Home ARTICOLI Rocce vive e rocce sintetiche: quanti kg ne servono per un acquario...

Rocce vive e rocce sintetiche: quanti kg ne servono per un acquario marino?

2437
0

Le rocce, o meglio il substrato per i batteri è fondamentale in un acquario marino. Fino a oggi si sono sempre usate le rocce vive, ma oggi queste scarseggiano, e per questo motivo e per altri si scelgono le rocce sintetiche. Ma una domanda che si fanno in molti è, di quanti kg ne abbiamo bisogno?

Amtra sconto 20%

La parte importante delle rocce è costituita dalla sua porosità e dalla microfessurazione. Sul substrato infatti si andranno a posizionare i batteri che si occupano della nitrificazione, ovvero del processo di trasformazione da ammoniaca (o ione ammonio) a nitriti, e da questi in nitrati. Questi batteri entrano anche in profondità nelle fessure ma solo fino a quando l’ambiente è carico di ossigeno. Man mano che si entra nella microporosità infatti l’ossigeno non riesce ad arrivare per cui si arriva in zone chiamate anaerobiche, ovvero zone in cui non c’è ossigeno. I batteri che si insediano in questa zona utilizzano l’ossigeno contenuto nei nitrati (NO3) per il proprio sostentamento, dando quindi luogo alla denitrificazione. Ovvero la scomposizione dei nitrati in ossigeno ed azoto.

Quindi, ricapitolando, tutte le superfici aerobiche (in presenza di ossigeno) concorrono a creare spazio per i batteri deputati dalla nitrificazione. Tutte le superfici anaerobiche (ovvero quelle superfici poste in luoghi in assenza di ossigeno) concorrono a creare spazio per i batteri deputati alla denitrificazione.

Questa piccola spiegazione ci permette di capire perché ci vogliono rocce grandi e le rocce piccole non vadano altrettanto bene. Allo stesso modo ci permette di capire perché i DSB devono essere profondi circa 12 cm, ovvero devono arrivare a quella profondità tale per cui le zone diventino anaerobiche. Allo stesso modo ci permette di capire perché i classici cannolicchi di ceramica non siano adatti in un acquario marino. Così come le bioballs o materiali simili. Sono tutti materiali che creano nitrati, e lo fanno benissimo. Ma nessuno di essi arriva a creare zone anaerobiche e quindi a scomporre i nitrati in azoto e ossigeno.

E le nostre rocce?

Rocce sintetiche Light Sea Rock

Il metodo Berlinese ha messo in luce come una quantità di 1 kg di roccia per ogni 5 litri dell’acquario fosse una quantità sufficiente per avere sufficienti batteri denitrificanti al loro interno. In questa condizione si trovava l’equilibrio per far funzionare l’acquario marino. Ovviamente nell’enunciato di questa legge si davano per scontate diverse cose. Le rocce dovevano essere sufficientemente porose, il granito non va bene, giusto per fare una battuta. Devono essere sufficientemente grandi per avere al loro interno zone anaerobiche.

Con l’evoluzione della tecnica e tanti acquariofili che hanno provato ad utilizzare meno rocce per il proprio acquario si è arrivati a credere che il numero di rocce necessarie fosse leggermente sovradimensionato. Per cui si è arrivati a considerare un quantitativo minimo di 1 kg di roccia ogni 7 litri di acquario. In presenza di rocce grandi, e di una buona tecnica.

Questo vuol dire che un acquario medio da 120x60x50(h) da 360 litri aveva necessità di circa 72 kg di rocce. Poi diventati 51.

E le rocce sintetiche?

Rocce vive freschissime, appena arrivate

Le rocce sintetiche, in teoria, sarebbero un substrato batterico perfetto, se create con criterio. Sufficienti pori e sufficientemente piccoli per creare zone anaerobiche. Dimensioni consone e soprattutto pochi volumi in cui sia presente la sola roccia. Questo si dovrebbe notare soprattutto prendendole in mano dato che dovrebbero distribuire un peso molto minore a parità di volume di una roccia viva.

La differenza è tutta qui.

Possiamo assumere quindi una porosità migliorata del 50%, ma è ovvio che ogni produttore di rocce sintetiche avrà valori di porosità diversi. Questo ci porta a pensare di poter utilizzare un quantitativo di rocce indicativamente minore del 30%. Ovviamente questa è una assunzione cautelativa ma che dovrebbe non portare ad un volume troppo basso per l’insediamento batterico.

Nell’esempio precedente, parlando di 360 litri, vorrebbe dire utilizzare circa 35 kg di roccia, ovvero 1 kg di roccia sintetica ogni 10 litri di acqua. Ma vi consiglio anche di dare una occhiata ai valori dichiarati dal produttore delle rocce, che conoscendo la loro porosità, potrebbe darvi indicazioni ancora più precise.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.