Una ricerca ha confermato come l’adattamento dei coralli alle alte temperature è molto elevato se non proviene da ondate di calore di elevata intensità.
La ricerca, effettuata dal team congiunto della James Cook University e dell’Australian Institute of Marine Science, ha infatti scoperto, ma direi confermato, che lo sbiancamento massiccio dei coralli nella grande barriera corallina australiana deriva si dal calore, ma solo se causato da ondate di alta temperatura.
Dico confermato, perché quanto scoperto ora, era già patrimonio della conoscenza comune. Ne parlava già Eric Borneman nel suo bellissimo libro Aquarium Corals. Un libro che per altro consiglio sempre e di cui trovate una nostra recensione qui. Infatti Eric diceva che i coralli possono sostenere temperature molto elevate, se sono abituati per tempo a farlo.
In questo studio sul calore si va un po’ oltre. E si dimostra chiaramente, dati alla mano, che i coralli riescano a resistere laddove non vi siano ondate di calore improvviso.
Calore e sbiancamento
Gli eventi storici di sbiancamento di massa (bleaching) indicano che esiste una notevole variazione inter e intra specifica nella tolleranza termica per cui le specie. Le singole colonie di coralli e le popolazioni mostrano una suscettibilità differenziale all’esposizione a temperature elevate. Nella ricerca sono stati condotti esperimenti standardizzati di stress termico acuto per identificare la variazione nella tolleranza al calore tra le specie e le barriere coralline isolate che coprono un ampio gradiente ambientale nel Coral Sea Marine Park.
Per chi non lo sapesse il Coral Sea Marine Park è un parco marino australiano situato nel Mar dei Coralli al largo della costa del Queensland. Il parco marino copre un’area di 989.836 km².
Sono state quantificate le rese fotochimiche (Fv/Fm) di campioni di corallo in tre specie di corallo, Acropora humilis, Pocillopora meandrina e Pocillopora verrucosa, dopo l’esposizione a quattro trattamenti termici (temperatura ambiente locale, e + 3°C, +6°C e + 9°C sopra la media mensile massima locale). Sono state quantificate le temperature alle quali Fv/Fm è diminuito del 50% (denominato ED50) e utilizzato valori derivati per confrontare direttamente la tolleranza al calore acuto tra barriere coralline e specie. L’ED50 per Acropora era inferiore di 0,4-0,7°C rispetto a entrambe le specie di Pocillopora, con una differenza di 0,3°C tra le due specie di Pocillopora.
Tolleranza al calore
Sono state anche registrate variazioni fenotipiche da 0,9°C a 1,9°C nella tolleranza al calore tra le barriere coralline all’interno delle specie, indicando l’eterogeneità spaziale nella tolleranza al calore attraverso ampi gradienti ambientali. La tolleranza al caldo acuto ha avuto una forte relazione positiva con l’esposizione a ondate di caldo mite negli ultimi 35 anni (dal 1986), ma è stata correlata negativamente alle recenti ondate di caldo gravi (2016-2020). La variazione fenotipica associata a una storia termica mite negli ambienti locali fornisce prove a sostegno del fatto che le ondate di caldo marino stanno selezionando individui e popolazioni tolleranti; tuttavia, questo potenziale adattativo può essere compromesso dall’esposizione a recenti gravi ondate di caldo.
Conclusioni
Le popolazioni di coralli in questo studio dimostrano un’ampia variazione fenotipica nella tolleranza al calore tra popolazioni distinte e attraverso gradienti ambientali. I regimi termici sono una chiara forza trainante nella tolleranza al calore e spiegano la variazione spaziale nella tolleranza al calore tra le popolazioni della barriera corallina.
Il forte legame tra l’acuta tolleranza al calore e il verificarsi di ondate di calore marine è la prova che le popolazioni di coralli si stanno probabilmente adattando o acclimatando alla storia termica sia recente che a lungo termine nel loro ambiente locale. Tuttavia, la ridotta tolleranza al calore dei coralli in risposta alle recenti gravi ondate di calore giustifica la preoccupazione per i potenziali limiti all’adattamento e all’acclimatazione delle popolazioni di coralli entro tempi ecologicamente rilevanti.
E in acquario?
Come avevamo già detto in un articolo di oltre 10 anni fa, possiamo tenere anche 29 gradi in acquario senza avere grossi problemi. Anzi con un beneficio per l’aumento di tutti i cicli biologici. Ma questo se e solo se, ed è un grande se. Possiamo fare un adattamento molto lento a questo fattore. Cosa per altro difficile da farsi perlomeno in Italia, dove i costi dell’energia sono molto alti in questo momento. Perché tenere temperature molto alte in inverno potrebbe non essere semplicissimo. Inoltre avremmo un problema enorme nel caso di nuovi inserimenti in acquario. Sarebbe molto complicato dover abituare nuovi coralli alle elevate temperature.
Ma dove vogliamo arrivare? Il calore elevato potrebbe non uccidere i nostri coralli se crescesse lentamente. E non c’è bisogno di tenere temperature molto basse in estate, a patto di arrivarci gradatamente.