Durante l’edizione 2022 dell’Interzoo di Norimberga avevamo incontrato i responsabili commerciali della azienda tedesca Schego. In quella occasione ci avevano presentato alcune novità del loro catalogo, specializzato in riscaldatori, pompe di areazione e accessori per acquari e laghetti.
Ricordo che in quella la nostra attenzione si era subito posata sulla serie di riscaldatori Slimline, le cui interessanti caratteristiche ci avevano fermamente colpito. Abbiamo aspettato qualche tempo ansiosi di poterli provare, fino a che non sono stati resi disponibili sul mercato a partire dal mese di dicembre 2022.
Il riscaldatore SCHEGO della serie Slimline in titanio, equipaggiato con tecnologia PTC, è un concentrato di tecnologia e funzionalità, costruito con un occhio alla solidità e l’altro alla efficienza.
Neanche il tempo di vederlo arrivare sui listini dei fornitori che i gentilissimi responsabili della SCHEGO ce ne avevano inviato uno da testare. E non uno qualsiasi, ma addirittura il modello da 600Watt, ovvero il più grande tra i riscaldatori dell’intera serie. Quale occasione migliore per metterlo alla prova su una delle nostre vasche!
La nostra video recensione dello Schego Slimline
Prima di continuare nell’articolo vi lasciamo al link per il nostro video su YouTube, con tutto il test che abbiamo condotto per testarne la tecnologia PTC e dove potete vedere lo Schego Slimline Mod.506 in azione.
Una tradizione d’eccellenza
Per quanti non l’abbiano mai sentita nominare, ricordo che Schego è una azienda tedesca creata nell’ormai lontano 1949. La sigla Schego non è altro che l’unione dei cognomi dei due fondatori, ovvero Fritz SCHEmel e Kurt GOetz.
In oltre 65 anni di attività questa azienda ha saputo affermarsi nel mondo degli acquari, oltre che nel settore bio-medico ed ospedaliero, con prodotti improntati alla concretezza, alla funzionalità ed assoluta efficienza.
Un oggetto insostituibile
Il riscaldatore è uno tra gli oggetti indispensabili per gestire una qualsivoglia acquario, sia esso di acqua dolce che marino. Accessorio fondamentale nella stagione invernale, ci permette di mantenere costante la temperatura in vasca e stabilizzarla ai parametri ottimali per il tipo di animale che andremo ad ospitare.
Quando si parla di riscaldatori poi è difficile trovare un prodotto che si erga su un altro per qualità di assemblaggio, tecnologia ed efficienza. Più o meno tutti infatti sono costruttivamente simili. Un avvolgimento che si riscalda se attraversato da corrente in quanto resiste al passaggio di elettroni e irradia calore attraverso uno chassis esterno trasmettendolo all’acqua in cui è immerso.
Il famigerato riscaldatore è sicuramente una delle principali causa dell’aumento dei nostri costi di energia nella stagione invernale.
Se pensiamo che tutta la corrente elettrica che gli forniamo viene trasformata in calore e dispersa tutto intorno possiamo capire quanto per sua natura si tratti di uno dei dispositivi meno efficienti al mondo.
Quindi i riscaldatori sono tutti uguali???
Assolutamente no! E questo nuovissimo SCHEGO ne è la riprova!
La serie di riscaldatori Schego Slimline
Come detto, la serie Slimline è stata commercializzata a dicembre 2022, sebbene in alcuni store sia passato qualche tempo prima che si rendesse disponibile.
Questo riscaldatore porta un upgrade sostanziale rispetto alla vecchia serie Schego con lo chassis in titanio, che molti di voi avranno potuto apprezzare in passato. La differenza sostanziale sta nell’utilizzo della tecnologia Positive Temperature Coefficient (PTC) per garantire in ogni situazione la massima efficienza di riscaldamento.
Disponibile in quattro modelli con potenza variabile, questi riscaldatori sono decisamente più lunghi rispetto alla precedente serie.
Qui di seguito i principali dati tecnici e di misura dei vari modelli:
- Schego Slimline Mod. 501 – 100 W misura 150 mm e ha un diametro di 12 mm;
- Schego Slimline Mod. 502 – 200 W misura 250 mm e ha un diametro di 12 mm;
- Schego Slimline Mod. 503 – 300 W misura 350 mm e ha un diametro di 12 mm;
- Schego Slimline Mod. 506 – 600 W misura 550 mm e ha un diametro di 12 mm.
Le dimensioni generali sono quindi abbastanza generose, fattore questo da considerare in fase di acquisto. Infatti risulta evidente come i modelli più grandi, ci impongano un posizionamento orizzontale per non uscire della colonna di acqua. Difficilmente infatti troveremo una sump alta 55 centimetri per alloggiare verticalmente un riscaldatore come lo Slimline Mod. 506.
Recensione: Il riscaldatore Schego Slimline Mod. 506 da 600W in titanio
Il modello in prova è quello da 600 watt di potenza, ovvero il Modello 506. E’ quello più performante dell’intera serie e si fa notare decisamente per le sue notevoli dimensioni, che contano un altezza di ben 55 cm.
In realtà la superficie radiante è stata diminuita passando da circa 274 cmq della vecchia versione a circa 207 cmq della nuova. Questo nuovo formato riesce a sfruttare al meglio le capacità radianti del titanio, anche grazie al nuovo elemento a coefficiente di temperatura positivo che è il cuore del sistema.
Ricordiamo che il titanio ha una conducibilità termica media decisamente superiore a quella del vetro, con 21,9 W/(m·K) contro 0,5-1 W/(m·K).
Il packaging
La confezione del riscaldatore è abbastanza lineare e semplice. Un cartonato bianco, con una grafica pulita ed essenziale, lascia l’intera scena all’elemento radiante, posto volutamente all’esterno in modo da essere ben visibile e accessibile al tatto.
Insomma… pochi fronzoli!
Si va subito al dunque, facendo intendere immediatamente che qui la sostanza c’è e non è necessario nasconderla dietro altri espedienti. All’interno della scatola troviamo il libretto di istruzioni in tedesco e in inglese. Completano il kit due clip con le rispettive ventose per un agevolarne il posizionamento sul vetro. Nella nostra confezione non era presente il manuale in italiano. Noi tuttavia abbiamo ricevuto la versione per il mercato tedesco, come evidenziato dalla banda nera sul fronte del packaging.
La certificazione IP68
Il riscaldatore è certificato con grado di protezione IP68, uno standard che identifica dispositivi elettronici resistenti alla polvere e protetti contro l’immersione permanente. Inoltre le caratteristiche di inossidabilità del titanio garantiscono un utilizzo sicuro per assenza di ossido o ruggine, anche a contatto prolungato con acqua di mare. Possiamo quindi immergerlo tranquillamente in vasca o in sump senza doverci preoccupare di nulla. L’unica parte in plastica è il piccolo terminale superiore da cui parte il cavo di alimentazione da 1,5 metri.
Nessun sistema di controllo
Manca del tutto una qualsiasi elettronica che permetta di accendere o spegnere il riscaldatore al raggiungimento di una data temperatura. Sarà pertanto necessario un sistema di gestione esterno. Un computer per acquari sarebbe l’ideale, ma potremmo anche considerare un termostato come il TR2, sempre a catalogo Schego.
Il riscaldatore quindi si accende non appena si inserisce la spina di tipo Shuko nella presa di corrente. Questo è un particolare piuttosto importante e da tenere in considerazione in fase di acquisto.
Solidità e qualità costruttiva
Costruttivamente perfetto, il riscaldatore è un vero e proprio gioiello di ingegneria. Le saldature dello chassis sono raccordate con la massima cura e non ci sono sbavature nella forma, che è semplice ed efficiente. Ciò non è sempre scontato, soprattutto considerando che il titanio rende necessarie delle tecniche di saldatura specifiche. Spesso tale tipo di saldatura è fatta manualmente da personale ad altissima specializzazione, il che rende tutto il processo alquanto costoso.
Devo dire che ho avuto a che fare con molti riscaldatori nella mia vita da acquariofilo, ma mai nessuno mi ha lasciato il senso di solidità e compattezza che ho avuto con questo. Visivamente poi è davvero bellissimo, nella sua linea pulita e slanciata.
Il funzionamento a coefficiente termico positivo
Il vero punto di rottura con la serie precedente è comunque caratterizzato dal funzionamento in PTC, ovvero Positive Temperature Coefficient.
Ma in cosa consiste questa nuova tecnologia?
Il vero cuore del riscaldatore è costituito da un elemento radiante con caratteristiche di autoregolazione. Cerchiamo di spiegare in modo semplice che cosa questo comporti.
Nella fase iniziale, quando la differenza di temperatura tra l’elemento radiante e l’acqua è elevata, l’estrazione di calore è al massimo. Questo fa si che l’output aumenti spingendo al massimo il dispositivo. Successivamente, con il diminuire del delta termico, anche la dissipazione diminuisce, il passaggio di corrente decresce e di conseguenza anche il consumo di energia elettrica tende a scemare.
Questo schema porta a due vantaggi principali:
- ottimizzazione dei consumi, dal momento che quando lavora con uno scambio termico poco elevato, il riscaldatore diminuisce il suo carico di corrente.
- nessun problema di surriscaldamento perché all’aumentare della temperatura esterna l’elemento abbassa la sua produzione di calore restando comunque in un range di sicurezza.
Il nostro test
E’ difficile trovare parametri di riferimento su cui basare una valutazione per un riscaldatore. Abbiamo decido pertanto di effettuare una prova misurando il consumo di corrente attraverso il nostro consueto misuratore RCE PM600.
Per renderci conto poi del funzionamento dell’elemento PTC abbiamo cercato di capire quale sia l’andamento del consumo di corrente al variare della temperatura del media esterno. Ci aspetteremmo un consumo di corrente molto elevato nella prima fase di funzionamento. In tale fare il delta termico da colmare è al massimo (considerando come delta la differenza di temperatura tra il riscaldatore e l’acqua da riscaldare). Tale consumo dovrebbe quindi decrescere gradualmente con l’aumentare della temperatura dell’acqua, ovvero quando il delta termico tende a diminuire.
Al momento della misurazione la nostra stanza di test aveva una temperatura ambientale di 19,9° C.
Abbiamo predisposto un contenitore con dell’acqua (nel nostro caso salata in quanto pronta ad essere immessa per un cambio parziale). Con l’acqua a una temperatura iniziale di 18,6° C abbiamo immesso il nostro riscaldatore e collegato l’alimentazione elettrica. Abbiamo considerato un arco temporale di 1 ora, effettuando misurazioni ad intervalli di 5 minuti l’una dall’altra con il misuratore di consumo RCE PM600.
I risultati delle rilevazioni
I valori rilevati sono quelli che potete vedere nella tabella sotto riportata:
NOTA BENE: I valori utilizzati per completare la tabella ed il grafico sono quelli rilevati nel filmato. Le foto sottostanti sono state scattate qualche secondo dopo la registrazione del filmato e, a causa delle oscillazioni dell’apparato di misurazione, risultano leggermente differenti sebbene rimangano sostanzialmente coerenti.
Per semplicità abbiamo riunito i risultati in un grafico dove troviamo:
- sull’asse orizzontale il TEMPO TRASCORSO (le misurazioni sono state fatte a intervalli di 5 minuti l’una dall’altra, dalle 18:10 alle 19:10);
- sull’asse verticale in azzurro il CONSUMO ISTANTANEO (espresso in Watt);
- sull’asse verticale in arancione la TEMPERATURA dell’acqua (rilevata in gradi Celsius).
Vediamo che nella nostra simulazione, con una quantità di 50 litri di acqua, il riscaldatore è stato in grado di innalzare la temperatura da 18,6° C a 29,8° C in una sola ora. Un incremento di tutto rispetto, con ben 11,3° C di delta termico.
Ma come è variato nel tempo il consumo di corrente istantaneo?
Questo è il dato che ci interessa in modo particolare per capire meglio come funzioni un dispositivo PTC. Come possiamo vedere il trend di consumi è stato discendente per gran parte della prova. Da considerare che la seconda rilevazione è oggettivamente un po’ anomala, probabilmente dovuta al fatto che in quei minuti avevo erroneamente agitato l’acqua nel fusto.
Siamo partiti da un valore rilevato di 530 Watt nella prima misurazione, scendendo via via fino a stabilizzarci intorno ai 450 Watt. Le ultime quattro o cinque rilevazioni sono infatti più o meno nello stesso range.
Naturalmente noi lo abbiamo testato più o meno nel suo campo di utilizzo normale, non era pagante spingersi oltre.
Difficilmente avremo necessità di portare la nostra acqua a temperature superiori ai 26-27° C. Forse in occasione di qualche cambio di acqua potrebbe capitare ma le condizioni dei nostri acquari non richiedono temperature così elevate. E’ lecito pensare che i valori di consumo non possano discendere ancora di molto. Del resto una resistenza è pur sempre una resistenza, e quindi uno dei carichi meno efficienti che possano esistere.
ll vero banco di prova
Ad ogni buon conto, prima di completare questa recensione, abbiamo continuato a testare per lungo tempo il riscaldatore. Dopo aver effettuato le misurazioni, lo abbiamo tenuto in funzione tutto l’inverno in una vasca di circa 800 litri, come riscaldatore principale, predisponendo l’intervento di un eventuale secondo riscaldatore nelle giornate più fredde.
La vasca di prova misurava 180x80x50, con un litraggio netto di circa 600 litri + 180 litri di sump, per un totale di circa 780 litri.
Come visto sopra, il riscaldatore non è dotato di una elettronica di controllo dell’intervento. Per questo motivo, l’accensione e lo spegnimento erano devoluti a un sistema di controllo esterno (3lements Aquago nel nostro caso).
Il sensore di temperatura posto nel vano discesa accendeva il relay alla soglia dei 23° C a scendere. Lo spegnimento era tarato a 23,5° C in fase di risalita. Il nostro scopo era quello di mantenere un range di temperature compreso tra i 23 e i 23,5°C, con una isteresi di 0,5° C. Un secondo sensore di temperatura posto nelle vicinanze della vasca principale ci indicava la temperatura dell’aria circostante, a conferma del nostro termostato ambientale, settato per il riscaldamento a 20° C durante il giorno e 17° C durante la notte. In tutto il periodo considerato il riscaldatore si è comportato in maniera egregia, garantendo il mantenimento della temperatura anche nelle giornate più fredde, senza che fosse necessario l’intervento del riscaldatore aggiuntivo.
Come ci aspettavamo, non abbiamo riscontrato alcun problema costruttivo o di funzionamento. Dopo oltre cinque mesi di utilizzo in acqua salata il corpo in titanio dello chassis risultava come nuovo, così come le plastiche o il cablaggio. Con l’aumento delle temperature ambientali poi, il suo campo di intervento è andato via via assottigliandosi. In primavera lo abbiamo quindi riposto nella confezione, in attesa di un suo impiego futuro.
Personalmente non mi piace tenere in sump quello che non utilizzo, ma sono certo che non ci sarebbe alcun problema a lasciarlo immerso in maniera continuativa, per le caratteristiche di inossidabilità proprie del titanio. Con l’approssimarsi di quest’ultima stagione invernale il riscaldatore è stato infine riposizionato in sump, dove tuttora svolge il suo eccellente compito.
Conclusioni
Tiriamo le somme quindi, dicendo prima di tutto che il prezzo di acquisto per questo tipo di riscaldatori è leggermente superiore rispetto a quello dei riscaldatori classici. Si parte dai 75-80 € dello Schego Slimline Mod. 501 – 100 W, il più piccolo della serie.
I Mod. 502 e 503 si trovano rispettivamente a 95 e 115 €, mentre per il Mod. 506 che abbiamo avuto in prova arriviamo a spendere circa 165 €.
Un importo abbastanza importante che però è sicuramente giustificato dalla qualità costruttiva del prodotto e dal fatto che possa essere considerato decisamente un acquisto “definitivo”. Le caratteristiche di efficienza sono altissime e la solidità dei materiali è evidente.
Ci troviamo di fronte a un prodotto che, una volta acquistato, avrete modo di apprezzare e utilizzare per molti molti anni da qui a venire. Consideriamolo quindi un piccolo investimento, per avere un oggetto indiscutibilmente funzionale e efficiente. Il valore aggiunto poi, oltre alla moderna tecnologia di funzionamento, è una estetica minimal, pulita e accattivante per un oggetto che, a dispetto del suo utilizzo tendenzialmente al di fuori dei riflettori, possiamo tranquillamente definire bellissimo!!!
Vi lasciamo con il link al sito del produttore, per vedere da vicino tutti i prodotti a catalogo: https://schego.de/en/hobby/aquarium-technology/
E voi cosa ne pensate? Avete già provveduto al riscaldatore per la vostra vasca?
Magari con l’approssimarsi del Natale potrebbe rivelarsi una ottima idea regalo, per avere un oggetto utile e duraturo, oppure potreste donarlo a un altro acquariofilo vostro amico che, ne sono certo, lo apprezzerebbe tantissimo!