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Addestriamo i Robot per far rivivere le barriere coralline

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Addestriamo i Robot per far rivivere le barriere coralline

Utilizzare i Robot per ripristinare le le barriere coralline più velocemente è una idea che potrebbe essere geniale, approfondiamo quello che ha scritto la BBC in merito.

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Sappiamo benissimo che le barriere coralline sono in pericolo. Il riscaldamento globale, l’inquinamento, il comportamento delle persone stanno fortemente minacciando l’ecosistema dove vivono i coralli. Tanti sono i segnali di allarme che gli studiosi lanciano quasi quotidianamente, come ad esempio:

Il cambiamento climatico è la minaccia più significativa per le barriere coralline di tutto il mondo“, afferma la dott.ssa Cathie Page dell’Istituto australiano di scienze marine (AIMS). “Gravi eventi di sbiancamento causati dal cambiamento climatico possono avere effetti molto negativi“, continua la dottoressa Page, “e non abbiamo ancora buone soluzioni”.

Tutti gli sforzi per ripristinare i coralli normalmente comportano il trapianto di piccole talee (per coloro che non hanno questo hobby, si tratta di piccoli frammenti di corallo vivo), coltivati nei vivai, sulle barriere coralline danneggiate. Tuttavia è assolutamente lapalissiano che il lavoro sia lento e costoso, ed alla fine solo una piccola frazione delle barriere coralline a rischio riesce a ricevere aiuto.

Addestriamo i Robot per far rivivere le barriere coralline: la fase di inserimento dei blocchi in mare

Coralli in pericolo? Arrivano i Robot

Nelle acque poco profonde delle isole Abrolhos, la dottoressa Foster sta testando un sistema che spera possa far rivivere le barriere coralline più rapidamente. Utilizzando dei robot.

Si tratta di innestare frammenti di corallo in piccoli tasselli, che vengono inseriti in una base modellata. Queste basi vengono poi posizionate in lotti sul fondo del mare. Come si può vedere nell’immagine precedente.

La dottoressa Foster ha costituito una start-up chiamata Coral Maker e spera che una partnership con la società di software di ingegneria Autodesk con sede a San Francisco possa accelerare ulteriormente tutto il processo. I loro ricercatori hanno addestrato un’intelligenza artificiale per controllare i robot collaborativi che lavorano a stretto contatto con gli esseri umani. Infatti, come ci ricorda la dottoressa “Alcuni di questi processi nella propagazione dei coralli sono semplicemente attività ripetitive di raccolta e posizionamento e sono ideali per l’automazione robotica“. Un braccio robotico può innestare o incollare talee di corallo sui vari plug laddove un secondo braccio le posiziona nella base di cui abbiamo parlato precedentemente, utilizzando sistemi di visione avanzati per prendere decisioni su come afferrarle.

Dal laboratorio alla vita reale

Ogni pezzo di corallo è diverso, anche all’interno della stessa specie, quindi i robot devono riconoscere i frammenti di corallo e sapere come gestirli“, afferma il dottor Nic Carey, ricercatore principale senior presso AutodeskFinora sono molto bravi a gestire la variabilità delle forme dei coralli“.

Addestriamo i Robot per far rivivere le barriere coralline: le talee di acropora

Il prossimo passo sarà spostare i robot fuori dal laboratorio, cosa che secondo il dottor Foster dovrebbe avvenire nei prossimi 12-18 mesi, e portarli direttamente sul campo. Sebbene vi siano diverse incognite a partire dal movimento della barca su cui andranno posizionati e l’interazione con l’acqua salata, che sappiamo essere molto problematica per le attrezzature elettroniche.

La sua organizzazione e altre stanno esplorando metodi come la semina dei coralli per lavori di restauro su larga scala. E noi su DaniReef ne abbiamo parlato molto nel corso degli ultimi tempi.

Stiamo cercando di risolvere uno dei problemi ecologici più complessi del pianeta“, afferma il dottor Page, che spera ancora negli sforzi di ripristino. “È importante ricordare che non esiste una soluzione miracolosa“.

Riferimenti

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