Nel 2019, un professore di idrologia (un esame che feci anche io presso l’Università di Ferrara) presso l’Università del Texas ad Austin ha avviato un progetto di ricerca per vedere se poteva identificare i nutrienti dannosi che fluiscono attraverso le acque sotterranee in un delicato santuario della barriera corallina nelle Filippine.
L’obiettivo è stato raggiunto, ma la cosa importante è una scoperta scientifica accidentale e quindi altamente inaspettata. E’ stata trovata infatti una regione di possibili “super coralli” che prosperano nonostante gli alti livelli di anidride carbonica. I risultati basati sul lavoro sul campo del 2019 sono stati pubblicati ad agosto 2021 sulla rivista ACS ES&T Water.
Per la prima volta, il professore dell’UT Austin, Bayani Cardenas assieme ad un team di ricercatori internazionali sono stati in grado di attribuire la provenienza della CO2 e altri gas e sostanze nutritive nell’acqua di mare in questa posizione alle acque sotterranee. E questa scoperta ci fa vedere la cruda realtà di come le attività antropiche possano causare danni all’ambiente in modi inaspettati. In questo caso infatti acque reflue, deflussi agricoli e altri sottoprodotti arrivano comunque in mare non seguendo i percorsi canonici.
“Questa è una vulnerabilità invisibile“, ha detto Cardenas, professore presso il Dipartimento di Scienze Geologiche presso la UT Jackson School of Geosciences. “Siamo stati in grado di dimostrare con questo sito che le acque sotterranee fanno parte di questi delicati ambienti della barriera corallina. C’è una connessione, e non è ancora così accettata dalla scienza e in molte parti del mondo“.
Ma la scoperta di questi super coralli invece di fornire risposte ha creato nuovi interrogativi. Interrogativi a cui, in ogni caso, daremo presto altre risposte perché il livello di CO2 in mare sta aumentando per cui scopriremo presto anche in altre parti del mondo come i coralli riusciranno a sopravvivere e. se, come in questo caso, riusciranno a prosperare.
E’ innegabile dire che le barriere coralline abbiano sofferto a lungo a causa dei cambiamenti climatici, e soprattutto ce lo testimonia l’American Meteorological Society, in particolare durante il grande evento di sbiancamento avvenuto dal 2014 al 2017 che ha causato stress da calore al 75% delle barriere coralline del mondo. Eppure l’interessante area, piena di coralli studiata da Cardenas e dal suo team, situata nel Passaggio dell’isola Verde nelle Filippine, è incredibilmente fiorente nonostante le enormi quantità di CO2 pompate giornalmente dalle acque sotterranee.
Infatti, uno degli autori principali di questo studio, Rogger E. Correa, ricercatore presso la Southern Cross University in Australia, ha stimato che le acque sotterranee pompino circa 989 grammi di CO2 per metro quadrato all’anno nell’area studiata, nota come Twin Rocks e confinante con una catena vulcanica. È l’equivalente di parcheggiare due auto sul fondo del mare e lasciare che emettano anidride carbonica per un anno intero su ogni ettaro di barriera corallina.
Il risultato finale è un’intera regione di barriere coralline che deve essere studiata più da vicino, ha affermato Cardenas, che è un geoscienziato e non un biologo.
In ogni caso possiamo dire che questa è una buona notizia, visto che dimostra come i coralli possono crescere in ambienti ad alto contenuto di carbonio, una scoperta che “fornisce qualche speranza per il futuro dei coralli“.
Riferimenti
“Submarine Groundwater Discharge Releases CO2 to a Coral Reef” by Rogger E. Correa, M. Bayani Cardenas, Raymond S. Rodolfo, Mark R. Lapus, Kay L. Davis, Anna B. Giles, Jose C. Fullon, Mithra-Christin Hajati, Nils Moosdorf, Christian J. Sanders and Isaac R. Santos, 4 August 2021, ACS ES&T Water. DOI: 10.1021/acsestwater.1c00104