Durante lo scorso PetsFestival 2022 (qui il nostro editoriale) siamo riusciti ad andare a trovare Roberto Ferri presso la sede Planctontech.
Finalmente possiamo vedere cosa ci sia dietro e dentro il marchio Planctontech, e direttamente dalle parole del suo creatore, Roberto Ferri. Ho conosciuto personalmente Roberto ad un raduno di ReefItalia nel lontano 2009, e se siete interessati trovate ancora il nostro editoriale sull’evento cliccando qui: Reportage Raduno ReefItalia a Formia – Reportage Formia.
Da allora ho sempre seguito l’evolversi del marchio Planctontech, e sono riuscito a provare tanti prodotti del marchio Cremonese. Si perché la sede di Planctontech è a Cremona, sede degli ultimi due PetsFestival, per cui sono riuscito a farmi invitare da Roberto per andare a vedere finalmente i laboratori Planctontech.
Come ho detto anche nel video, per me è un sogno che si avvera. Conosco Roberto, conosco la sua meticolosità, ed ero veramente curioso di vedere come funzionasse il suo laboratorio. Spinto anche dalle parole del mio amico Enzo Romeo che aveva visitato il laboratorio anni fa e che me ne parlò in termini entusiastici. Spinto dalla curiosità non vedevo l’ora di entrare anche io nei laboratori per vedere come fossero organizzati.
Il nostro documentario su Planctontech con intervista a Roberto Ferri
Per questo ci siamo recati presso la sede la domenica mattina del PetsFestival, e questo è quello che abbiamo scoperto.
La struttura, ospitata all’interno di un palazzo signorile, non è aperta al pubblico e non è visitabile. Per ottenere gli altissimi standard qualitativi, e per evitare contaminazioni esterne non è possibile entrare al suo interno. Anche noi, che ci siamo messi i calzari non siamo potuti andare oltre al corridoio di ingresso dove abbiamo potuto vedere tre locali che fanno parte della struttura, ma ce ne sono molti altri, simili, anche se ancora più isolati perché sotto vincolo sanitario. In ogni caso tutta la struttura è dotata di tappeti antibatterici.
Ogni locale è tenuto in pressione positiva, ovvero è in sovrapressione, in modo che quando chiunque vi entri al suo interno, l’aria sia spinta fuori, evitando l’ingresso di agenti patogeni. Ovviamente anche temperatura ed umidità sono tenuti sotto stretto controllo.
Nei vari locali i può entrare solo con una tuta di isolamento, che lascia scoperti solo gli occhi. Ogni reparto è a camera stagna, ci sono i reparti dove si fanno gli inoculi e quelli dove si fanno i preparati per l’acquariofilia. Ogni serbatoio viene trattato giornalmente, pulendo il filo dell’acqua per evitare qualsiasi proliferazione batterica che si possa formare in superficie. Tutta questa lotta contro la proliferazione batterica è necessaria perché riduce il valore nutrizionale di tutta la coltura algale, e ne riduce la vita.
Come è nata Planctontech
La nostra curiosità era soprattutto quella di capire come mai sia nata questa passione verso il fitoplancton da parte di Roberto. Ci ha confessato che tutto è partito dall’allevamento di fitoplancton per cercare di allevare le piccole larve di Amphiprion ocellaris, i più comuni pesci pagliaccio. Perché allora, e si parla dei primi anni novanta, i costi aerei per l’importazione dei pesci pagliaccio era elevatissima, per cui si era intrapresa la strada della riproduzione, ma serviva lo zooplancton e quindi il fitoplancton per sostenerlo e farlo riprodurre.
Da lì si è passati all’utilizzo di fitoplancton e zooplancton per l’alimentazione dei coralli ed è nata la moderna Planctontech. Nonostante i laboratori siano fortemente automatizzati, vi trovano lavoro ben quattro persone. Il futuro di Planctontech è rivolto però non solo all’acquariofilia, ma anche alla cosmesi ed alla alimentazione umana.
Qualunque sia il campo di impiego, la matrice di partenza è sempre la medesima, e viene trattata con la stessa cura. Ogni campione per la vendita viene processato con l’estrusione dell’acqua di coltura, ricca ancora di nitrati e soprattutto di minerali. Questa acqua viene poi riutilizzata per le nuove colture, mentre il campione viene reidratato per non avere nessun tipo di contaminazione da parte dei fertilizzanti.
Esistono punti vendita Planctontech anche negli Stati Uniti
Questa è una grande news, pensate che esistono dei punti vendita in Arizona e California. Noi ovviamente ci siamo proposti di andarli a visitare per conto di Roberto. Ma fa molto piacere sapere che un prodotto italiano, anzi un eccellente prodotto italiano, sia seguito ed utilizzato anche in un mercato così forte come gli Stati Uniti.
E voi avete mai provato dei prodotti Planctontech? Come vi siete trovati? Fatecelo sapere nei commenti o nei nostri tanti canali social.