Per quanto belli possano essere i nostri acquari marini, dopo diversi anni può succedere che entrino in una spirale che le portino lentamente alla morte: parliamo di OTS o sindrome da vasca vecchia.
Questa sindrome si ha quando nel tempo un acquario marino di successo inizia ad avere problemi o semplicemente non mostra più quella lucentezza e quella vivacità che aveva una volta. Può manifestarsi in vari modi. Incluso il fatto che i coralli non sembrino sani o robusti come una volta, o che i pesci non siano così colorati o le alghe o altri parassiti diventino via via più problematici.
Nel peggiore dei casi, che è quello che spesso succede, alcuni dei coralli di lunga data cominciano a morire e diversi tipi di alghe diventano problematici in ordine apparentemente sequenziale. Si chiama sindrome da vasca vecchia, poiché si verifica dopo che un acquario si è stabilizzato ed è arrivato al suo apice, ben colorato e vivo, e poi il tutto inizia a peggiorare.
A me in passato è successo diverse volte, ed ora è giunto il momento di fare il punto della situazione, per evitare che questo possa succedere anche ad altri.
OTS: cosa può succedere?
Una delle prime cause è collegata al fatto che il nostro acquario cresce e si modifica, ma spesso non si modifica il nostro modo di curarlo. Se siamo abituati a somministrare un misurino di mangime ogni giorno, semplifico le cose, per far crescere i coralli, continuiamo a farlo… ma l’acquario cresce e magari avrebbe bisogno di 2 misurini. Noi non ci adeguiamo ai suoi bisogni, fino a quando ne paghiamo il conto. Perché prima o poi quello che somministriamo non basta più, i coralli sono in deficit spinto dovuto al fatto che hanno esaurito anche le proprie riserve alimentari e cominciano ad andare in crash. Certo alcuni coralli gestiscono questa cosa meglio di altri, ma spesso siamo noi che non capiamo di doverci adeguare. E così aspettiamo troppo prima di intervenire.
Il consiglio quindi è quello di osservare bene il nostro acquario e di considerare sempre che è un essere vivente che cresce e che continuamente ha bisogno di attenzioni nuove. Non basta dire che “abbiamo sempre fatto così“, è un ragionamento che non paga.
OTS: la nostra voglia diminuisce e…
Un’altra cosa che succede spesso è che la nostra voglia di eseguire tutti quei passaggi noiosi diminuisce. Quindi cominciamo a dilatare gli interventi di manutenzione sulle pompe, sullo schiumatoio, etc. Smettiamo di curare l’acquario come facevamo prima, magari anche pensando che a noi non succederà mai nulla di problematico. Tutte queste mancanze di attenzione nel tempo si vedono. L’acquario comincia a perdere la brillantezza di un tempo, come ho detto in apertura. E noi non sappiamo spiegarcene il motivo. Non associamo la nostra minor manutenzione, la nostra minor cura, ad un problema così grave. Eppure tutto dipende anche da questo. Se poi associamo la nostra minor cura al non adeguamento della somministrazione dei prodotti o degli alimenti abbiamo fatto bingo.
L’accumulo di detriti
Un altro aspetto spesso sottovalutato, da me per primo, è l’accumulo dei detriti. Nel tempo in acquario, in sump, nelle varie attrezzature tecniche si accumulano detriti vari. In questi detriti possono esserci, ad esempio, degli ortofosfati che sono precipitati nel tempo. Ebbene dopo diverso tempo potrebbe succedere che questi inquinanti tornino in circolo e creino un continuo problema al nostro acquario marino. Noi dobbiamo continuamente asportare gli accumuli, soprattutto quando questi sono morti, o sono zone di sabbia impaccate. Se volete divertirvi provate a prendere un po’ di detriti del vostro substrato e metteteli in una provetta. Agitatela bene e poi lasciate riposare la notte. Il giorno seguente misurate nitrati e fosfati e metteteli a confronto con quanto misurato in vasca. Se avete dei problemi dovuti al detrito ve ne accorgerete subito.
Questo può succedere anche nelle rocce vive. Per cui rompete qualche pezzo di roccia in piccoli pezzi. Metteteli in un contenitore con acqua dell’acquario, agitate bene e poi fate sedimentare. Ed infine rimisurate i fosfati. Se le vostre rocce ne hanno accumulati troppi ve ne accorgerete subito.
Cambiare alcune rocce, ogni tanto, non può che far bene al vostro acquario e soprattutto previene gli accumuli.
Stessa cosa ovviamente per i nitrati. Ma non è finita qui. Parliamo anche del pH. Nel tempo il pH tende ad abbassarsi per via dell’acido nitrico che si forma dal surplus di composti azotati.
La biodiversità diminuisce
Ed infine con il tempo anche la biodiversità diminuisce. Alcuni organismi prendono il sopravvento sugli altri e questo alla lunga crea problemi a tutta la catena. Può essere un problema batterico, ma non solo.
Tiriamo le somme…
Come avrete letto sono molte le casistiche che possano interessare una eventuale OTS nei nostri acquari. Porci rimedio, una volta che si vedono gli effetti non è semplice. E non sempre si riesce ad arginare il peggioramento in atto. Il miglior modo di combattere la OTS è quella di prevenire.
Continuate a fare quello che avete sempre fatto per la manutenzione. Mantenete pulito l’acquario. Evitate gli accumuli di detrito. Tenete pulite le rocce, o fate in modo che vi siano organismi nel vostro acquario che lo facciano per voi. Ed infine, ogni 2-3 anni togliete qualche roccia viva e sostituitela con una roccia viva fresca che apporti quella biodiversità che probabilmente sta sparendo lentamente dal vostro acquario.
E soprattutto fateci sapere se avete avuto queste problematiche e come avete agito, sia che abbiate avuto successo sia che non lo abbiate avuto.