Ci sono poche giustificazioni per autorizzare la caccia alle balene oltre il 2024.
Sono le esatte parole della ministra della pesca e dell’agricoltura islandese Svandis Svavarsdottir. Islanda, Norvegia e Giappone sono gli unici tre paesi che attualmente autorizzano la caccia alle balene. Dal 2019 in Islanda è permesso cacciare fino a 209 esemplari di balenottera comune, il secondo mammifero marino più grande dopo la balena blu, e 217 di balenottera minore, uno dei cetacei più piccoli.
Il Giappone rimane il maggior acquirente di carne di balena, ma, sottolinea la ministra, il suo consumo sta calando di anno in anno.
Nel 1986 era stata vietata la caccia della balena a fini commerciali dalla Commissione internazionale per la caccia alle balene (IWC, International Whaling Commission). Commissione per altro piuttosto dubbia e che si è sempre mossa più per favorirne la caccia che la protezione. Ma che negli anni 80 ha promosso una moratoria di conservazione, anche se l’Islanda si era opposta alla moratoria, ed era tornata a riabilitare la pratica nel 2003, seppure vietando la cattura e l’uccisione della balena blu. Nel 2018, durante l’ultima caccia d’estate nelle acque islandesi, sono state uccise 146 balenottere comuni e sei balenottere minori.
Quindi dobbiamo sperare che la dichiarazione non sia solo di facciata, ma sottintenda un preciso cambio di rotta verso la protezione di questo utilissimo cetaceo marino. Noi lo speriamo.
Svandís Svavarsdóttir (nata il 24 agosto 1964 a Selfoss, Islanda) è un membro del parlamento dell’Althing, il parlamento islandese, nel movimento sinistra-verdi. E’ stata precedentemente ministra dell’Ambiente e delle risorse naturali nel governo di Jóhanna Sigurðardóttir, a seguire ministra della salute nel governo di Katrín Jakobsdóttir. Attualmente è ministro della pesca e dell’agricoltura.