Mai sentito nominare l’isoletta di Bonaire? Questo splendido paradiso – invitante già nel nome – è un’isola di 288 km², municipalità speciale dei Paesi Bassi, situata nel Mar dei Caraibi di fronte alle coste del Venezuela; si tratta della seconda isola più grande dei Caraibi olandesi, dopo Curaçao.
Neanche a dirlo, Bonaire è conosciuta per la sua barriera corallina straordinariamente ricca, protetta dal 1979 dall’istituzione del Bonaire National Marine Park; le acque costiere che la lambiscono ci presentano la più antica riserva marina del mondo, una vera meraviglia dell’oceano.
Un vero e proprio “paradiso dei subacquei” che attrae sub e amanti dello snorkeling tutto l’anno: altri mondi, rispetto alla nostra realtà… e si sa, nei più fragili e piccoli paradisi terrestri tutto è organizzato al meglio, rispetto alla grande civiltà in cui noi viviamo, perché spesso gli abitanti delle isole sono attenti e ben attivi nel mantenimento dell’ambiente circostante, che riconoscono come bene prezioso.
Tutto quello che riguarda il mare, a Bonaire, è infatti strettamente regolamentato, osservato, studiato e protetto da associazioni e rangers che pattugliano continuamente l’ambiente per far rispettare le regole. Oggi noi sappiamo bene che le barriere coralline – oltre al fantastico spettacolo naturale che ci regalano, di cui dovremmo andar sempre fieri e preoccuparci molto di più – assorbono circa il 25% dell’anidride carbonica prodotta da mari e oceani, dandoci una grossa mano nel contrastare i cambiamenti climatici, aiutano a proteggere le coste tropicali dalle tempeste e forniscono reddito e cibo a centinaia di migliaia di persone.
Eppure, anche a Bonaire, l’intera barriera corallina è in pericolo a causa del surriscaldamento degli oceani e dell’inquinamento e sta sbiancando.
Il Reef Renewal Bonaire Foundation (RRBF) ed il suo lavoro per la conservazione dei coralli
Durante l’ultimo decennio, l’intero pianeta ha perso circa il 14% delle barriere coralline; nello stesso arco di tempo, Bonaire ha raddoppiato la sua popolazione, con conseguente aumento di inquinamento e rifiuti, che, anche a causa della deforestazione, si riversano in mare (pensiamo ad esempio allo sversamento di acque reflue oppure alla chiazza oleosa delle nostre creme solari che finiscono in acqua quando andiamo a farci un rinfrescante bagno in mare….).
Così a Bonaire, la gente ha pensato bene di aiutare la barriera corallina e sono nate molte associazioni e organizzazioni no profit che tentano di salvarla dalla sua estinzione. Attività commerciali, negozi di diving, donazioni di privati e volontari, quasi l’80% dei negozi di immersione a Bonaire fanno parte del programma creato dall’associazione Reef Renewal Bonaire Foundation e le persone sono molto contente di poter dare una mano. Questa organizzazione, guidata dalla ricercatrice italiana marina e ambientale Francesca Virdis, che dieci anni fa ha appunto creato la fondazione, si propone proprio di aiutare attivamente le barriere coralline in via di estinzione.
Come lo fanno? Il progetto è molto ambizioso e si basa su un piano di ripopolamento dei coralli con metodi sperimentali nuovi, il cosiddetto “giardinaggio dei coralli”: con il supporto di collaborazioni di ricerca condivisi in tutto il mondo, aiutati sia dalla comunità locale, che da quella internazionale, attraverso il volontariato e campagne di sensibilizzazione, vengono coltivati nei vivai subacquei locali circa 15.000 coralli di diverse specie.
Il Coral Gardening, tecnica utilizzata da RRFB, permette di sviluppare diverse specie di coralli a partire dalla frammentazione di singoli animali ramificati, un po’ come le nostre talee in acquario: il principio, applicato su larga scala, prevede che dalla barriera corallina di Bonaire e Klein Bonaire, sua sorella minore, si raccolgano campioni di ogni specie di corallo, le colonie di riproduttori, per ottenere diversità di specie, ma anche diversità all’interno di una stessa specie, al fine di garantire il più ampio spettro di salute della barriera corallina e ad aumentarne la sua resilienza. “Stiamo soppiantando più di settemilacinquecento pezzi di corallo quest’anno nei 10 siti di restauro che abbiamo… su ogni albero, in ogni vivaio che abbiamo qui, tutti i coralli provengono dallo stesso genotipo. E in questo modo, quando vengono messi insieme o si toccano, cresceranno insieme e si fonderanno insieme”, afferma il tecnico di restauro di Reef Renewal Ernst Noyons.
Tuttavia, poichè le somiglianze genetiche all’interno di uno stesso corallo possono costruire una barriera corallina vulnerabile, si è implementata una nuova tecnica di restauro, utilizzando le cellule riproduttive del corallo, invece di frammentarle.
“Utilizziamo la riproduzione sessuale dei coralli per produrre nuovi individui geneticamente unici. Ed è molto importante perché maggiore è la diversità genetica sulla barriera corallina, più resistente è la barriera stessa”, afferma Francesca Virdis.
I ricercatori hanno infatti raccolto le cellule riproduttive dei coralli rilasciate nell’acqua durante i cosiddetti “eventi di deposizione delle uova di massa” per produrre, una volta fertilizzati in laboratorio, larve che vengono depositate su piastre in ceramica a forma di stella, che saranno poi poste in mare, su piscine galleggianti. Una volta che le larve si saranno depositate per bene sulle piastre, queste verranno nuovamente impiantate nella barriera corallina, per essere quindi seguite, monitorate e studiate.
Naturalmente, tutto questo impegno e l’immenso lavoro di appassionati potranno un domani fare la differenza nella conservazione delle barriere coralline locali; è ovvio però che la sopravvivenza delle barriere coralline a lungo termine e a livello globale dipenderà esclusivamente dalla capacità futura del genere umano di invertire il processo del riscaldamento terrestre e di eliminare qualsiasi minaccia possa turbare la vita marina, a noi acquariofili così cara.
Quella di Bonaire è una sfida per dimostrare che attraverso gli sforzi della comunità ci può essere ancora speranza per le barriere coralline.
Come partecipare al progetto
Vuoi partecipare anche tu e diventare un Reef Renewal Diver? Ogni informazione è reperibile al sito https://www.reefrenewalbonaire.org/
Ci si può impegnare in diversi fronti:
- tramite donazioni in denaro;
- attraverso donazioni di strumenti ed oggetti di lavoro di uso comune, spesso difficili da reperire per i volontari, per via degli alti costi di spedizione di materiali e strumenti;
- esiste poi un Programma di Adozione dei coralli, che permette di seguire il vostro corallo nella sua crescita e sviluppo.
Insomma, un sacco di iniziative positive che, nel piccolo oggi, speriamo possano fare la differenza un domani, per consentirci di restituire qualcosa al mondo sottomarino che ci ha regalato sempre esperienze indimenticabili e divertenti quando ci immergiamo nel mondo di Poseidone; non lasciamo che scompaia!
Riferimenti
Qui sotto troverete il link del bellissimo video da cui abbiamo ricavato quanto raccontato. Si ringrazia euronews.green per le immagini.