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Red Sea cambia le carte dell’integrazione in acquario marino

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Red Sea cambia le carte dell'integrazione in acquario marino

Cambia tutto con una scoperta di Red Sea che rivoluziona il nostro modo di intendere l’integrazione minerale in acquario marino, grazie allo studio di Sharon Ram che abbiamo intervistato durante Interzoo 2024.

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Dalle parole dello stesso Sharon Ram, che potete ascoltare nel nostro video esclusivo, ci ricorda come nel 2010 Red Sea abbia introdotto il programma Reef Care focalizzato sulla biogeochimica dei coralli. Questa spiega come i coralli incorporano tutti i vari elementi nel proprio scheletro e nei propri tessuti molli.

In pratica parla dell’Integrazione in acquario marino utilizzando un punto di vista chimico, fisico, geologico e biologico. Questo sistema è nato in un momento in cui non era possibile fare gli ICP, e quindi avevamo a disposizione un limitato set di conoscenze per farlo adeguatamente.

La ricerca di Sharon ha evidenziato due punti chiave:

  • Tutti i coralli, siano essi SPS, LPS o molli, utilizzando solo 36 oligoelementi, contro gli oltre 100 della tavola periodica;
  • Tutti i 35 elementi agiscono in funzione del calcio, è questo dunque il vero indicatore del consumo dei minerali da parte dei coralli.

L’intervista esclusiva di Sharon Ram di Red Sea che ci spiega il suo studio rivoluzionario

Vi riportiamo qui sotto il nostro video integrale dell’intervista fatta a Sharon Ram di Red Sea durante l’Interzoo di Norimberga 2024. Quello che dice, a me personalmente, ha fatto capire tante cose. Suggerisco a tutti di ascoltarla fino in fondo.

Integrazione basata sul calcio

Abbiamo sempre gestito le integrazioni basandoci sul contenuto del KH, vedi ad esempio il metodo balling, ma Sharon ha misurato come tutti i 35 elementi presenti nei tessuti e nello scheletro dei coralli siano direttamente correlati alla concentrazione di calcio. Questo lo ha portato a sviluppare un sistema di integrazione che lo porta a misurare il calcio per poi sapere esattamente cosa integrare.

Micromussa lordhowensis
Micromussa lordhowensis

Nel 2010 Red Sea aveva a catalogo un sistema di integrazione basato su ben 7 soluzioni: calcio, magnesio, kh, e 4 soluzioni di oligoelementi. Il consumo calcolato in questo modo ha evidenziato come un sistema con refugium, scrubber di alghe, ats, etc abbia bisogno di una certa integrazione, mentre un sistema basato solo sui coralli, abbia bisogno di una integrazione differente.

Questo perché anche le alghe consumano oligoelementi, molta alcalinità, anche perché sono molto più veloci nella loro crescita rispetto ai coralli. Se si integrasse con il sistema a base di calcio, e non si tenesse conto delle alghe si avrebbe un consumo anomalo di oligoelementi e quindi uno sbilanciamento per i coralli.

Quando si parla dei soli coralli bastano due flaconi di oligoelementi rispetto ai 4 precedenti.

Sharon Ram di Red Sea ci spiega il Complete Reef Care: metodo di integrazione rivoluzionario
Sharon Ram di Red Sea ci spiega il Complete Reef Care: metodo di integrazione rivoluzionario

I complessi

Interessante anche il discorso che Sharon ci fa rispetto ai complessi. Ovvero l’80% degli oligoelementi non sono liberi, e quindi non sono misurabili, ma sono legati, sono i complessi, che devono essere in qualche modo manipolati per essere resi biodisponibili.

Riprendendo il discorso, chi avesse il refugium, o comunque un sistema con alghe, dovrebbe continuare con il Reef Care a 7 parti, perché quello è completo di tutto, ma non focalizzato sulla crescita dei coralli. Il sistema già moderno, a soli 4 flaconi invece, garantisce il massimo per i coralli, basato sul loro consumo di calcio. Un Key Factor altamente rivoluzionario.

Euphyllia glabrescens
Euphyllia glabrescens

Se io mi basassi sul valore di KH in un acquario misto con alghe, avrei che questo varia non solo per il consumo dei coralli, che possiamo stimare attorno all’80%, ma anche per l’utilizzo da parte delle alghe. A questo punto io andrei ad integrare un surplus di elementi che dovrebbero servire ai coralli ma che sarebbero inutilizzati.

A me il ragionamento sembra assolutamente geniale.

Dallo studio alla presentazione commerciale

Lo studio proviene dalla tesi di dottorato di Sharon Ram, pubblicata su riviste accademiche come PNAS, ma i riferimenti li vedremo in calce all’articolo.

Noi abbiamo fondamentalmente paura delle fluttuazioni del KH, ma la realtà, come dimostra la tesi di Sharon, è che i coralli vanno a ricrearsi la propria alcalinità tramite il processo chiamato dissoluzione del carbonio organico utilizzando la CO2 della respirazione. La grande differenza è proprio qui. I coralli possono creare fino al 50% del contenuto di KH a loro necessario, ma non possono creare il calcio.

Acropora sp.

Tutto questo ha portato quindi allo sviluppo, da parte di Red Sea, del sistema di dosaggio a 4 componenti denominato “4 part complete reef care“, da utilizzarsi solo in assenza di sistemi basati su alghe. Un sistema che sembra estremamente interessante e che ci piacerebbe utilizzare e studiare più da vicino.

Voi cosa ne pensate?

Riferimenti

Vi invitiamo a leggere il nostro Editoriale sulla fiera anche per consultare i link di tutti gli articoli dedicati agli stand che abbiamo scritto fino ad oggi, e che cresceranno quindi di giorno in giorno, oppure a vedere il nostro videodocumentario su questa edizione dell’Interzoo 2024. Se avete domande, dubbi o curiosità, vi ricordo che, oltre che lasciare un commento sotto all’articolo, potete trovarci su TelegramInstagramFacebookTwitter e youtube, qualunque sia il social che preferiate. Dove potete seguirci per non perdervi tutte le nostre news, articoli, recensioni e reportage e se avete bisogno di chiedere aiuto vi aspettiamo nel nostro forum.

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