellulare, e come questa relazione crolli sotto stress, portando allo sbiancamento dei coralli e alla loro morte“, ha detto il professor David Miller, uno dei principali biologi del corallo della James Cook University, in Australia, che non è stato coinvolto nello studio.
Riferimenti
- Scientists have cultured the first stable coral cell lines – OIST Okinawa Institute of Science and Technology Foundation