ADA, come fare aquascaping con garanzia di risultati. Prendiamo spunto da un bellissimo aquascape creato in un Oase Scaperline 90.
Iniziamo da un po’ di storia, ADA nasce da un’idea di Takashi Amano (1954 – 2015) che oltre ad essere un fotografo, designer e naturalista era anche un acquariofilo. Forse l’uomo che ha rivoluzionato di più l’acquariofilia dolce.
Lui, da esperto ed amante naturalista, voleva ricrearla all’interno delle mura domestiche. Cercando di creare acquari perfetti scoprì l’utilizzo della CO2. Si ispirò alle metodiche dell’acquario olandese (l’antenato dell’acquascaping attuale) e lo evolse.
Facendo della sua passione un lavoro (riuscì a farlo di tutte ciò che lo interessava) creò ADA (Aqua Design Amano) e la sua linea di prodotti.
Protocollo:
- Luce (tanta e di buona qualità);
- CO2,
- Terra allofana;
- Fertilizzazione magra;
- Filtraggio elevato dell’acqua;
- Design.
1. Luce
Secondo ADA per le piante serve tanta luce e deve essere il più vicina possibile allo spettro del sole, quindi si consiglia l’utilizzo di plafoniere a LED WRGB.
Alcuni esempi sono le bellissime Twinstar, le Chihiros e chiaramente tutte le plafoniere ADA come ad esempio la Solar RGB. Sulla luce non bisogna mai lesinare. Sia nel dolce che nel marino sono un punto fondamentale per la biologia della vasca.
Se vi interessano informazioni sulle bellissime plafoniere Twinstar potete consultare il sito Aquaristica, distributore ufficiale italiano.
2. CO2
Per un acquario che adotta il loro protocollo serve moltissima CO2, erogata a partire da due ore prima l’accensione delle luci fino allo spegnimento. Parliamo tranquillamente di 3 bolle al minuto. Quindi, livelli alti, che portano ad un boost alla crescita delle piante.
Ricordo che per le piante è fondamentale la CO2. Nell’aria che respiriamo la concentrazione è tale da fare in modo di non creare scompensi. Nelle nostre vasche questo non è così e quindi si rende necessaria la sua integrazione.
Molti di voi diranno che così tanta anidride carbonica nell’acqua porterebbe ad un crollo del pH ma così non accade per motivazioni che leggerete più avanti.
3. Terra Allofana
La terra allofana è un particolare tipo di terra che cotta in altoforno crea un substrato estremamente ricco di oligoelementi.
Un altro indiscutibile vantaggio è l’effetto stabilizzante che crea. Livella il pH, il KH (questo impedisce che la CO2 crei problemi) ed il livello di nutrimenti (assorbe praticamente istantaneamente i fosfati ed anche, ma in modo minore, i nitrati).
Il funzionamento della terra allofana necessità di un approfondimento dedicato che pubblicheremo.
L’ADA Substrate System prevede che sotto la terra allofana (ADA Aqua Soli Amazonia) ci sia una miscela di batteri, carbone, aragonite e tormalina. Questo mix serve a mantenere pulito il substrato e a degradare gli scarti di cibo e dei pesci per trasformarli in nutrimento per le radice delle piante.
L’articolo continua e finisce a pagina 2.