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Guida Completa al Balling parte 4: Accumulo di Sodio e Cloro

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Balling sodio e cloro

Analizziamo le implicazioni dell’accumulo di sodio e cloro nell’acquario marino e scopriamo le strategie per gestirlo efficacemente.

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L’utilizzo di un metodo di balling a due componenti comporta l’aggiunta di ioni sodio e cloro ad ogni dosaggio, con conseguenti sfide nell’equilibrio ionico e nella salinità dell’acqua dell’acquario. Come vedremo in questa parte il concetto della salinità torna importante se si utilizza il metodo balling. Un valore così importante come essa è ampiamente trattato in diversi articoli di questo portale a partire da La Salinità in acquario. Per approfondire questo concetto ne avremo tutto il tempo, adesso dedichiamoci a come gestire l’accumulo di questi due ioni.

Implicazioni dell’Accumulo di ioni Sodio e Cloro

Una conseguenza molto importante dell’uso di un sistema a due componenti è l’accumulo di sodio e cloruro nel tempo, con un aumento graduale della salinità dell’acqua dell’acquario. Questo effetto è piuttosto significativo e può compromettere l’equilibrio chimico dell’ambiente acquatico.

Sodio e cloro

Ad esempio, se si aggiunge 1 dKH di alcalinità e la quantità bilanciata di 7 ppm di calcio ogni giorno, si avrà un accumulo di sodio e cloruro pari a 0,63 ppt ogni mese e 7,5 ppt in un anno. Questo aumento della salinità può influenzare negativamente la salute degli organismi marini e richiedere interventi per mantenere stabili le condizioni dell’acqua.

Strategie di Gestione

Per affrontare l’accumulo di ioni sodio e cloro, è consigliabile monitorare regolarmente la salinità dell’acqua e intervenire con cambi d’acqua quando necessario. Potrà esservi utile questo articolo “Calcolare in automatico il sale da aggiungere in acquario per una salinità corretta” e anche un calcolatore on-line link.

Ioni sodio e cloro

Questo aumento della salinità significa che gli acquariofili potrebbero dover compensare tale aumento rimuovendo periodicamente dell’acqua salata e sostituendola con acqua dolce. Potrebbe avvenire in parte per schiumazione, ma probabilmente richiederà anche qualche intervento. Fai i cambiamenti come faresti per qualsiasi altro fattore che influisce sulla salinità: testando e regolando quando necessario. Usa un buon rifrattometro! Ne abbiamo recensito in passato alcuni come questo.

Inoltre, quando si abbassa la salinità per compensare l’aumento dovuto al sodio e al cloro che si accumulano, si deprimono necessariamente tutti gli altri ioni nell’acqua.

Un po di numeri

Esempio di sbilanciamento ionico: Se si dosa al ritmo di 1 dKH al giorno, senza cambi d’acqua, e dopo un anno si abbassa la salinità di 7,5 ppt, la concentrazione di ogni ione nell’acqua si ridurrà del fattore (35-7,5 ppt)/(35 ppt) al 79% del suo valore all’inizio dell’anno. Il potassio, ad esempio, scenderebbe da 400 ppm a 316 ppm. Ancora peggio, il magnesio non è solo depresso da questo fattore (1300 ppm a 1027 ppm), ma veniva anche consumato lungo il percorso.

Ioni sodio e ioni cloro

Inoltre, alcune soluzioni a due componenti possono incorporare altre sostanze per aiutare a bilanciare gli effetti dell’accumulo.

Ad esempio, si potrebbero utilizzare soluzioni commerciali che contengono sostanze in grado di neutralizzare l’accumulo di sodio e cloruro, mantenendo così stabili i livelli di salinità nell’acquario.

L’accumulo di sodio e cloruro rappresenta una sfida comune nell’acquario marino, ma con una gestione attenta e strategie adeguate è possibile mantenere l’equilibrio chimico e la salute degli organismi. Continua a monitorare attentamente le condizioni dell’acqua (test ed ICP) e adatta le tue pratiche di manutenzione per garantire il benessere del tuo ecosistema acquatico.

Riferimenti

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[Fonte dati reef2reef.com]

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