La temperatura più alta degli ultimi 400 anni
La Grande Barriera Corallina (GBR) continua a subire devastanti eventi di sbiancamento dei coralli, causati dalle più alte temperature medie oceaniche riscontrate in oltre 400 anni.
Era l’11 Marzo 2024 quando vi abbiamo parlato del quinto evento di sbancamento di massa in otto anni che stava subendo la Grande Barriera Corallina (GBR) Australiana (potete recuperare l’articolo qui). Oggi torniamo inevitabilmente a parlare delle sue condizioni e di come essa sia fortemente stressata dai cambiamenti climatici.
Fattori di stress nella Grande Barriera Corallina
Come molte altre barriere coralline a livello globale, la Grande Barriera Corallina australiana, dichiarata Patrimonio dell’Umanità, è minacciata da vari fattori. Sbiancamento di massa dei coralli, diminuzione dei tassi di calcificazione, focolai di stelle marine a corona di spine (leggi qui articoli inerenti a Acanthaster spp.), gravi cicloni tropicali e pesca eccessiva. Il tutto, ormai è pleonastico anche affermarlo, è ovviamente guidato dall’innalzamento della temperatura media superficiale o più in generale dal cambiamento climatico indotto dall’uomo.
Lo sbiancamento dei coralli
Lo sbiancamento dei coralli, come sicuramente i nostri lettori più affezionati già sapranno, si verifica generalmente quando lo stress termico causa l’espulsione (o la fuga) delle alghe simbiotiche (Zooxantelle), essenziali per la sua sopravvivenza, in quanto attraverso la fotosintesi producono i nutrienti. Lasciando in vista il colore bianco dello “scheletro” (composto da carbonato di calcio).
A tal proposito vi suggeriamo di recuperare il nostro articolo Durusdinium: la zooxantella tollerante allo stress termico , dove vi parliamo in modo approfondito delle Zooxantelle.
Sebbene lo sbiancamento dei coralli possa verificarsi localmente a causa della bassa salinità, delle acque fredde/calde e dall’inquinamento, o dall’insieme di questi fattori, gli eventi di sbiancamento di massa regionali e globali, in cui la maggior parte dei coralli in una o più regioni sbiancano contemporaneamente, sono fortemente associati all’aumento della temperatura media oceanica.
400 anni di dati sulla Grande Barriera Corallina
Una nuova ricerca, pubblicata il 7 agosto 2024, dimostra come la temperatura media oceanica nel Mar dei Coralli (oceano Pacifico) è la più alta da almeno quattro secoli. Se vi state giustamente chiedendo come fanno a sapere la temperatura di quattro secoli fà, lo si fà attraverso la perforazione degli “scheletri” dei coralli, come i carotaggi che si fanno nei ghiacci artici o negli alberi. I ricercatori, analizzando la composizione chimica dei campioni, riescono a ricostruire le temperature della superficie del mare, in questo caso un periodo che và dal 1618 al 1995. Per poi unire questi dati insieme alle moderne misurazioni strumentali della superficie marina che vanno dal 1900 al 2024.
I risultati dimostrano che prima del 1900, le temperature oceaniche nella regione, che comprende la Grande Barriera Corallina australiana, erano relativamente stabili. Ma dal 1960 al 2024, quelle temperature sono aumentate costantemente.
Un aumento collegato, senza ragion di dubbio, all’aumento delle emissioni di gas serra climalteranti generate dall’attività antropica. Cinque dei sei anni più caldi si sone registrati nell’ultimo decennio: 2016, 2017, 2020, 2022 e 2024, con temperature fino a 1 grado Celsius più calde della media. Ogni anno si è verificato un evento di sbiancamento di massa durante i mesi più caldi, da gennaio a marzo.
Perdita del 90 % dei coralli
Concludono i ricercatori affermando “Con il riscaldamento globale di 0,8-1,1 °C al di sopra dei livelli preindustriali c’è stato un marcato aumento dello sbiancamento di massa dei coralli a livello globale. Anche limitare il riscaldamento globale all’ambizioso livello di 1,5 °C dell’accordo di Parigi potrebbe portare alla perdita del 70-90% dei coralli che si trovano oggi sulle barriere coralline. Se tutti gli attuali impegni internazionali di mitigazione sono attuati, si stima che la temperatura media globale della superficie aumenterà ancora nei prossimi decenni, con stime che variano tra 1,9 °C e 3,2 °C al di sopra dei livelli preindustriali entro la fine di questo secolo. Il riscaldamento globale sopra i 2 °C avrebbe conseguenze disastrose per gli ecosistemi corallini e le centinaia di milioni di persone che attualmente dipendono da loro”.
Conclusioni
Dati recenti indicano che il 2024 ha stabilito un nuovo record di temperatura media oceanica con un margine di oltre 0,19 °C al di sopra del record precedente per la regione che comprende la Grande Barriera Corallina Australiana. Le temperature medie di gennaio-marzo, mediate nei cinque anni di sbiancamento di massa durante il periodo 2016-2024 sono superiori di 0,77 °C rispetto alle medie di gennaio-marzo del 1961-90 sia nel Mar dei Coralli che nella Grande Barriera Corallina.
Nel 2021, il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha inserito la Grande Barriera Corallina nell’Elenco del Patrimonio Mondiale in Pericolo, affermando che la barriera corallina sta “affrontando un pericolo accertato“, citando i recenti eventi di sbiancamento di massa dei coralli e progressi insufficienti da parte dell’Australia nel contrastare il cambiamento climatico, nel miglioramento della qualità dell’acqua e dei problemi di gestione del suolo.
Fonte: B. J. Henley et al. Highest ocean heat in four centuries places Great Barrier Reef in danger. Nature. Vol. 632, August 8, 2024, p. 320. doi: 10.1038/s41586-024-07672-x.
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